Ritorno al futuro con l'antico grano

Giovanni Fancellodom 13 dic 2020

Trigu alvu, antigu,aracenu, arista niedda, arrùbiu,aspareda, barantinu, becosu, becù, berbeghinu, biancale, biancu, biancucciu, bidii, brenti bianca, biancu, brotzu, cannusale, canu, cixireddu, coa de atàlgiu, cossu, cuaddari, dàinu, de maraviza, dent’e cani, farru, fasciadu, grodinu, longu de Atzara,marengu, moru, murru nieddu,pitzu de caboru, romanu, ruju, saragolla,sardaresu, sardu, trighitu questi i principali, ma tanti altri ancora sono i grani che gli anziani contadini della Sardegna ricordano di aver coltivato.

Una necessità antica, infatti, già l’uomo preistorico si ingegnò a raccogliere i semi del frumento allo stato spontaneo per soddisfare il bisogno primario di una alimentazione farinacea.

Con lo sviluppo dell’agricoltura, si inizia a coltivare vari tipi di cereali come: orzo, farro, grano, sorgo e anche leguminose. Tempi lontani e spesso dimenticati anche dai coltivatori contemporanei.

Ancor oggi si dice che si coltivino “grani antichi”. I “grani antichi” hanno sviluppato caratteristiche preziose grazie alla millenaria selezione naturale, ma anche grazie a quella che le sapienti mani dell’uomo hanno elaborato.

Si possono coltivare in zone con bassa piovosità, in terreni poco fertili e non necessitano di abuso di concimi chimici. Sono il frutto del lavoro di piccoli coltivatori, e già in fase di molitura sprigionano quell’intenso e caratteristico profumo di grano che i grani di coltivazione intensiva, non posseggono.

Da qualche anno è stata acquisita maggior consapevolezza e molti contadini, anche in forma associata, stanno recuperando antiche varietà di grano, con la coscienza di una resa minore, ma col vantaggio di ottenere grani sani non sottoposti ad un elevato utilizzo di concimi, diserbanti e fertilizzanti chimici; il tutto a beneficio della salute del consumatore.

E a loro che il poeta pensa quando canta: “Del mare e della terra faremo pane, coltiveremo a grano la terra e i pianeti, il pane di ogni bocca, di ogni uomo, ogni giorno arriverà perché andammo a seminarlo e a produrlo non per un uomo ma per tutti, il pane, il pane per tutti i popoli e con esso ciò che ha forma e sapore di pane divideremo: la terra, la bellezza, l’amore, tutto questo ha sapore di pane. (Pablo Neruda - Ode al Pane).

Le foto sono di Sa Laurera azienda agricola Ecosostenibile di Villanovaforru (Sardegna).

Un "ritorno al passato" che ci proietta nel futuro facendo tesoro di quanto più prezioso abbiamo, la nostra storia, la nostra cultura e una selezione naturale protratta nei secoli. E ora chiediamoci, cos'è veramente antico?

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