Corona Virus, una voce da Pechino: "Il vero virus è l'ignoranza"
Daniele Salvo insieme al fratello Paolo sono fondatori & manager del brand ristorativo Bottega con due negozi a Pechino. Cresciuti in una famiglia che da generazioni padroneggia l'arte bianca, hanno deciso, 3 anni fa quando sono approdati nella capitale cinese, di creare dei ristoranti che celebrassero la cultura gastronomica italiana in maniera autentica, proponendo alla loro clientela piatti della tradizione e una vera pizza napoletana. Preoccupato dalle notizie catastrofiche, riportate dai media italiani, ci ha rilasciato questa intervista per dirci come stanno realmente le cose.
Allora Daniele come siete capitati in Cina?
Siamo ormai da 10 anni in Cina, arrivammo qui per delle consulenze, vedendo poi la potenzialità del mercato siamo rimasti. Con Bottega siamo a Pechino, nella capitale, ed è stato subito un successo con tanti riconoscimenti: numerosi awards, e due Spicchi Gambero Rosso.
C’è differenza con il mondo pizza in Italia?
C’è tanta curiosità ma non potrei mai sintetizzare in poche righe le differenze tra il mercato cinese e quello italiano, il marketing e la V.I. (visual identity) sono fondamentali per tradurre l’esatto pensiero in cinese senza trascurare gli sforzi immani della ricerca del prodotto, cosa alquanto ovvia data le distanze.
Che cosa sta succedendo con il coronavirus?
Oggi ci troviamo di fronte a delle difficoltà non indifferenti con la comparsa del coronavirus. C’è però un altro virus che si sta propagando molto più velocemente, è l’ignoranza. I giornali riportano solo una parte delle notizie, quelle negative. Wuhan, l’epicentro di questo contagio, è una metropoli di 12 milioni di abitanti, con 10mila casi e 450 decessi.
Ritieni che sia un allarmismo ingiustificato?
Sembra strano dirlo, ma statisticamente ci sono più probabilità di morire per un incidente aereo Poi i deceduti hanno un’età media di 70 anni, quindi gli anziani con basse difese immunitarie sono fortemente in pericolo.
Che atmosfera si respira in Cina?
Le grandi città sono vuote, ma è soprattutto per il Capodanno cinese, ( e non per la paura del contagio cosi come viene riportado dai media ndr) quando cioè tutti ritornano dalle proprie famiglie in provincia, con una movimentazione che non a caso viene definita la più grande migrazione al mondo.
Quindi, qual'è la verità?
Ad oggi abbiamo 1100 pazienti guariti, quindi si guarisce!!! Pechino, ricordo una metropoli da 25 milioni di abitanti, registra 220 casi infetti, 30 pazienti guariti, un solo decesso. Qui in Italia c’è apprensione e i livelli di prevenzione sono altissimi. In Italia abbiamo tanto allarmismo ingiustificato, tanti pregiudizi frutti dell’ignoranza. Chi resta nel proprio nido comodo senza affacciarsi al mondo continuerà a sguazzare nell’ignoranza e nel pregiudizio. Noi viaggiatori, esploratori, cittadini del mondo, abbiamo la fortuna di poter aprire la mente, arricchendoci dalla diversità delle innumerevoli culture e di vivere questa situazione con razionalità. L’ansia e l’allarmismo se li tenessero stretti loro.
Bottega a Pechino