Guida Michelin Italia 2024: il totostella di Antonio Lucifero e Carlo Nicolò
Partiamo da una premessa. Chi vi scrive sono due appassionati di ristoranti che non seguono (più) alcuna Guida nella scelta dei posti da frequentare perché ritengono che la ricerca personale (magari aiutata dai feedback di foodies, gastrofighetti, food blogger, giornalisti che ormai affollano i social, naturalmente, dopo aver fatto la debita scrematura tra i più affidabili e i meno) sia il miglior modo per approcciarsi a una tavola in modo consapevole e senza condizionamenti e, forse, lo “studio” che precede il viaggio è una fase particolarmente stimolante perché attiva l’immaginazione.
Ciononostante si partecipa a questo “Totostelle” fondamentalmente per goliardia perché,
in questo modo, non si fa altro che mettere nero su bianco pronostici che tendenzialmente ogni anno vengono fatti in questo periodo (e siamo convinti che menta l’appassionato che non dica di fare altrettanto). Se è innegabile che il raggiungimento del “macaron” sia particolarmente ambito da cuochi e ristoratori tanto perché la Guida Michelin è la più attendibile per capillarità sul territorio e competenza quanto perché è l’unica in grado di spostare realmente gli equilibri di sistema, è altrettanto innegabile che sono assolutamente oscuri e difficilmente interpretabili i parametri valutativi degli Ispettori specie considerando che, ultimamente, paiono privilegiati i ristoranti all’interno di hotel di lusso quasi a rimarcare il fatto che trattasi di Guida destinata ai viaggiatori (specie Internazionali) e che appare sempre più definita l’esigenza di questi ultimi di godere di un’offerta di ospitalità a 360 gradi.
Ma ora veniamo a noi.
Le osservazioni che seguiranno sono frutto sia di esperienze personali (per la maggior parte) sia di umori e pareri acquisiti dai foodies, gastrofighetti, food blogger e giornalisti di cui sopra di quelli dei quali, naturalmente, ci si fida.
Terry Giacomello al “Nin”, Norbert Niederkofler a “L'Atelier Moessmer”, Michelangelo Mammoliti a “La Rei Natura” e Roy Caceres a “Orma” dovrebbero condurre agevolmente al riconoscimento i rispettivi ristoranti in quanto cuochi di elevate capacità già noti ai Dossier della “Rossa” tanto che Niederkofler potrebbe fin da subito recuperare le tre stelle come passaggio di consegne dal St. Hubertus e Giacomello o Mammoliti potrebbero anche fare un salto diretto nel “Gotha” dei bistellati.
In ottica monostella, in ordine sparso, potrebbero imporsi:
- Dina;
- Senso by Eala;
- Casa Leali;
- Contrada Bricconi;
- Pellico 3;
- Verso;
- Io di Luigi Taglienti;
- Marotta Ristorante;
- Une;
- Elementi;
- La Tavola Rossa;
- Cala Luna;
- Podere Belvedere;
- Il Visibilio;
- Cracco Portofino
Passaggio da una a due stelle:
- Argine a Vencó
- Andrea Aprea
- Piazzetta Milù
- Il Comandante
- George Restaurant
- Pascucci al Porticciolo
- Lux Lucis
Passaggio da due a tre stelle
- Seta Hotel Mandarin
- Duomo
- Villa Feltrinelli
Buone stelle a TUTTI!!!
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