Qualcuno volò sul nido del cuculo fin su a Merano
Ovviamente quello che stiamo per raccontarvi non ha alcun riferimento cinematografico, né ha a che vedere col romanzo dello scrittore statunitense Ken Kesey, pubblicato nel 1962 e tradotto in Italia nel 1976. Infatti, la sua narrazione, ambientata in un ospedale psichiatrico dell'Oregon, rappresenta una critica all'istituzione psichiatrica, e più in generale, ad un sistema fondato su metodi impositivi e punitivi, che reprime ogni forma di individualità e diversità.
Nulla di più lontano dall’argomento che qui si intende trattare, sempre che non si voglia lanciare il seguente messaggio: ci sono delle pecore nere che non ci stanno a vivere un’intera esistenza dentro lo steccato fatto di certe convenzioni, di una data maniera di irreggimentare cose, persone e modi di fare, difendendo così la loro individualità ed il loro essere divergenti, dimostrando che pur certo esiste un’altra maniera di agire e senza dover chiedere alcun tipo di convalida. Fuori dal gregge.
Qui alla redazione di Foodclub.it abbiamo costantemente raccontato della nascita, del progresso e del compimento del progetto Mosaico per Procida e di cosa ci sia voluto perché fosse realizzato in quella maniera che solo Gaetano Cataldo aveva immaginato oltre un anno fa: una visione fatta di creatività, amore per il territorio, inventiva e tenacia che non tutti hanno ancora compreso, per quanto sia da un bel pezzo sotto la luce del sole.
Ventisei cantine ed un’altra quindicina di aziende tra produttori e ristoratori, mostre d’arte, patrocini nolenti e volenti, degustazioni un po’ ovunque, il Vinitaly e il dono dell’ubiquità, un consistente numero di autorevoli personalità raggiunte da questa bottiglia, ormai iconica, e questo casinista eversivo, disturbatore dell’ordine costituito della sommellerie, che cosa ti combina? Arriva a portarla pure al Papa in persona, consegnando il vino che per primo celebra la cultura, salutandolo con somma riverenza e con una frase di Giordano Bruno!
Gaetano Cataldo desiderava che la Campania dell’enologia facesse un abbraccio collettivo verso Procida per riconoscimento alla sua nomina a capitale della cultura, dando la parvenza di un volto inedito ad una regione che troppo spesso vive di clientelismo, di mediocrità e nella piena incapacità di fare gioco di squadra, realizzando qualcosa di bello e sano, senza il becco di un quattrino e raccogliendo libere donazioni, dando in cambio un vino che non era stato ancora imbottigliato, promuovendo gli sponsor e mettendosi a disposizione gratuitamente per loro raccontando il progetto quando richiesto.
Qualcuno si è accorto di tutto questo, mentre altri tentavano di tenere tutto questo in una landa desolata tra distrazione ed indifferenza, per quanto la comunicazione che è stata data a Mosaico per Procida abbia avuto risalto nazionale, ed è successo che al Merano Wine Festival hanno nominato Gaetano Cataldo miglior sommelier dell’anno…. Il 2022 verrà ricordato come l’anno dei pazzi insomma!
Dietro il luminoso percorso di Mosaico per Procida devono essersiaccorti anche di tutto il resto però, pure perché questo bel soggettino di trascorsi ne tiene e a noi piace descriverlo così:
Ha smesso di fumare nel 2004 a bordo di una nave posacavi al largo di Port Said davanti ad una piattaforma petrolifera saltata in aria, non si sa bene come, eppure non ha del tutto perso l’abitudine di alzarsi dopo cena, annunciare sorridente di andare a comprare un attimo le sigarette e tornare dopo otto mesi, navigando e naufragando dolcemente un po’ ovunque, tra anni sabbatici e cambi di stagione trasversali, sospeso tra Oceano Mare ed Enogastronomia, portandosi dietro appena il tastevin, un sestante ed un costume da bagno.
Non si riesce a capire come abbia fatto ad avere trascorsi in Egitto e in Repubblica Dominicana, a fare una dozzina di giri attorno al mondo passando dalla ciurma dei cargo, all’equipaggio di velieri, di navi da crociera e yacht di lusso, imponendo la sua cucina ed i suoi abbinamenti ai malcapitati, e dichiarare di essere del ’74.
Però il forte legame con la sua terra lo fa sempre ritornare e lo fa essere global e local al tempo stesso.
È sommelier professionista AIS da quasi 20 anni, ufficiale di navigazione con abilitazione al comando per le navi da diporto, sake specialist certificato, introducendo in maniera inedita il link tra la Dieta Mediterranea e il fermentato di riso, ed è assaggiatore tecnico di salumi; ha conseguito un master professionale in food & beverage management e si occupa di consulenze, formazione e comunicazione; inoltre, qualora qualcuno se ne fosse scordato, ha collaborato col periodico Vitae, traducendo per primo la forte relazione tra vino e mare, ha scrittoper Onas Review, collabora per Sake News e scrive per la rivista Mediterranea Online ormai da 12 anni. Ha fondato Identità Mediterranea, una piccola associazione nata per promuovere e difendere la cultura del Mare Nostrum a 360° e con la quale ha realizzato Mosaico per Procida.
Alle volte, è il caso di dirlo, i riflettori si girano dalla parte sbagliata e ciò che illuminano lascia ben sperare che la passione, la capacità di fair play, senza andare mai alla ricerca di scorciatoie, e la cara vecchia meritocrazia possano ancora pagare, persino le pecore nere.
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