Tommaso Mazzanti de "All'antico Vinaio": delivery, social e ottimismo per continuare a dare e sentire l'affetto ai clienti.
Torneremo ad uscire liberamente. Torneremo a frequentare i nostri posti del cuore. Torneremo a visitare posti e locali nuovi. Torneremo a viaggiare.
Torneremo nei luoghi che sono casa (fuori casa però), torneremo in quei posti che ci sono tanto mancati ed ai quali abbiamo pensato tra un tutorial di pizza in teglia e una infornata di cornetti.
Torneremo al mare così come dalle nostre famiglie, dai nostri amici. Torneremo a visitare città d’arte ed a sfamare la nostra curiosità, la nostra voglia di sapere.
Quanti di noi non vedono l’ora di tornare in città come Firenze, in luoghi simbolo come gli Uffizi, Santa Maria del Fiore, Piazza della Signoria e... ALL’ ANTICO VINAIO ?
Tommaso Mazzanti ci tiene compagnia via social e riesce a farci sentire il profumo della sua schiacciata in quel suo “bada come la fumaaa”, eppure è innegabile che ad ogni foto postata ci venga una voglia pazzesca di correre davanti alle sue affettatrici!
Tommy è da sempre molto presente sui social: oltre a contare quasi un milione di followers è anche tra i più attivi con video e dirette, proprio lui mi diceva “bisogna utilizzarli in maniera efficace, intendo con sincerità: io pur facendo il bischero sui social, racconto la mia vita, la mia giornata, i miei progetti, quello che sono io e ciò che è l’Antico Vinaio."
Tommaso Mazzanti è proprietario de “All'Antico Vinaio” che ad oggi conta 4 punti vendita su Firenze: la prima sede risalente al 1989 e rilevata anni dopo ed i successivi punti vendita nati nel 2013, nel 2015 e nel 2017, in più una quinta sede è in programma su Milano nel 2020.
Il suo inserimento in azienda a livello imprenditoriale è avvenuto tra il 2009 ed il 2010 quindi è facile intuire che sia stato il suo modo di guardare alla ristorazione, il suo entusiasmo e la sua caparbietà oltre al suo credere nei suoi progetti, ad aver trasformato “All' Antico Vinaio” in un vero e proprio fenomeno –in (solo!) un decennio. Questa è la sua enorme soddisfazione.
Oltre ad essere tra i migliori street food d’Italia, Tommaso Mazzanti è stato recentemente preso come esempio di successo nella ristorazione per una lezione alla Università Bocconi di Milano, è diventato presidente dei Giovani Imprenditori fiorentini del terziario ed è uno dei nove italiani ambasciatori di Facebook per le aziende. Tommaso e la sua azienda sono stati scelti come caso di studio tra le piccole e medie imprese nazionali per l'uso dei social. un enorme salto da quel primo profilo sul social network nel 2008.
Ed a proposito di soddisfazioni, non sono mancate in questi anni ed in tanti modi: a partire da TripAdvisor in cui ha creduto fin da quando in Italia era un meccanismo sconosciuto (la prima recensione risale a Dicembre 2008), ha sempre pensato potesse essere la svolta ed il nuovo possibile punto di riferimento per la ristorazione italiana. Oggi proprio TripAdvisor elegge All' Antico Vinaio il terzo locale più recensito al mondo (da qualche anno, in realtà) ed è stato nel 2014 il locale più recensito al mondo.
Ovviamente i locali al momento sono chiusi e totalmente fermi anche se Tommy sta ipotizzando di riprendere con le delivery, così gli abbiamo fatto un po' di domande.
Tommy, ciao! Come stai? Come procede questa quarantena?
Guarda… dopo più di 3 settimane di chiusura totale, sono andato in negozio per controllare magazzino e prodotti e vedere Firenze così deserta è stato veramente un dolore. Però è ciò di cui ora come ora necessitiamo per combattere questo momento sperando che tutto torni il prima possibile alla normalità.
Ti manca il locale, vero?
Ho avuto l’onore e la fortuna (lo specifico sempre) di essermi ritrovato l’antico vinaio fin da bambino perché il mio babbo ha aperto la sede storica nel 1989, quando io avevo solo un anno, quindi sono proprio cresciuto dentro l’antico vinaio. Uscire di casa alle 7 del mattino e rientrare a tarda sera , alle volte anche a mezzanotte, era la mia normalità!
