C’era una volta a Milazzo…la favola di Dario Pandolfo al Ngonia Bay

Fiorello Bianchiven 1 ott 2021

Dario Pandolfo Ngonia Bay

Piazza Angonia, Milazzo
Tel: 090.9281326
Prenotazioni: restaurant@ngoniabay.com
Degustazione 4, 6, 8 portate a 60,80, 90 euro; vegetariano, quattro portate a 50 euro. Alla carta sui 80 euro.
Chiuso il martedì, in estate aperto tutti i giorni, solo a cena.

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“C’era una volta un giovane di Milazzo, Dario Pandolfo, che lasciò la sua amata terra per studiare alla prestigiosa scuola Alma. Iniziò poi a viaggiare in giro per il mondo, facendo esperienza in ristoranti pluristellati: Geranium, a Copenhagen, Villa Joia in Portogallo, Terra in Alto Adige, per poi raggiungere la brigata di Niederkofker. Dalla montagna scese sul lago di Como, per l’apertura del Mandarin, con Vincenzo Guarino all’Aria. Arrivò poi il Covid e, causa chiusura temporanea del ristorante, il giovane Dario tornò a Milazzo. Venendo a sapere che in una bella struttura alberghiera stavano cercando personale per fare panini si presentò all’imprenditore con il suo curriculum. L’imprenditore si illuminò e decise di lasciare la cucina del ristorante a questo giovane. Sono passati due mesi da quando é partito e il ristorante è operativo da poco più di un mese e ci sono già tutte le premesse per arricchire questa favola.”

Questo è quello che postavo su Facebook ad Agosto 2020. Un anno dopo sono tornato e la favola continua e si evolve decisamente sempre più in positivo.

Intanto siamo a Milazzo, all’interno di una bella struttura, dove d’inverno si gode di una vista su un incantevole giardino e d’estate si cena all’aperto, in terrazza, con vista sulla baia del Tono.

Una cucina elegante, precisa e tecnica, volta alla valorizzazione dei fantastici prodotti locali, ricercando, davvero, piccoli produttori di eccellente qualità. Si spazia ovviamente dal vegetale alla carne al pesce, con possibilità di addentrarsi in diversi menù degustazione, pensati per avvicinare la clientela locale al concetto di fine dining, oltre alla carta.

Ero già stato positivamente colpito l’anno scorso per la pulizia, sia estetica che di palato, dei piatti; un anno dopo ho trovata una cucina ancora più matura, più spinta su acidità e vegetale, più coraggiosa ed incisiva, soprattutto per chi si avventura nel percorso a mano libera.

Si parte con amuse bouche, con reintepretazioni creative ed efficaci di alcuni classici della cucina siciliana.

Sfera di insalata di pomodoro

Rigatone alla norma

Bruschetta di pomodoro e anguria

Air bag al nero di seppia ripieno di cozze

Un mare di plastica (pelle di latte essiccata, burro, colatura di alici e limone) ha un messaggio ecologico forte e chiaro.

Sandwich di coppa di testa di maialino

Alette di pollo glassa all'aceto e miele

Latte di mandorla e ricci di mare

Il degustazione inizia con una interpretazione creativa del merluzzo alla mugnaia: carpaccio di merluzzo, salsa a base di acqua di cozze, latticello e finger lime e in abbinamento un drink al leche de tigre.

Un piatto fresco che spinge molto sull’acidità con diverse sfumature, si chiude bene con il drink e prepara lo stomaco al resto del percorso.

L’alalunga scottata, melanzane al miso, gel di carpione e ristretto di melanzane è un piatto che si presenta benissimo però è un po’ troppo “confuso” dalla presenza di tanti elementi che tendono a coprire decisamente l’alalunga.

Gli anolini con ricotta di pecora, nasturzio, bottarga di tonno e limone sono un piatto coraggioso, per la salsa al nasturzio che è decisamente “ardita”.

Gli spaghetti al pomodoro in bianco, gamberi rossi di Sicilia e la sua salsa sono invece un piatto decisamente piacione, che non può non piacere.

Splendida la ricciola arrosto, portulaca al miso di ceci neri e salsa alla mandorla: un perfetto equilibrio di elementi per un risultato di gran gusto e piacevolezza.

Di gran gusto e con interessante gioco di contrasti la costata di vacca modicana a fine carriera, cotta bleu, con una sfiziosa panatura al carbone vegetale, funghi e cipolla, pomodoro verde marinato.

Piacevole, fresco e 100% vegetale il pre-dessert:

una granita di cetriolo, melone, cetriolini messicani, condimento all'aceto e zenzero.

Nel primo dessert, interessante la nota vegetale del basilico che si integra al sorbetto al mango e pepe rosa, gelato al cioccolato bianco, per un apprezzabile gioco di equilibri.

Decisamente più tradizionale invece il gelato al cioccolato fondente 70%, sale, gelsi e more selvatiche.

Si finisce piacevolmente con la piccola pasticceria:

cookies, gelatina al frutto della passione, tartelletta al limone e tartelletta pistacchio e mango, tutti perfettamente eseguiti.

In conclusione

Una bella favola per una Sicilia che ha bisogno di giovani preparati, motivati ed entusiasti come Dario. Una esperienza di fine dining decisamente di livello, con la Francia presente nell’impostazione e nelle presentazioni, ma con la Sicilia che viene fuori in modo importante.

A Milazzo, in questo angolo incantevole, in questa striscia fra terra e mare, chi entra a Ngonia Bay ne esce sicuramente felice e contento, come in tutte le favole che si rispettino.

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