Dalla làgana alla lasagna
Lagana
La pasta col nome di làgana è rimasta nella cucina del meridione italiano e ancor oggi in Puglia e Calabria si prepara la lagana e ceci, o ciceri e tria. Una preparazione che trova riscontro nelle citazioni del poeta latino Orazio, che nelle sue Satire descrive una sfoglia di pasta azzima, consumata probabilmente fritta, come ancora accade nel meridione italiano.
Nella cucina romana la làgana veniva consumata asciutta, o cotta nell’umido del brodo prodotto dalla cottura dei condimenti.
Làgana è una parola d’origine greca della quale se ne trova citazione nelle opere del commediografo greco Antifane, col nome di làganon (da cui il latino làganum)
Secondo lo scrittore greco Ateneo, si trattava di una schiacciata d’orzo, impastata con olio e uva passa.
Le lagane latine sono probabilmente diventate le nostre contemporanee lasagne, grazie all’uso della pentola chiamata lasanum, che poi dà il nome alla preparazione.
Una pentola dove si facevano bollire le lasagne appena tirate e, come in tanti altri casi nella storia della cucina d’epoca romana, il contenitore denominava il piatto realizzato.
Il cuoco romano Apicio, nel suo ricettario, ci lascia diversi suggerimenti su come condire le lagane, senza lasciare indicazioni su come prepararle.
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