Napoli, pizza e Zia Flavia foodnboobs: le protagoniste di Storie di Pizza, il docufilm su Amazon Prime Video

Francesca Brunzogio 19 set 2024

Arriva il primo docufilm sulla pizza girato interamente a Napoli con due grandi protagoniste: la pizza e Zia Flavia

Dal 20 settembre Storie di Pizza sarà visibile sulle piattaforme digitali Amazon Prime, Tim Vision e Google Play.

Il docufilm, patrocinato dalla Regione Campania, è nato da un'idea di Bruno Avagliano e Luca Carcano ed é una coproduzione di REcarcano Srl e Aha Studio che avrà una distribuzione internazionale. Attraverso le riprese effettuate la scorsa primavera, vedremo dar vita ad una visione completa sulla pizza, dando spazio ai prodotti d'eccellenza italiani, alle origini storiche e le diverse interpretazioni di questo piatto iconico, unendo le persone attraverso una passione comune. Un vero e proprio viaggio attraverso le strade di Napoli che ne raccontano il cuore e l'essenza oltre che la passione, la dedizione e l’abilità dei pizzaioli napoletani in quella che si chiama “arte bianca”.

Enzo Coccia, I Condurro dell'Antica Pizzeria Da Michele, Gino Sorbillo, Errico Porzio, la Pizzeria Brandi, Diego Vitagliano, Salvatore Salvo si lasceranno andare a racconti e approfondimenti sulla pizza napoletana, aprendosi e (aprendoci) a spunti sulle tendenze attuali e future nel mondo della pizza ma soprattutto facendoci godere di ogni sfumatura di questo cibo che unisce culture e generazioni.

A "condurre" in questo viaggio sarà Flavia Corrado, la nota foodblogger conosciuta al pubblico come Zia Flavia foodnboobs

Zia Flavia è ormai arcinota al pubblico dei social network grazie a due caratteristiche fondamentali che non mancano mai nel suo modo di comunicare: il verace amore per Napoli e tutta la sua cultura, culinaria e non solo, oltre alla consapevole esibizione di tutte le sue qualità, fisiche e non. Perché a tutte le morbide e attraenti forme rotonde del suo corpo si associa quella che a Napoli definirebbero " 'na capa quadrata".

Ebbene si! Perché la cara zia Flavia ha, prima di tutto, saputo essere imprenditrice di sé stessa. Una gran bella capa quella della Corrado che sa il fatto suo, che riesce a ragionare con la propria testa, che ha saputo intrecciare così accuratamente la propria vita con la propria passione da intuire potesse divenire anche una professione. Flavia si è infatti affermata in questo mondo sicuramente grazie al suo corpo, non lo nega nessuno e lei in primis. Anzi.

Gran parte del successo arriva, però, per due ragioni ben più significative che sono l'aver saputo cavalcare nei tempi giusti l'onda anomala della social-pizza-mania e, indubbiamente, la scelta di utilizzare le proprie virtù fisiche - che poi si chiamano tette, non c'è altro modo più bello per chiamare le cose che con il proprio nome. E tutto per rendere efficace la propria comunicazione. Direi che è una filosofia che trova coerenza nella professionalità quanto nella vita privata, in quanto Flavia con questo suo esser diretta, autentica, genuina e schietta riesce a dare una chiara visione di ciò che vuol dire essere donna oggi.

E con tutte le difficoltà del caso il messaggio è uno: maturare la consapevolezza che non c'è nulla da nascondere in ciò che siamo e che il gesto di una può valere per tutte, perché - la cito testualmente - "ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne.

Zia Flavia foodnboobs racconta Storie (anche) di Pizza

In che modo ti sei avvicinata al mondo del food e come hai deciso di farne il tuo lavoro?

"Banalmente ti direi che tutto è nato grazie al mio amore per la cucina, ma questo sarebbe riduttivo. Da sempre sono un’appassionata di comunicazione, sin da bambina ho lavoricchiato in tv e ho iniziato ad approcciare al web molto prima della nascita dei blog e dei social network. A 17 anni, ad esempio, creai un forum in cui davo consigli d’amore. Diciamo, quindi, che cibo e comunicazione sono da sempre due temi che coltivo da una vita, seppur separatamente. A tutto ciò, aggiungici che da quando sono nati i social network ho subito notato un morboso interesse da parte delle persone verso i fatti miei, quindi perché sprecare gli inciuci se puoi monetizzarli? "

Come è stata questa esperienza di full immersion nell’essenza della pizza napoletana?

"È stato molto interessante. Da buona napoletana ti dico che la pizza è il mio piatto preferito e, almeno una volta a settimana da quando ho i denti, la mangio. Per girare le scene del docufilm che mostrano la lavorazione delle materie prime in tutte le fasi, abbiamo percorso l’intera Campania, quindi ho avuto l’opportunità di vedere con i miei occhi, dietro il piatto che mangio da sempre, quanto lavoro c’è e soprattutto quanto è importante la provenienza dei prodotti. C’è una scena che probabilmente vi sembrerà normalissima, invece durante le riprese ci ha fatto morire, in tutti i sensi: per mostrare le fasi di lavorazione della mozzarella abbiamo girato delle scene in un campo di vacche, sia io che l’intera troupe eravamo letteralmente con i piedi nella cacca, io però indossavo delle ballerine e dovevo sorridere in camera. Non si dica che non mi sono sporcata le mani, anzi i piedi!"

