I “DIAMANTI” DI VILLA DIAMANTE Verticale storica del Fiano di AV Vigna della Congregazione
di Giovanni Starace - Sommelier Gran Hotel Angiolieri
Era da tanto tempo che volevo visitare l’azienda Villa Diamante, lo avevo promesso ad Antoine Gaita al Meraner Wine Festival 2013, dove lui era con il proprio stand, in una saletta della Kurhaus, più tranquilla e intima, qui avemmo modo di chiacchierare dei suoi vini e dei progetti.
Degustai con lui varie annate e rimanemmo che sarei andato a trovarlo a breve, ma il destino ha voluto diversamente. Per tanto quando Marina Alaimo mi ha invitato all’evento presso Villa Diamante, con visita alle vigne e verticale storica del Fiano di AV Vigna della Congregazione, non ho esitato un secondo a dire di sì.
Lo confesso, da quando ho provato per la prima volta il Fiano Vigna della Congregazione è diventato subito uno dei miei preferiti, e ho inserito nella carta dei vini dell’Accanto, la michelin star del Grand Hotel Angiolieri, diverse annate.
Complice una bellissima giornata dal clima primaverile, anche se siamo ancora a febbraio, io e Francesco Liberato, giovane e promettente sommelier del Relais Blu, arriviamo a Montefredane in contrada Toppole dove veniamo accolti da Diamante e da Serena, le padrone di casa. Dopo i saluti di rito, ci incamminiamo per visitare e calpestare il suolo argilloso della “Vigna della Congregazione”.
Serena Gaita, a breve enologa, ci parla delle vigne vecchie, di potature, di esposizione, e risponde con pacatezza alle nostre domande. Arriva dritta tutta la sua passione e l’entusiasmo per quanto sta realizzando nella piccola azienda di famiglia.
Nella sala destinata all’accoglienza, al calore del camino acceso e della vista confortante sulle vigne, bellissime anche d’inverno, iniziamo la verticale del Vigna della Congregazione 2019, 2018, 2017, 2016, 2015.
Ecco questi sono per me i “Diamanti”. Ogni annata si esprime diversamente, come è giusto che sia, ma c’è un leitmotiv, che è la profondità. Dall’ esuberanza della 2019 si passa alla complessità della 2015, proseguendo con la 2017 che inizialmente si è mostrata un po’ sgraziata, ma poi pian piano è venuta fuori diventando la mia annata preferita – mai fermarsi alle apparenze e in queste esperienze così importanti bisogna dare il giusto valore e importanza al tempo.
La 2016 era perfetta, elegante, complessa, la 2018, complice qualche tappo non perfetto, non abbiamo potuto apprezzare al meglio.
A sorpresa Serena ci ha servito il millesimo 2009, uno spettacolo e una esperienza da privilegiati. Profondo ed elegante, complesso, ora potente, ora leggiadro, sorprendente all’assaggio per l’energia spinta dalla freschezza integra, con finale lungo sugli accenti salini.
Nel frattempo Diamante ci ha deliziato con diversi assaggi di preparazioni fatte con le sue mani, devo dire che oltre ad essere una brava vignaiola sa cucinare molto bene: frittata di spaghetti, pizza rustica alle erbe, quiche con carciofi (spettacolare).
Continuiamo la degustazione con i vini rossi, Aglianico Pater Nobilis 2006,(bottiglia borgognona) per questo motivo non rientrò nel disciplinare della DOCG Taurasi. Poi Pater Nobilis 2007 e 2009 e Taurasi Libero Pensiero 2008, l’unico che già conoscevo. Taurasi di carattere, materici, intensi, freschi e ampi. Sono i vini di Antoine. Vini che avranno molto da raccontare nei prossimi anni.
Ci congediamo, ringraziando Diamante e Serena per averci accolto nella loro casa, e ringrazio di nuovo Marina Alaimo per l’ottima organizzazione.
Salutiamo poi i nostri compagni di viaggio, Tommaso Luongo delegato AIS Napoli, le giornaliste Antonella Amodio e Lucia Migliaccio, Mario Vitiello sommelier del Comandante, Maria Grazia Narciso sommelier e responsabile della comunicazione per AIS Napoli, e ce ne torniamo in Penisola Sorrentina, felici di poter proporre i vini di Villa Diamante ai clienti di tutto il mondo, facendo così anche da ambasciatori di questa terra stupenda, l’Irpinia.
photo di Marina Alaimo, Mariagrazia Narciso e Gabriella Imparato
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