IL VINO DEL GIORNO con Stefano Berzi

Nello Gattidom 13 feb 2022

È notizia di poche settimane fa, l’Irlanda approva una legge che impone un prezzo minimo per gli alcolici al fine di combattere l’abuso e allentare la pressione sulle strutture sanitarie.

Per i vini si parla di 7,40 Euro. La cosa dovrebbe riguardarci? Ci saranno ripercussioni anche sul “sistema Italia” o resterà circoscritta a Dublino? Ma soprattutto, se venisse applicata in Italia cosa succederebbe?

Commentiamo “il vino del giorno” con Stefano Berzi, millesimo 1992, fascino da Peaky Blinders, miglior Sommelier d’Italia e Titolare presso Hosteria del Vapore:

Come per gli italiani che vanno in Slovenia per la benzina, pensi che questa manovra possa - seppur in minima parte – incentivare ad un turismo di frontiera verso l’Irlanda del Nord?

Sicuramente il rischio che un prezzo minimo fissato per il consumo di alcol porti a degli svantaggi esiste, come testimoniato dalla FDI (Food Drink Ireland). Sarà da valutare se verranno intraprese delle misure a riguardo a livello di dogana, o se l’Irlanda del Nord andrà con il tempo ad adottare misure similari.

Si aumenta il prezzo del vino basandosi esclusivamente sui problemi di salute che rischia chi ne abusa. Pensi sia un approccio severo ma giusto, oppure al di là dell’Italia tendono a non considerare molte componenti culturali e benefits legati al vino?

Il discorso è complesso, e certamente il rischio è di fare una disamina troppo generalista. Sicuramente si sottovaluta la seconda opzione che hai presentato, e al di là di un prezzo minimo medio, anche la cultura e l’informazione possono combattere fenomeni legati all’alcolismo. Vorrei fare un parallelismo con la Gin Craze che dilagò nella Londra georgiana di metà ‘700, dove i diversi Gin Act non servirono a molto. Andare a vedere come si svolse quella vicenda potrebbe darci alcuni spunti a riguardo.

Sotto quella cifra (7,40 €), oltre per utilizzo in cucina, vogliamo dedurre che il pubblico irlandese acquistasse vino come “party drink” o comunque non destinandogli particolare importanza se non quella alcolica. Vista la legge rivolta principalmente agli Off-license, credi sarà un dissuasore o un ulteriore arricchimento per i proprietari di queste attività?

Difficile dirlo ora. In Scozia, dove misure analoghe sono state intraprese dal 2018, si è verificato un calo del 5% degli acquisti in supermercati e negozi. Ciò farebbe propendere per pensare ad una maggiore dissuasione.

Ora che la proposta è legge, pensi che in Irlanda cambieranno alcuni meccanismi in cui a fronte di una maggiore spesa si comincerà a pretendere una qualità superiore, o i vini low cost continueranno ad assorbire la maggior fetta dei consumi?

Non credo che una presunta richiesta di qualità superiore sia assimilabile all’inserimento di un prezzo minimo per l’acquisto di alcolici. In secondo luogo, chi è abituato ad acquistare low cost continuerà a farlo, semplicemente o attraverso mercati paralleli o adeguandosi al prezzo minimo richiesto, o cambiando in bevande meno costose alla base. Poi logicamente è tutto relativo.

Se una manovra del genere venisse applicata in Italia, siamo unanimi nel prevedere reazioni negative, ma a che scenario si andrebbe incontro?

Il rischio è il medesimo ravvisabile anche in altre nazioni, o in altri contesti: gli scenari che si palesano sono quelli ravvisabili anche in altri punti della suddetta intervista, ovvero la possibile nascita di mercati paralleli, l’acquisto di frontiera o l’evasione.

Con altre cifre ed adottando altri criteri, ritieni sia giusta l’imposizione di un prezzo minimo sul vino?

Premetto che simili decisioni vanno sempre analizzate e contestualizzate in una realtà. Il vino è il riflesso di una civiltà e a mio modesto avviso è più il far cultura al bere responsabile che forse l’introduzione di un prezzo minimo che possono aiutare in tal senso.

E se questa legge fosse applicata da tutto il mondo, pensi che alcune fasce “entry level” di categorie come Lambrusco, Chianti, Romanella finirebbero al capolinea o, come più volte verificato in altri contesti, andrebbe a generare l’aumento di un mercato parallelo o addirittura evasione totale?

Credo che il mercato si vada ad autoregolare da solo in tal senso. É logico aspettarsi il possibile aumento di mercati paralleli, e se fosse applicata, ci potrebbe anche essere il passaggio da una parte di consumatori in alcolici meno costosi già alla partenza.

Sei proprietario di un locale. Sinceramente, con 7,40 € che vini si possono comprare?

É una fascia dove logicamente si cerca il rapporto qualità prezzo, per vini giornalieri di pronto consumo. Dipende sempre cosa si va a cercare e cosa ci si aspetta da una bottiglia di vino. Ricordiamoci che una enorme fetta di mercato nel mondo del vino è trainata da vini a basso costo per il consumo quotidiano, e come tale va rispettata.

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