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Bollicine per il Fine Anno

bollicine per il brindisi di fine anno, per un capodanno frizzante

Bollicine per il Fine Anno

Ogni qualvolta stappiamo una bottiglia di bollicine, qualsiasi esse siano, accendiamo delle aspettative.

Piccole o grandi che siano, hanno un motivo comune che sta nel senso di leggerezza, nel desiderio di ricavarne un momento spensierato. Sanno infondere nei profumi delicati, nella freschezza e nel friccicorio del perlage, piacevolezza, e porre il sorriso sulle labbra umide del vino brioso. Per quanto nobili e complesse possano essere, riescono sempre e comunque ad unire il piacere di bere bene con sentimenti di allegria, anche se si è da soli.

Ecco allora che non mancano mai quando c’è da festeggiare qualcosa, e sono assolute protagoniste della tavola e del brindisi di Fine Anno.

Partendo dalla mia regione, la Campania:

Publius l’Asprinio d’Aversa che ama l’anfora e la biodinamica, azienda Gaia Felix:

camminare un vigneto ad alberata aversana è una emozione fortissima, molto suggestiva, motivo per il quale amo particolarmente questo territorio a nord di Napoli. Raffaele Diana a Villaliterno da qualche anno si è dato alla produzione dell’Asprinio di Aversa, da alberate alte fino a 12 metri, con questa etichetta, che esce molto fuori dalle tante conosciute. Segue una leggerissima macerazione sulle bucce che fa virare il colore nell’area orange, affina in anfora per poi riprendere la fermentazione in bottiglia con il suo mosto di partenza. Al naso ha personalità, profumi intensi e puliti che vanno dal mandarino, al sasso di mare, fiore di mimosa, fieno e liquirizia -  lasciandolo nel bicchiere dà il meglio di sé. Il sorso è un inno alla piacevolezza, leggiadro, cremoso quasi masticabile, sostiene un bel ritmo battuto tra le note vivaci della freschezza, la setosità data dai lieviti in sospensione, e quel tannino che ci fa ricordare il suo essere parente stretto dell’uva greco.

METODO CLASSICO BLAC DE NOIR PAS DOSE’ 2017 CLAUDIO CIPRESSI

Bollicine da Tintilia nel Molise

Claudio Cipressi è stato tra i pionieri a volere riportare in felice produzione la tintilia, l’unica uva storica del Molise ancora presente tra i filari, anche se sporadicamente. Un’iniziativa molto importante che vede nascere nel 2011 la doc Tintilia del Molise. Questo Blanc de Noir, ovvero, metodo classico da uva nera, la tintilia, vinificata in bianco, si mostra particolarmente interessante, rivelando anche una buona attitudine alle bollicine nobili da parte del produttore, cosa non scontata e tutt’altro che semplice, specie se non se ne ha una esperienza diretta nel proprio territorio. In etichetta viene espresso il millesimo 2017, dosaggio zero per la ricerca della purezza,  si esprime in maniera molto interessante, sia al naso che all’assaggio. Elegante nei profumi di lavanda, nocciola tostata accennata, poi lime e frutta a polpa bianca, perlage sottile, affilato il sorso, mostra personalità, ha materia e grande vivacità sulla spinta della freschezza, ancora esuberante. Proprio un bell’assaggio sul quale investire.

Blanc de Morgex et de La Salle Pavese XXIV 2016 Metodo Classico di montagna

Il territorio di Morgex si è specializzato nella produzione del metodo classico con l’uva tipica di questo piccolo villaggio della Valle d’Aosta, il priéblanc. L’unica varietà presente tra i filari di Morgex, spettacolari e affascinanti, arditi nel loro arrampicarsi faticosamente sulla montagna. Ne dà una testimonianza validissima Ermes Pavese con le sue vecchie vigne a terrazza, tenute con grande cura, tra gli 800 e i 1.200 metri di altitudine. Pavese XXIV è il nome in etichetta, millesimato, 2016, pas dosé, ci ricorda che il vino sosta 24 mesi sui lieviti. Fresco e leggiadro in tutti i suoi aspetti. Già molto accattivante nei profumi ampi che spaziano dai toni fumé e di nocciola tostata in apertura, declinando lentamente su piccoli fiori bianchi, poi mandarino, albicocca, sbuffi delicatissimi di anice stellato e sasso di mare. Salino e sottile è l’assaggio, piacevolissimo, conferma la bravura di Ermes a queste altitudini spinte, tra le vette innevate e le coraggiose pergole valdostane.

Franciacorta Nefertiti Dizeta 2014 di Giuseppe Vezzoli.

Azienda leader con un secolo di esperienza alle spalle ad Erbusco. Azienda Cu - Free,  ovvero che ha scelto di bandire l’utilizzo del rame in agricoltura.

Chardonnay in purezza per questo notevole Franciacorta, fermentazione interamente in barrique, dove il vino sosta per 46 mesi.

Di grande eleganza e molto espressivo con profumi delicati che spaziano dai fiori di arancio, allo zenzero, cedro, miele, frutto di albicocca, poi ancora citronella. L’assaggio risulta profondo e largo, con andamento elegante, freschezza che accompagna senza svettare e salino in chiusura.

Champagne Les Meurgeda Blanc de noirs extra brut Gallimard Pére et Fils.

Le note del pinot noir, e il suo andamento volitivo eppur sinuoso, sono emerse con chiara lettura e immediatezza. Accompagnata dalla grande espressività del vitigno e dalla precisione del produttore nell’interpretarlo. La maison è a Les Riceys (antiche dimore), nel cuore della côte des Bar, caratterizzata da marne argillo-calcaree che si alternano a marne prive di calcare, ricche di fossili marini, di piccole conchiglie chiare a forma di chiocciola. LesRiceys è il più grande village della Champagne, nel distretto di Aube, e nel suo comprensorio si uniscono tre denominazioni, Champagne, Coteaux Champenois e il famoso Rosé desRicey. I Gallimard allevano soprattutto pinot noir, poi una piccola percentuale di chardonnay, essendo questa regione ideale per portare a giusta maturazione quest’uva così capricciosa e straordinaria poi nell’espressione dei vini e degli champagne. Nell’assaggio dello champagne si coglie tutta la potenzialità del terroir che nel tempo saprà riscattare quanto merita. Si esprime con eleganza sinuosa, pur riportando l’esuberanza del pinot noir e la piacevolezza dei toni scuri del mirtillo, agrumati del mandarino, sa di fiore di lavanda e pepe, il sorso coinvolge nella vivacità della freschezza, non urlata, e da una salinità che accompagna lungamente il finale agrumato.

Blanc de Blancs 2013 Bruno Paillard

Grand Cru di Chardonnay del cuore della Côte desBlancs: Le Mesnil-su-Oger e Oger, di cui 25% vinificati in barrique - 7 anni di affinamento sui lieviti in cantina e da 12 a 18 mesi di riposo dopo la sboccatura. Dosaggio Extra-Brut: 4,5 g/l.

Emblema di eleganza, oserei aristocratico, mantiene la cura meticolosa del dettaglio e la precisione alla quale la maison tiene moltissimo. Massima espressione dello champagne da chardonnay nel cuore della Côte de Blancs. Delicato e ampio nei profumi che spaziano dai toni balsamici all’agrume di cedro, elegante nei toni del biancospino e dell’anice stellato. Il sorso si fa bere e ribere all’infinito, ora sinuoso, ora spinto, salino, riportando gli agrumi e l’eucalipto. Ad ogni trama si intuisce il grande potenziale evolutivo e la maestria del produttore.

Bollicine per il Fine Anno

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