WineClub: Frodo 2003 Andi Fausto
La moradella è il più antico vitigno della Lombardia e le vigne di Fausto Andi crescono maritate ai gelsi sull’argine di una risaia. Già queste parole tracciano un fermo immagine che fa pensare ad una poesia o ad una fiaba. Valorizzare al massimo i vitigni storici del territorio, l’Oltrepò Pavese, e in particolare Montù Beccaria, il paese di appartenenza, rappresenta per Fausto una missione che ha portato avanti con competenza, ripescando metodi arcaici di agricoltura e vinificazione. Saperi ben acquisiti dal mondo contadino nel quale è nato, che sono parte del proprio essere e dettano modi di pensare e agire ben precisi. Ha fatto con il tempo un patto di complicità e di rispetto, investendo su questo valore, e strumento, indispensabile per riuscire a dare concretezza alle proprie intuizioni. Della moradella, vitigno a bacca nera introdotto dai Celti dell’Asia Lomellina, è particolarmente fiero e mantiene un rapporto affettivo profondo. Ha studiato con ostinazione come riuscire a mantenere i suoi sentori primari, che ne preservano l’identità unica e decisamente interessante. Vitigno poco produttivo e a bassa fertilità, motivi che hanno indotto i contadini ad abbandonarla. Con Frodo la morandina ha conquistato la dignità che merita, facendo molto parlare di sé. Nell’annata 2003 le bottiglie prodotte sono appena 250 ed è un privilegio notevole averne assaggiata una. Nella sua bottaia didattica Fausto ha sperimentato a lungo le macerazioni volute, le vinificazioni necessarie per dare ai suoi vini l’equilibrio assoluto e una incredibile capacità di esprimersi. La produzione ovviamente è stata poi incrementata vista l’attenzione ricolta a questo gioiellino. Il 50% delle uve di morandina vengono poste intere nelle botti tronco coniche facendo lunghe macerazioni, l’altro 50% è vinificato sempre in botti scolme, seguendo macerazioni oltre l’immaginario per l’investimento sul tempo. Il vino sosta nelle botti di rovere da quattro ettolitri per 17 anni – una follia! Oggi è il figlio Augusto a occuparsi dell’azienda biodinamica, organizzata per l’accoglienza sia con camere che con cucina del territorio. Augusto si è lasciato trascinare dalla sana follia del padre e si è spinto nel settore della spumantizzazione da uve nere. La produzione delle bottiglie di Frodo è stata incrementata visto l’interesse verso questa meraviglia.
Nel bicchiere Frodo è incredibilmente luminoso, trasparente, intenso nei profumi che rimandano una profondità emozionante. Apre su sbuffi balsamici, si fanno prevalenti poi i toni fruttati e scuri della mora e della prugna, delicati i toni floreali di viola e del cioccolato. Il sorso ha materia, rimanda una vitalità pulsante e precisa, è straordinariamente fresco, mentre i tannini sono discreti e lunghissima la sua capacità di osare e sfidare i luoghi comuni.