Come ti sei ritrovato a fare il vinaio?
Il mestiere del vinaio -che poi nasce proprio in Toscana ed è proprio colui che fa panini e serve un gottino di vino- mi sembrava una tradizione ormai scomparso. Mi chiedevo come potesse scomparire una delle figure più belle che ci sono, perché rende facile l’interazione con i clienti e li fa stare bene. Amavo vedere il mio babbo coccolare i clienti, intrattenerli, preparargli i panini sempre come se dentro ci potesse mettere un po' di gioia e spensieratezza. (Non nego che a quei tempi era poca anche la mia voglia di studiare!)
All'età di 14 anni ho cominciato ad andare al locale per aiutare mio padre ed a 16 anni ho lasciato gli studi. È nato così l’amore viscerale per questo locale che nonostante l’ambizione non pensavo di certo di poter portare a quello che è oggi né pensavo di riuscire a realizzare quello che ancora oggi resta il mio sogno: creare un simbolo con il nome di questo locale che è sempre e comunque il nome della mia famiglia. Ecco, è un tributo alla mia famiglia.
Direi che ci sei riuscito, date anche le collaborazioni oltreoceano!
Sì, è stata una esperienza fantastica. Abbiamo fatto due pop-up, entrambe della durata di un mese, con il mio amico Joe Bastianich, giudice di Masterchef in USA e in Italia.
A Giugno siamo stati a New York, registrando ben 30 sold out consecutivi. Prima iniziare qualcuno mi disse che " A New York la fila non la fa nessuno".La prima sera c'erano 200 persone in fila sotto la pioggia.
A Novembre siamo stati a Los Angeles ed avevo meno aspettative. ed invece la quarta sera avevamo 600 persone in fila e facemmo sold out prima ancora di aprire il locale.
Resto sempre pieno di ambizione e soprattutto voglia di crescere. Spero davvero di continuare a realizzare i miei sogni.
E tutto questo lo devo sempre, ma sempre, ai miei ragazzi che hanno permesso il nostro successo mondiale. Sono i miei meravigliosi collaboratori a stare sul campo e renderci così vivi.
A proposito dei tuoi ragazzi, come stai gestendo la situazione con i tuoi dipendenti?
La situazione non è bella, come in tutta Italia. I nostri ragazzi purtroppo al momento sono in cassa integrazione, almeno però la nostra solidità di azienda ci ha permesso di potergli anticipare la cassa integrazione. Per noi è un onore e un motivo di orgoglio -ancora una volta, perché ribadisco che è grazie a loro se siamo arrivati dove siamo. Meritano questo piccolissimo gesto da parte nostra perché abbiamo tutti la stessa voglia di ripartire anche per quanto riguarda i progetti futuri che sono grandi e necessitano sia di me, sia della mia famiglia che di tutto il nostro staff.
Ho letto che hai intenzione di ripartire dalle delivery, cosa hai in programma?
Noi abbiamo sempre fatto delivery ed al momento siamo in esclusiva nazionale con Glovo. L’idea è quella di tornare pian pianino alla normalità quindi stiamo già “lavorando” alla riapertura. Attueremo tutte le misure di sicurezza e tutela possibili, a partire dalla dark room che è la cucina in cui entrerà una sola persona per volta (ci saranno turni chiaramente); i ragazzi staranno alla distanza di un metro e mezzo cosa possibilissima dato che non essendo aperti al pubblico si possono organizzare diversamente gli spazi soprattutto il secondo punto vendita (lavorando solo per delivery) diventa veramente ampio e quindi ognuno dei miei ragazzi avrà la sua postazione e la sua affettatrice. Anche l’addetto alla cassa avrà la sua postazione e sarà principalmente di appoggio per i rider che prenderanno le consegne.
Ovviamente tutti avranno mascherine e guanti in dotazione.
In realtà questo era un sistema già applicato prima dell’ordinanza: avevamo chiuso i punti vendita al pubblico e facevamo solo delivery.
Abbiamo stabilito un record toscano di consegne a domicilio qualche mese fa (240 consegne in una sola sera), quindi speriamo di ripartire subito con un altro record considerato il quasi mese di assenza con i clienti.
