Salvatore Magnoni Azienda Agricola – Identita’ autoctona nel calice e musica nel cuore sulle colline cilentane

Carlo Strafacelun 31 lug 2023

PRIMALATERRA

Azienda Agricola Salvatore Magnoni
Via Fratelli Magnoni, 11 - 84070 Rutino SA
Tel: 329 8125129
Email: info@primalaterra.it
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Siamo andati a trovare il vigneron Salvatore Magnoni nel borgo avito di Rutino,

non lontano dal mare di Castellabate ed Agropoli, alla scoperta della sua azienda, fondata nel 2003, al termine delle sue esperienze di imprenditore ed impresario musicale nel centro di Napoli.

LA STORIA AZIENDALE

Salvatore Magnoni è uomo dalla cultura stratificata, interprete della propria vita in maniera intensa e partecipativa, sin dagli esordi lavorativi: fondatore ed ideatore, insieme ad altri soci, dei locali partenopei Diamond Dogs (a proposito di Bowie), Velvet e Fonoteca, come scenario una Napoli pervasa da un intenso fermento culturale, che usciva dagli anni bui e drammatici della ricostruzione post-sisma del 1980.

Locali, questi, che hanno segnato il passo nello sviluppo della storia musicale del nostro capoluogo, con degli snodi narrativi probabilmente ancora da scrivere: gli stessi che hanno portato Magnoni a costruire un nuovo capitolo della sua attività, fondando l’azienda agricola omonima insieme ai propri figli, nell’antico borgo cilentano di Rutino, divenendo in una manciata di anni un interprete per certi versi eterodosso dell’identità enologica locale.

Ci verrà in soccorso, per comprendere appieno la propria filosofia fondativa, l’incipit della presentazione aziendale, reperibile sul sito denominato, programmaticamente, primalaterra: “la terra è di chi la lavora, ed io sono a lei devoluto in una terra fra boschi di lecci e macchia mediterranea sulle colline cilentana, con pratiche agronomiche non invasive, facendomi prendere e sedurre, affondandoci le mani dentro”.

Il progetto è ambizioso, all’anarchia creativa alla quale Magnoni era abituato, nella sua veste di impresario, selezionatore ed “agitatore musicale” doveva corrispondere un ambizioso progetto di riqualificazione dell’area, in tre step, tutti egregiamente percorsi: un ripensamento della vigna, gli uliveti da recuperare ed implementare, ed infine il casolare da riqualificare, con una splendida cantina naturale, sotto l’egida dei numi tutelari Bruno De Conciliis e dell’enologo Maurizio De Simone.

Ai giorni attuali, il lavoro si concentra sull’Aglianico, e dal 2018 sui nuovi impianti di Fiano, Falanghina e Barbera, con la notabile introduzione di due petillant-nature, rifermentati in bottiglia, che abbiamo assaggiato nel corso dell’incontro, ovviamente con una colonna sonora proposta – settemila circa i vinili posseduti ed esibiti da Magnoni nel proprio casolare, custoditi gelosamente in teche e mobili d’antan – all’altezza della rassegna enologica.

I VINI E LA DEGUSTAZIONE SINESTETICA

Partendo dai due c.d. “metodo ancestrale”, all’esito di un giro nella splendida cantina con giardino prospiciente l’ingresso del casolare, collocato incredibilmente nel centro storico di Rutino, iniziamo dal Paestum Bianco Frizzante I.G.P. Calabianca 2022, blend di Fiano Falanghina e Malvasia, non filtrato, note di miele e mela, super-bevibilità marcata.

Si prosegue con l’altro rifermentato Paestum Rosato Frizzante I.G.P. 2022 Nico Rosè – Aglianico in purezza – dallo splendido colore corallo, di elevata duttilità di beva, nessun accenno di solforosa, in pairing musicale – rigorosamente su supporto in vinile - ascoltiamo i War, gruppo musicale funk statunitense degli anni sessanta, in combo con il leggendario singer inglese Eric Burdon, già leader degli Animals.

E’ la volta del Rosso del Ciglio Aglianico Paestum I.G.P. 2020, macerazione di circa dieci giorni sulle bucce, affinamento in barrique esauste per circa un anno, non filtrato, tannino morbido, aromi di frutti di bosco, pepe e tabacco, in pairing musicale ascoltiamo i Can, gruppo di art-rock sperimentale attivo in Germania negli anni settanta, pionieri della scena kraut-rock (per intenderci, quella dei Tangerine Dream e dei Kraftwerk).

Infine, sulle due punte di diamante aziendali, il Primalaterra Aglianico Cilento D.O.P. 2016 e Primalaterra Riserva Aglianico Cilento D.O.P. 2015, - il primo affinato venti mesi in botti di rovere francese, prodotto con lieviti autoctoni, il secondo messo in barrique per ulteriori dodici mesi, quindi ancora più strutturato e complesso – in abbinamento sonoro abbiamo uno dei gruppi preferiti dello scrivente, gli americani Khruangbin, jam-funk-rock psichedelico da Houston, Texas, in cui l’improvvisazione tecnica diviene subordinata alla cifra stilistica originale, esattamente come avviene per i prodotti del nostro Salvatore Magnoni, nella sua seconda vita.

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