Ciro Di Giovanni, Pizzeria Magma: Tutto sarà come prima. Ricominceremo puntando alla sicurezza dei nostri clienti
Ciro Di Giovanni patron Pizzeria Magma guarda alla ripresa del dopo coronavirus
Pizzeria Magma un posto dove si sta bene. Il parco, la piscina e il forno affidato a Claudio De Siena. pizzaiolo di tradizione che della curiosità per il nuovo ha fatto la sua cifra. Con risultati più che buoni. Abbiamo raggiunto Ciro Di Giovanni che dal primo momento ha creduto nel progetto della pizzeria e ora ha chiare le idee sul day after coronavirus.
Dunque, Ciro raccontaci.
La nostra è una azienda giovane, abbiamo inaugurato a maggio 2018, quindi per forza di cosa ancora fragile e dovere chiudere per l’emergenza Covid – 19 è stato sul momento uno shock. Abbiamo messo il personale in cassa integrazione e ci sentiamo ogni giorno con ognuno di loro per tenerci in contatto, darci forza e cercare di programmare la riapertura con tutte le sue incognite. Sono sempre stato un ottimista intraprendente e questo mi ha aiutato moltissimo. Mi ritrovo imprenditore dopo avere perso il lavoro dall’oggi al domani. Ero dipendente della bellissima struttura turistica Sakura a Torre del Greco, con la grande piscina e l’albergo. Dopo il fallimento non mi davo pace e così con mia moglie Nicoletta, e con un grande sforzo per le nostre possibilità, ho rilevato la piscina e deciso di aprire sulla grande terrazza panoramica la pizzeria Magma. È stato un successo immediato tanto che sulle prime facevamo difficoltà a stare dietro alla gente. Questa chiusura è arrivata subito dopo un evento al quale sei venuto anche tu, con le pizze d’autore di Carmine Di Donna e Vincenzo Guarino, due chef stellati di Torre del Greco insieme al pizzaiolo resident Claudio De Siena. La clientela ha risposto molto bene a questo stimolo e quindi avevamo messo in campo tutta una serie di iniziative ed eventi.
Il futuro come lo immaginate e come vi state attrezzando?
Inseguendo la mia natura positiva, subito dopo la chiusura ho fatto fare ad una azienda specializzata la sanificazione degli ambienti. Contemporaneamente ho piantato all’ingresso della pizzeria, proprio davanti alla scala, un albero, un melograno simbolo di buon augurio e prosperità. L’ho piantato a mano, senza macchinari perché le aziende sono tutte ferme, mi sono ammazzato fisicamente, ma dovevo dare un segnale positivo a me stesso e a chi tornerà da noi. Poi ho cominciato a pensare come affrontare la riapertura, con tutte le misure precauzionali anti coronavirus. Ma la cosa sulla quale sto ragionando soprattutto con i miei collaboratori è come mettere a proprio agio i clienti, come poterli accogliere nel miglior modo possibile perché possano stare bene e rilassati. Come infondere il sorriso e non far pesare loro l’obbligo di disinfettarsi le mani, di misurare la temperatura, di accettare le mascherine. Come portare leggerezza nel mostrare quante volte e in che modo sanifichiamo tavoli, tovagliette e tutto il resto. Dovremo dare fondo a tutta la nostra cortesia perché gli ospiti stiano bene. Ho pensato a delle mascherine personalizzate perché siano più accettabili, magari un po’ ironiche.
Sicurezza del cliente, innanzitutto.
Il cliente si deve sentire assolutamente tutelato, ho già ordinato un macchinario che controlla automaticamente la temperatura, l’uso della mascherina, e faccia il riconoscimento biometrico facciale. Lo faremo accettare con battute varie e il massimo della cortesia, sebbene sappiamo che le persone vogliono soprattutto sentirsi sicure.
Poi c'è un bellissimo dehors.
Per fortuna abbiamo a disposizione moltissimo spazio, quindi siamo in grado di distanziare adeguatamente i tavoli, sia in sala, che sulla terrazza panoramica che da sola ricopre 500 metri quadri. Non riesco a stare fermo così in questi giorni mi sto dedicando alla cura delle piante nello spazio all’aperto di 150 metri quadri. Voglio che ci trovino pronti ad accogliere.
E la delivery, che ne pensi?
Sto ragionando anche sul servizio delivery, solo pubblicando un post sulle pagine social abbiamo ricevuto molti messaggi perché la gente non vede l’ora di poter rimangiare la pizza. La pizza è amatissima ed è un sacrificio farne a meno. Noi usiamo packaging 100% compostabili certificati e speriamo di poter continuare ad usarli perché mai come adesso il tema del rispetto dell’ambiente deve essere primario, al centro di ogni scelta e progetto.
Continuerà il progetto dell'Alleanza Slow Food?
Faremo ancora più squadra con gli agricoltori e piccole aziende del territorio, una scelta che pratichiamo sin dal primo giorno di lavoro. Infatti facciamo parte dell’Alleanza Cuochi e Pizzaioli Slow Food. La crisi ci ha dato una grande possibilità, quella di riflettere su quanto sia fragile l’equilibrio di un mondo ormai globalizzato. Ci siamo guardati anche molto dentro proiettandoci sul futuro dei nostri figli. Siamo tutti obbligati a fare la propria parte per indurre un cambiamento e la nostra parte continuerà a sostenere la piccola economia locale e chi lavora con la mano sul cuore. Allo stesso tempo non vogliamo essere presi in giro, ma vogliamo concretezza da tutti.