Credi molto nella delivery, pensi ci sarà una crescita di richiesta in quel senso?
Io ho sempre puntato moltissimo sulla delivery, ho iniziato tre anni fa con Foodora ed a Firenze siamo un po’ stati i pionieri; questo ad oggi potrebbe essere un buon punto da cui ricominciare e un punto di forza per noi che siamo rodati. Secondo me la ristorazione sarà sempre di più improntata sulla delivery anche perché questo periodo ci ha portato anche il riscoprire la casa come posto da vivere a pieno. Penso che quando si potrà in piccole dosi riaprire forse ci mancheranno le nostre abitudini familiari che si sono rafforzate, come a me potrà mancare preparare il pranzo per mio figlio o addormentarmi con lui.
Diciamo che questa “lunga pausa” ci ha fatto rivalutare le cose che davvero non hanno prezzo: lo stare insieme, la condivisione ed abbiamo riportato in superficie dei valori e dei piccoli piaceri che hanno stravolto le nostre priorità facendoci anche riflettere su quello che eravamo prima.
I valori più importanti sono famiglia e salute che poi chiaramente devo andare di pari passo con il lavoro.
Non dico che mi farò mancare le cene fuori ma credo che sicuramente ci sarà un ridimensionamento perché abbiamo riscoperto il gusto di un piatto di pasta a casa, in famiglia e questo di certo impatterà anche sulle richieste di consegne a domicilio.
Cosa vedi nel futuro della ristorazione?
Io sono una persona sempre ultra positiva e da sempre cerco di vedere il meglio in tutto per continuare a fare progetti. Non potrei mai pensare a nuove aperture pensando al peggio, ma anche solo pensando a ciò che già da ora ho in ballo. È chiaro che bisogna tutelarsi in tutti i modi perché nessuno si sarebbe aspettato la situazione che oggi viviamo, ma essere ottimista mi fa stare meglio anche per ragionare sul da farsi perché questa particolare circostanza sarà presente per un po’ nelle nostre vite. Come ci dicono, noi con il virus dovremo conviverci nell’attesa del vaccino. L’emergenza è forte, tutto ne risentirà. Assisteremo sicuramente a delle chiusure, parlo proprio a livello mondiale. È ovvio che le aziende con solidità maggiore, nonostante la batosta, riusciranno a tenersi. Diciamo che ci sono rami che non si spezzeranno con questo vento, anche se forte.
Hai un consiglio da dare ai tuoi colleghi?
Il consiglio che posso dare ai miei colleghi è ciò che ho sempre fatto e farò: riuscire sempre a tenere alta l’attenzione dei clienti sul proprio locale, da chi come me vende schiacciate, al pizzaiolo, alla burgeria, allo stellato. I social sono veramente importanti, sono una pubblicità gratuita che ci hanno messo in mano e se usati bene hanno una potenza pazzesca. Bisogna, ad ora, utilizzarli per far in modo che il cliente, anche da casa, parli sempre di te così che uno dei primi pensieri alla fine di tutto possa essere “voglio andare a mangiar lì! quanto mi è mancato!”.
All’Antico Vinaio è un po' casa per le tue folle. Ricevi molto affetto!
Ho ricevuto un videomessaggio di una ragazza giovanissima che mi diceva che il suo attuale amore era nato fuori uno dei miei locali e mi diceva che la prima cosa che farà oltre a vedere la famiglia, sarà tornare da noi. Questi sono punti importanti perché fanno capire l’affetto che ci lega. I social sono importanti e bisogna utilizzarli in maniera efficace, intendo con sincerità: io pur facendo il bischero sui social, racconto la mia vita, la mia giornata, i miei progetti, quello che sono io e ciò che è l’Antico Vinaio.” Per cui siamo e dobbiamo saper diventare “di casa” ed essere più che presenti - a maggior ragione in questo momento - sfruttando tutte le possibilità che abbiamo!
Sicuramente non mi arriverà una sua schiacchiata con sbriciolona (o magari con lardo, gorgonzola e miele al tartufo) ma vi assicuro che mi sento piena di energie e ottimismo!
Torneremo alle nostre vite e alle nostre abitudini e chissà se a quel punto non preferiremo davvero restare a casa e goderci una fantastica ma rilassante e tranquilla delivery.