La pizza resta qualcosa di semplice” hai dichiarato. Ed è così: nei gesti e nella composizione la pizza è un prodotto essenziale ed in un mondo che sempre più insegue complessità e sovrastrutture secondo te cosa rappresenta?

"Guardare l’evoluzione della pizza in questi ultimi 20 anni è un po’ come guardare l’evoluzione della società. Sicuramente i social network hanno influito nella rincorsa al raggiungimento di un certo standard di perfezione, con e senza filtri. La pizza resta un piatto semplice fatto da ingredienti semplici e la semplicità, a parer mio, è la base perfetta su cui sperimentare. Siamo solo all’inizio, ne vedremo ancora delle belle."

Cosa rappresenta per te questa partecipazione ad un documentario internazionale sulla tua terra?

"Per me rappresenta sicuramente il raggiungimento di un riconoscimento importante all’interno del settore. I food blogger in generale subiscono molte critiche, io in quanto donna che ha scelto di unire la propria immagine al food, ancora di più. Numerose sono le battaglie quotidiane fatte per conquistare una certa credibilità, e questo è sicuramente un traguardo, ma io spero sia soprattutto un inizio. Quando mi proposero di indossare le vesti di conduttrice, non ci credevo. Ero convinta fosse un progetto che, come tanti altri, sarebbe naufragato ancor prima di iniziare, invece è successo davvero e tra poco sarà visibile a tutti anche all’estero. Parlare della mia Napoli e del piatto napoletano più famoso al mondo mi inorgoglisce per l’amore viscerale che provo per la mia città e la sua cultura culinaria. "

Quanto è complicato essere credibili in questo settore contaminato da scrocconi che minano la considerazione di professionisti veri?

"Per me il web è una risorsa perché dà voce a tutti. Per tanti questo è solo un problema, ma io non sono del tutto d’accordo. Onestamente io non trovo che “gli scrocconi” siano una minaccia per me o in generale per il web. Ognuno ha il pubblico che riesce a conquistarsi e c’è talmente spazio che possiamo tutti lavorare in maniera parallela e con le nostre competenze. Ovviamente questa libertà è un’arma a doppio taglio, perché non solo chiunque può diventare, se ci riesce, creators ma soprattutto il pubblico ha la possibilità di lasciare con enorme facilità commenti di qualsiasi tipo, anche pieni di rancore. Così il web diventa terreno fertile per maschilismo, omofobia, razzismo e tutti i commenti d’odio contro quello che sembra diverso. Sicuramente in un ambiente del genere se sei donna, femminista, e vuoi essere considerata anche per quello che dici, è molto difficile. Per quanto riguarda la mia credibilità, ormai la pagina esiste da tanti anni, faccio video ricette da quando su Facebook era di tendenza il formato quadrato con riprese dall’alto, ormai ho un team fatto da social media manager, fotografo e videomaker e oggi, come il primo giorno, da alcuni sono considerata solo un oggetto sessuale, sicuramente non mi sento di attribuire la colpa a chi, magari anche goffamente, cerca di inventarsi un nuovo mestiere."

Quanto è stato importante il tuo corpo nel tuo percorso? E quanto è svilente dover combattere per far capire che c’è “solo” tanta consapevolezza nell’esibire essenzialmente quel che siamo?

"Ti ringrazio tanto per la domanda. Il corpo sicuramente ha fatto il suo in questo progetto, ma mentirei se dicessi che è stato più importante degli altri fattori. Per restare in tema, è come una ricetta: il Ragù senza carne è la stessa cosa? Senza pomodoro? Può avere la stessa resa un Ragù con cottura veloce? Sicuramente se avessi avuto un seno piccolissimo “foodnboobs” non avrebbe avuto senso, ma avrei puntato su un’altra idea. Io sono fortunata perché la maggior parte del pubblico che mi segue apprezza quello che faccio nella sua totalità."

Ma c’è anche chi prova a sminuire il lavoro svolto attribuendo i risultati solo all’immagine...

"E questo è il classico tentativo di rendere la donna un oggetto sessuale, di cui tutte siamo vittime, anche con i maglioni accollati. Il corpo femminile non è una scorciatoia, lo è se vuoi configurarti come un feticcio sessuale fine a se stesso, ma se vuoi essere una mente, il corpo è purtroppo un limite. La mia battaglia sta nel non dover scegliere se essere un corpo o una mente, io sono entrambe le cose. Quindi, sì è molto svilente, ma è una battaglia di cui tutte siamo protagoniste, con o senza maglioni accollati."

Storie di Pizza è disponibile da oggi, 20 settembre, su Amazon Prime Video e noi non vediamo l'ora di guardarci queste tre brillanti protagoniste: Napoli, la pizza e Zia Flavia!

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