Barolo Parusso, il racconto del produttore attraverso l’annata 2018 e i suoi cru.
Località Bussia 55, Monforte d'Alba, Italy
Tel: 0173 78257
Email: info@parusso.com
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Ha il coraggio delle proprie idee Marco Parusso, che insegue con caparbietà e un fortissimo attaccamento alla sua terra.
Quella di Barolo, sul bricco di Rovella, nel cuore della denominazione Bussia per la precisione, dove ancora oggi c’è la vecchia cascina di famiglia, in tipico stile langarolo. Testimonia le origini contadine dei Parusso, partiti nel 1901 con il bisnonno Gaspare che a Mariondino acquistò la prima vigna. Contadini di origine, quando la terra dava lo stretto necessario per andare avanti. Tanto che il padre non voleva che i figli continuassero a lavorarci. Ma Marco non poteva proprio rinunciare alla sua grande passione per le viticoltura e il vino di Barolo, scegliendo di investire la propria vita per portare grande qualità nel marchio di famiglia. Nel 1971 nascono le prime bottiglie con una etichetta portante il nome Armando Parusso.
Attualmente l’azienda guidata da Marco, e sua sorella Tiziana, si estende su 28 ettari, dai quali vengono prodotte una media di 150.000 bottiglie all’anno.
Ma veniamo alla natura di questo territorio oggi così ricercato: il suolo è caratterizzato da
un’incredibile diversità, è ricco di calcare, argilla, marna, arenaria e sabbia, ben miscelate tra loro. Pertanto ogni vigna si esprime in maniera diversa, ciascuna presenta struttura, composizione, esposizione, altitudine, microclima specifici. La scelta aziendale è di assecondare il carattere e l’inclinazione di ognuna di loro, mantenendo costante l’ascolto a esigenze, punti di forza e debolezze, un po’ come si fa con i figli. Il risultato prende forma poi nei vini che esprimono al massimo il terroir da cui provengono.
Oggi stentiamo a credere che questo territorio nobilissimo del vino abbia fatto fatica ad emergere e che abbia dovuto attendere gli anni 90 per affermarsi come tale.
Ce lo racconta Marco al tavolo conviviale,
intimo nell’idea di favorire il racconto partecipato con i giornalisti invitati a Napoli, presso Gran Gusto enoteca e ristorante, in occasione del suo tour italiano focalizzato sulla narrazione dei Barolo 2018, attraverso i deversi cru.
Barolo 2018 Perarmando, dedicato al padre in occasione dei 150 di produzione.
Ottenuto dall’assemblaggio delle uve provenienti da tutte le vigne Parusso, Bussia (presente al 50%) poi vigna Mariondinoe vigna Mosconi.
Il vino si mostra austero e elegante, sulle prime sussurra sottovoce toni balsamici di menta secca, vira poi,sostando nel bicchiere, su accenti di rosa, ciliegia, liquirizia. All’assaggio ritroviamo l’anima volitiva del nebbiolo, fitto nei tannini dalla trama precisa, conportamento agile e dinamico.
Barolo Mariondino 2018, la vigna più vecchia, la prima acquistata dal padre Armando.
Personalmente lo reputo un fuoriclasse, di grande eleganza e forza comunicativa. Cru caratterizzato da temperature più fredde, l’ultimo ad essere vendemmiato; il terreno è sabbioso e ricco di fossili marini. Nervoso e spigoloso, pur mantenendo un fare raffinato che incanta, unitamente alla sua voglia di raccontarsi. Sa di rosa in apertura, decisamente balsamico nei toni dell’eucalipto (questo un carattere comune un po’ a tutti i vini in degustazione), delicatamente speziato di pepe nero e liquirizia, il frutto è scuro di mora e mirtillo. La sua natura da fuoriclasse si evidenzia ulteriormente nell’assaggio, pungente e vibrante, capace di incuriosire il palato all’infinito.
Barolo Mosconi 2018,
la vigna è a 300 mt di altitudine in una zona più calda, con suolo argilloso per lo più, e calcareo, esposta a sud est, prende quindi il sole del mattino e alle ore 14 è già in ombra – il primo ad essere vendemmiato. Si caratterizza per profumi più spiccati e una maggiore concentrazione, scuro nei profumi che ricordano la terra, il carrubo, la prugna, torna anche qui la nota balsamica con nuance di mentuccia. L’assaggio è avvolgente e grasso, tannico e volitivo, incarna l’idea comune e classica del Barolo con una freschezza verticale che sostiene sapientemente l’imponenza del sorso.
Barolo Bussia 2018,
dove il terreno si presenta arenario, marnoso bianco e limoso. Nell’areale del Barolo è quello che più si distingue in termini di eleganza e di finezza. Composto da due vigne che insieme raggiungono i cinque ettari. Vigna Rocche con terreno sciolto e sottile, esposta a sud – sud est, prende solo il sole mattutino. E Vigna Munie volta a sud – sud ovest con maggiore esposizione solare. Di grande carattere il vino, si mostra elegante e versatile, con sbuffi primari di rosa, vira poi su tonalità scure di terra, appena ferroso, ricorda piacevolmente le foglie di eucalipto, il tabacco e la china. Il sorso esprime grande personalità con tannini che si fanno sentire su spalle larghe, con portamento nervoso e vibrante.
Ha le sue idee Marco e l’alto spessore dei vini degustati gli danno ragione nella perseveranza, confermando anche quella vena umanistica che traspare nel suo dialogo e nel porsi agli altri.
L’ossigeno è uno strumento sul quale ha studiato, e studia di continuo, quasi un pallino fisso, quello che insieme alla natura dei suoli rende così espressivi e precisi i suoi vini. Deve essere ben gestito in fermentazione attraverso i battonage e la presenza dei raspi riposati, carichi di ossigeno, abituando così la materia enoica alla presenza di questo elemento prezioso, perché non lo tema poi in bottiglia nel lungo investimento sul tempo.
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