ScottoJonno - Napoli, inaugurato in Galleria Principe il progetto culturale gastronomico di Luca Iannuzzi che segna il ritorno di Marco Ambrosino

Carlo Strafaceven 17 mar 2023

ScottoJonno a Napoli

Galleria Principe - Via Broggia, 7 - Napoli
Sempre aperto dalle 8,45 alle 24
Email: info@scottojonno.com
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All’insegna della riqualificazione urbana e della promozione culturale, il nuovo progetto dell’imprenditore Luca Iannuzzi: biblioteca, caffè e bistrot in una visione organica e composita.

Una vera e propria palingenesi di luoghi e fini, sorretta da una visione imprenditoriale e da una crew di assoluto valore e talento, che ha il merito indiscusso di restituire alla città partenopea un luogo pregno di fascino e storia, per troppi anni mutilato e sfregiato.

ScottoJonno rinasce dunque a nuova vita

Sì, grazie al nome mutuato dall’iconico cafè chantant fondato dall’omonimo procidano Vincenzo Scotto Jonno nel lontano 1883. Diviene, così, stella polare della Galleria Principe Umberto negli spazi dell’ex Tesoreria del Banco di Napoli, mantenendosi tuttavia distante da riletture oleografiche e di maniera.

Luca Iannuzzi è imprenditore visionario ed erudito, appassionato di cultura e storia borbonica, che, tuttavia, deve giocoforza avere letto Croce: i corsi e ricorsi storici avranno influito sulla scelta dell’executive chef Marco Ambrosino, trentenne procidano, alla guida del bistrot, e del ristorante fine-dining che verrà a breve.

Ambrosino sull’isola di Arturo vi è dunque nato, rientrato nei ranghi della sua regione dopo la dirimente esperienza del “28 Posti” sui navigli di Milano, fra significative narrazioni dei suoi luoghi aviti – ricordiamo il Collettivo Mediterraneo che lo vede protagonista insieme ad illustri colleghi – e piatti che hanno segnato la sua esperienza di cuoco militante contemporaneo, come ama definirsi.

All’attualità, adiuvato dal sommelier Andrea Lanzillo, avrà il compito e la responsabilità di gestire l’intera proposta gastronomica dello spazio, partendo dai lievitati di prima colazione – ca va sans dire, la zona ove sorgeva la galleria era occupata dalle cosiddette “fosse del grano”, ovverosia il deposito di farine e grano della città - sino al bistrot, aperto a pranzo e cena, dalle nove del mattino sino a mezzanotte, con esclusione del martedì.

ScottoJonno - il locale

La destinazione amministrativa aveva finito con il provocare un appiattimento estetico dei locali, ora finalmente restituiti alla vocazione primigenia, fra raffinate influenze liberty e dettagli art noveau.

Circa seicento metri quadrati su tre livelli, al cui allestimento coevo ha contribuito in maniera determinante il designer d’interni Eugenio Tibaldi, amico e collaboratore di Iannuzzi.

Evocativi gli ambienti, su cui si staglia al centro della lounge, maestosa ed incombente, una gigantesca libellula, icona del locale, riprodotta anche sulle divise del personale. Impossibile soprassedere sul bancone d’antan con cocktail bar, sull’angolo dei taglieri, e sul contiguo bistrot, con tavolini in vetro ove desinare, e poltrone dal fascino squisitamente vintage.

Intonaci originari sui muri, a rappresentare una sorta di contrappunto alla ludica modernità attuale, al piano superiore sono state impiegate le sete di San Leucio per adornare le pareti, rivangando i fasti della Belle Epoque, in un recupero conservativo dal carattere marcatamente filologico.

Splendida ed unica anche la biblioteca, circa milleottocento i tomi catalogati – consultabili on-line anche tramite un’applicazione elettronica – in collaborazione con la Guida Editore, al piano superiore il ristorante sarà un’incredibile agnizione, con la cucina a vista cui fa da contraltare il tavolo dello chef, in quello seminterrato è ubicata la cantina con privè, già regno di Andrea Lanzillo.

ScottoJonno - l'evento di inaugurazione

A seguire, in attesa di mettere alla prova il menù vero e proprio con il bistrot che aprirà prossima settimana, assaggiamo una teoria di tapas ed appetizer nel corso della serata di gala, seguiti dall’ostrica farcita, dal tagliere di salumi e formaggi freschi ed erborinati come da tradizione, ed infine dal dessert torta basca.

In pairing, champagne Billecart Salmon brut reserve, blend di tre vitigni provenienti dai migliori terroir della Champagne, per una bollicina da carattere arioso ed equilibrato.

A conferire ulteriore lustro alla serata, il musicista, attore e performer Peppe Servillo, con il reading recitato “La presa di Torino”, un racconto dell’autore Maurizio De Giovanni – presente in sala – tratto dal libro “Il resto della settimana”, accompagnato alla chitarra da Cristiano Califano.

crediti della foto copertina e della foto dello chef Ambrosino: Donatella Bernabó Silorata dal sito www.donatellabernabo.it

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