Bob Noto - la prima monografia su uno dei più grandi food photographer a livello mondiale
"Vivo i piatti dei grandi chef in senso metafisico e credo che il cibo debba essere immortalato in tutta la sua bellezza e importanza, sono delle vere e proprie sculture, tutto il resto è superfluo."
Bob Noto
Fotografo, grafico e viaggiatore gastronomico. Ma anche viaggiatore, grafico e fotografo gastronomico. E ancora potremmo invertire l'ordine delle parole senza mai avere un vero quadro completo di quello che Bob Noto è stato per il mondo dell'enogastronomia.
Oggi, all'apertura di Buonissima a Torino, presso la Centrale Nuvola Lavazza, in occasione del conferimento del Premio Bob Noto 2023 - è stata presentata la monografia che omaggia uno dei più grandi maestri della food photography mondiale, "Bob Noto" un libro a cura di Luigina Tozzato, con testi di Marco Bolasco ed Eleonora Cozzella.
Questo non è un libro di cucina, ma un racconto fotografico (e non solo) di come l'avanguardia sia diventata presente,
È il resoconto che svela a un pubblico più vasto la figura di Bob Noto e di come, grazie al suo estro e palato sopraffino, sia diventato il perno su cui si è mosso il mondo dell’alta gastronomia italiana ed europea dall’ultimo decennio del Novecento sino alla sua scomparsa nel 2017.
La prefazione di Ferran Adrià
Il vincitore del Premio Bob Noto 2033, Rene Redzepi, con la giuria composta da: Ferran Adrià, Antonella Fassio moglie di Bob Noto, Matteo Bolasco, Paolo Griffa, Sara Peirone, Davide Scabin e BUONISSIMA con Matteo Baronetto, Stefano Cavallito e Luca Iaccarino
Non poteva che essere lui, Adrià, a fare da aprifila
alla lunga lista di nomi che hanno aneddoti, testimonianze, fotografie e collaborazioni di graphic design con Bob Noto.
Ferran Adrià racconta:
"(...) Già da quel primo incontro ho capito di trovarmi di fronte a una persona con una straordinaria capacità di analisi e con un talento per la degustazione innato. È stato un punto di partenza senza ritorno, l’inizio di una lunga amicizia molto profonda e intensa. Bob ha vissuto con me tutta l’evoluzione della mia cucina (...)"
Era il 1993 quando per caso Bob Noto scendeva in Spagna dalla Francia: "c'era un due stelle e fu naturale provarlo", raccontava lui stesso. E continua "quando raccontai di quel carpaccio di cervella con crema inglese e gelatina di acqua di mare ... mi presero per matto".
Ancora Adrià continua:
"(...) uno dei gourmet con la più grande cultura gastronomica dell’Europa a lui contemporanea. Il suo archivio fotografico è senza dubbio il miglior archivio di cucina creativa europea del suo tempo. È stato un grande agitatore per la cucina italiana e spagnola, generando uno scambio culturale culinario senza precedenti (....)"
BOB NOTO - scatti di oltre 60 piatti di più di 35 chef
Capsule di tortellini in brodo - Massimo Bottura
Una sacrosanta verità quella raccontata da Ferran Andrià, perché Noto è riuscito ad essere il filo conduttore che mette insieme i nomi più influenti della cucina italiana ed europea. Il libro infatti raccoglie testimonianze di Massimiliano e Raffaele Alajmo, Roberto Casiraghi, Moreno Cedroni, Roberta Ceretto, Ezio Cerruti, Umberto Chiodi Latini, Costardi Bros, Carlo Cracco, Giacolino Gillardi, Guido Gobino, Paolo Marchi, Felice Modica, Luisa Pandolfi, Michele Perinotti, Paola Rampini, Davide Scabin, Francesca Sobrero.
Ancora troverete due sezioni: una dedicata al food&travel ed un'altra dedicata al graphic design, con tutti i suoi loghi creati per l'enogastronomia. Da quello di Carlo Cracco Ristorante in Milano (via V. Hugo) a quello de La Madonnina del Pescatore; da alcune etichette disegnate per Ceretto al logo del Combal di Davide Scabin.
Lampone - Grant Achatz
E poi una lista lunghissima di chef fotografati: Grant Achatz, Ferran Adrià, Luis Andoni Aduriz, Massimiliano Alajmo, Martín Berasategui, Massimo Bottura, Moreno Cedroni, Carlo Cracco, Enrico Crippa, Paolo Lopriore e tanti altri.
Il racconto (perfetto) dell'editore, Manfredi Nicolò Maretti
Manfredi Nicolò Maretti con Ferran Adrià
“Si pubblicano i libri che si sarebbe voluto scrivere, per fare, coi libri, un discorso servendosi di chi lo sa fare meglio di noi”. Questa che avete appena letto è la citazione di uno dei più grandi editori italiani del Novecento: Valentino Bompiani.
Potremmo in qualche modo - adattandola al nostro libro -parafrasarla così: “Si pubblicano i libri che si sarebbe voluto fotografare, per fare, coi libri, un’immagine di cult servendosi di chi lo sa fare meglio di noi”.
A questa visione lungimirante, aggiungerei il mio modo di pensare riguardo al ruolo dell’editore negli anni bizzarramente ‘pesanti’ dell’ultra digitalizzazione. L’editore oggi ha il compito e il dovere morale di colmare quei vuoti editoriali - raggiungibili solo dalla carta stampata - che possano essere potenzialmente di interesse nazionale, e non solo.
Nasce da questo sentimento la volontà di realizzare la prima monografia su uno dei più grandi food photographer a livello mondiale.
Un volume, questo, dove il lettore/osservatore/visionario, non solo potrà apprezzare la ‘mera’ straordinaria capacità fotografica e di post-produzione di Roberto (detto Bob) Noto (all’interno troverete oltre 60 scatti di piatti di oltre 35 cuochi tra i più celebri della ristorazione globale) ma anche la visione di uno sviluppo-progresso di come l’alta ristorazione si sia evoluta negli ultimi trent’anni accostandosi sempre più al mondo dell’arte, del design e dell’estetica.
“La Cucina è in fondo Arte?!” Quante volte inciampiamo in questa domanda o leggiamo tale affermazione? Quante volte testimoniamo la disputa intellettuale che nasce dal concetto a volte anche mediatico tra cuoco-artigiano e cuoco-artista? Troppo poche le 2.000 battute spazi inclusi che mi sono dedicato per affrontare un argomento così complesso e dare delle risposte certe a tali stuzzicanti dilemmi. Certo è che se ci poniamo interrogativi del genere le molte volte che ci sediamo a tavole stellate o che sfogliamo con entusiasmo una pubblicazione di haute cuisine il merito (o la ‘colpa’) è anche di chi ha saputo fotografare con ARTE l’Arte: Bob Noto
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