WINE DISASTER No. 9 - Gli Influencer
A chi non è capitato almeno una volta di imbattersi nella vita dei “FERRAGNEZ”?! Una storia di sfacciato dominio pubblico che intasa le nostre bacheche social, trasformandoci in animali digitali alla ricerca di questa nuova figura: l’influencer!
Re della savana in 5g, tra leoni da tastiera e sciacalli da gossip, imperversa e sfida la rete a suon di like, follower, contenuti virali e challenge.
Nasce con l’obiettivo di veicolare trend, si riduce molto spesso a narcisismo di tornaconto, sfruttando trucchetti e pacchetti per costruirsi una reputazione laddove non esiste.
Ma cosa c’entrano gli influencer con il mondo del vino? Esisteranno mica i WINE INFLUENCER?!? Certo che esistono ed anzi, bisogna tenerne seriamente conto.
La genesi di questa figura è di facile comprensione: così come l’industria del fashion o dello spettacolo, anche la bevanda più apprezzata dagli snob è entrata nel segmento lifestyle, coniugando l’interesse del prodotto a quello per l’esibizione. Inoltre, il dilagare dei social come “arma di ostentazione di massa” hanno nel tempo plasmato ad hoc l’alter ego perfetto del wine influencer.
Suddivisi solitamente in due fazioni, Sommelier categorici vs. Marketers, i bevitori dello show digitale sono tutt’altro che impostori allo sbaraglio, infatti lungo la strada devono affrontare numerose insidie comuni a qualunque professionista quali lo scontro generazionale, l’incomprensione e non ultima, la paura del diverso.
Bevono vini troppo commerciali? Non hanno abbastanza esperienza? Non hanno studiato dal grande Veronelli e quindi non possono permettersi un giudizio? Restiamo calmi prima di sentenziare le nostre condanne, non dimentichiamoci che nonostante tutto, non possiamo colpevolizzare loro degli orrori commessi nei decenni precedenti quali lo “scandalo del metanolo” e la diffusione del vino in brick.
È vero, tanti “provetti” influencer lasciano trasudare le nostre immacolate bacheche di vini mediocri regalati da Cantine abbagliate dal numero di followers geneticamente modificato, limitandosi a ricopiare qualsivoglia nota descrittiva trovata qua e là tra un Tannico e un Wikipedia, esimendosi così dal rischio di un giudizio autorevole e dall’appassionarci.
Il tema però è un altro: Esistono delle persone che realmente “influenzano” alcune tendenze di mercato, interagiscono con la community, scrivono e tramandano le proprie esperienze al calice, dando un reale peso al proprio contributo. Sono comunicatori, raccontano ciò che bevono e trasmettono l’esperienza degli artisti in vigna. Sono leali nelle loro trascrizioni e spesso si pagano da vivere con un vero lavoro, talvolta neanche lontanamente legato al mondo del vino.
Qual è il loro obiettivo? Molto spesso quello di aggregare più persone possibile all’approccio “semplicistico” senza ostentazioni da Maître di sala, oppure alla conoscenza di un territorio specifico. Altre volte sono focalizzati su eventi e degustazioni, un segmento che strizza l’occhio alle nuove tendenze digital, tra cui didattica online e il nuovissimo Clubhouse.
Sarà servito a qualcosa? Le preferenze d’acquisto degli italiani negli ultimi anni, ancor più dirompente negli ultimi mesi, confermano un utente più attento, smart e maggiormente incline alle novità. Merito delle “tradizionali” categorie di Sommelier? Non proprio e per quanto ci si voglia tappare il naso davanti a questa news, è merito (anche) dei wine influencer.
Ora dunque, quali seguire? Scegliete chi vi appassiona col proprio stile ed interagite con gli stessi, in fondo sono essere umani proprio come noi e quasi sicuramente, nel loro passato da “persone normali” qualche sorso di Tavernello in bicchiere PET se lo saranno anche concessi!
Gli Altri Episodi di Wine Disaster:
- No.1 - La Sciabolata
- No.2 - Vini d'Autogrill
- No.3 - Wine list da incubo
- No.4 - Il vino della casa
- No.5 - La Globalizzazione
- No.6 - Lo champagne delle feste
- No.7 - Gli agenti di commercio
- No.8 - San Valentino
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