Gadì Pantelleria Bianco doc 2018 Salvatore Murana un sorso di piena bellezza

Marina Alaimomer 4 gen 2023

in copertina Cala Gadir, Pantelleria

Vini Murana

Salita Mueggen, 11 –  Pantelleria (TP) 91017
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Della straordinaria bellezza di Pantelleria, e del suo essere unica ed eccezionale, ne ho avuto piena consapevolezza assaggiando dei pomodori secchi nell’antico dammuso di Salvatore Murana.

È vero che gli occhi si riempiono di scorci incredibilmente belli girando l’isola, ma quello che mi ha colpito profondamente è stato il sapore di ogni cosa che nasce da questa terra. Seduti al grande tavolo imbandito con i servizi di piatti d’epoca che Salvatore va raccogliendo in giro, con la passione che contraddistingue ogni suo interesse o attività, avevo davanti un piattino da portata con dei pomodori secchi, o quasi, erano molto morbidi e completamente privi di condimento, così, nature.

Sono un’ appassionata di pomodori, li ritengo tra i frutti più nobili che la terra possa generare. Forse perché a mia volta vivo su un vulcano dove i pomodori sono di un buono stratosferico e fanno molto la differenza in qualsiasi piatto, anche il più semplice e frugale come pane e pummarola, facendolo diventare nobilissimo.

Ritornando a Salvatore Murana e alla sua azienda agricola,

terminai velocemente tutti i pomodori messi a disposizione sul tavolo, così ne portarono altri, e finii anche quelli, senza imbarazzo. La cosa fu notata dal padrone di casa, con sorpresa e divertimento, esortandomi a gustare anche gli altri prodotti coltivati nel suo orto e nella vigna, compresa la regina dell’isola nera, l’uva moscato appassita.

E fu amore puro, ogni cosa aveva una intensità e una finezza al gusto che mai avevo provato prima.

Porto nel cuore questa esperienza saporita ed emotiva, con il costante desiderio di tornarci.

Chi è stato a Pantelleria, inevitabilmente se ne innamora. Le sue condizioni estreme, difficili per essere la punta emersa di un vulcano al centro del Mediterraneo, sola e isolata dal mare, arsa dai venti, dal sole e dalla mancanza di acqua, l’hanno resa bellissima e profondamente affascinante. L’eterno compromesso tra la natura e il lavoro dell’uomo, in questo caso ha generato grande armonia, disegnando ovunque scorci che incantano, fino a toccare il surreale, avvolta com’è da un’aurea di misticismo che coinvolge sensibilmente la sfera emotiva.

Salvatore è vignaiolo pantesco da sei generazioni,

cresciuto nelle vigne ad alberello, vivendo in piena simbiosi con i ritmi della vite. Sappiamo bene tutti quanto siano ricercati i suoi passiti da sempre, essendosi distinto per questa tipologia di produzione, propria di Pantelleria.

I suoi vini, il Creato, il Martingana o il Mueggen, vengono apprezzati e lodati in tutto il mondo, ottenendo i massimi riconoscimenti dalle guide di settore e dalla stampa sia nazionale che estera. Oltre i passiti c’è altro, il vigneron ha ben compreso che andasse ampliata la proposta di cantina, certo delle potenzialità di quell’uva zibibbo che si esprime così bene tra le sue vigne storiche.

Nasce su questa idea Gadì Bianco di Pantelleria,

nel nome vuole ricordare Gadir, il sito archeologico sviluppatosi già in antichità intorno alle acque calde qui presenti, dovute all’attività vulcanica sottomarina dell’isola. È una delle conche più belle dell’atollo nero di lava, il nome di origine araba, come molti vocaboli e espressioni pantesche, vuol dire “conca d’acqua”. Qui troviamo un piccolissimo borgo a forma di semi cerchio sul mare, dotato di due vasche di acqua calda che sfiorano i flutti salini, nelle quali ci si può immergere vivendo una esperienza memorabile. Proprio in questo contesto così particolare e affascinante sono poste le vigne di Murana, moscato di Alessandria allevato ad alberello, come si fa da sempre a Pantelleria.

Vinificato in acciaio, rimanda energia e solarità nel suo carattere mediterraneo, concentrato e vivace allo stesso tempo, dichiara i profumi propri di quest’uva aromatica, con accenti di tiglio, di zagara e albicocca, di salvia e timo, dal sorso ricco e scattante, brilla di luce come la sua isola rievocando immagini e ricordi a chi l’ha conosciuta.

Crediti foto: Marina Alaimo

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