Egidio Cerrone: "La vita e la voglia di viverla sono come l'acqua, rotta la diga del Coronavirus tornerà a fluire come prima o meglio ancora."
Egidio Cerrone alias Puokemed si racconta: tra Puok Foodclub ed ItalyFoodPorn.
I dilemmi nel mondo del food sono tanti, troppi: tradizione o innovazione, passato o futuro, ingredienti complessi o sapori semplici, comunicare la propria idea o lasciare che l’emozione parli per te.
Bisogna studiare, informarsi, cedere alla curiosità, farsi mangiare dalla motivazione e farsi divorare dalla passione. Eppure una cosa prevale sempre sull’altra, in qualche modo, fino a che non si apre l’instagram e ti appare quel faccione con la barba rossa. E no, non sto parlando di Michael Fassbender e dimenticare l’argomento.
Parlo di Egidio Cerrone Aka Puok. O forse Puokemed alias Egidio.
Non è semplice tracciare il confine tra l’uomo, il personaggio, l’imprenditore, il blogger; non è facile perché non c’è mai stato per lui. Esattamente come non esistono nella sua filosofia di vita e di cucina i dilemmi di cui prima perché tutto combacia con tutto, non c’è da dover scegliere per lui se di base c’è l’amore per il food.
Non ha fatto scuola di cucina, non ha preso un master in comunicazione eppure oggi ha una agenzia di comunicazione specializzata nel food - Fatelardo; due locali che sono due piccoli take away contemporanei su Napoli - Puok burger Vol1 e Vol2; è parte di due progetti finalizzati alla diffusione del foodlove in chiavi diverse: uno porta alla luce il cibo più figo dell’intera Italia, ItalyFoodPorn, e l’altro è un portale libero di news, informazione, recensioni, Fooclub.it.
Tutto questo è nato in seguito alla consacrazione di Puokemed, ovvero Egidio, che si rendeva protagonista de “Le avventure culinarie di Puokemed”, il suo blog che raccontava le migliori esperienze culinarie di un giovane napoletano appassionato di food.
Insomma Egidio i suoi titoli se li è guadagnati sul campo e banalmente non è stata semplice passione o grande spirito imprenditoriale, la molla che ha mosso tutto è stato il cuore, il desiderio di dare a chi lo seguiva ben più che una parte sella sua esperienza.
La carta vincente di Egidio è stata, a mio parere, una frase che oggi spopola tra le risposte alle domande sui sui canali social: “cerco di essere una persona sensibile: ascolto, osservo, sento”.
Questa è la chiave che lo ha portato a cimentarsi nella cucina di piatto complessi ma anche “umili” (come lui li definisce) con la stessa carica e con la stessa sorpresa nell’assaggiarli; è ciò che lo ha portato a condividere con il suo seguito, per via dirette o storie, la sua cucina personale mixata a ciò che negli anni aveva imparato direttamente sulla sua pelle, sì ma soprattutto sul suo palato.
È anche per questo che nonostante sia uno dei fondatori di Foodclub, non potevo assolutamente evitare di conoscere il suo punto di vista; ma lo ammetto, il motivo per cui più di tutti ho chiamato Egidio è perché dopo anni di assenza è tornato Puokemed con le sue avventure, e ha gli occhi ancora più innamorati: è arrivato Andrea.
Da poco è arrivato il piccolo Andrea, il tuo Instagram ci ha mostrato un nuovo Puokemed, un padre innamorato che si divide tra coccole e fornelli. Com'è cambiata la tua vita?
Andrea è entrato nella mia vita nel momento più strano degli ultimi 10 anni e l’ha stravolta subito in positivo. Come avrai notato la prima parte di quarantena l’ho vissuta in letargo, in silenzio, fuori dal mondo che in questo momento sono i social. Avevo paura per la nascita di Andrea in un momento del genere e avevo paura per le mie aziende, avevo capito sin da subito che non sarebbe durata 15 giorni e che l’economia italiana sarebbe cambiata da li a poco. E ho affrontato questa paura in un modo semplicissimo: ci ho dormito sopra, è pratica di noi Cerrone dormire quando le cose vanno storte, deprimiamo il corpo per non deprimere la mente, un meccanismo di difesa. I primi giorni della quarantena li ho passati praticamente a dormire, a recuperare energie e a riflettere. Andavo a letto tardissimo, mi svegliavo di pomeriggio, qualche serie TV con Teresa -intervallate dalla cena come unico pasto della giornata- e di nuovo a letto tardi.
Poi la notte del 31 Marzo Andrea ha deciso di interrompere per sempre quell’andazzo. Avevamo appena iniziato la quinta stagione di Peaky Blinders, fino ad allora mai una contrazione, sempre un tranquillone, da mesi ormai già in posizione: nel giro di mezz’ora le prime contrazioni, rottura delle acque, la corsa in ospedale e qualche ora di attesa fino al parto. Da quel messaggio della mamma alle 7 del mattino, nella mia vita è entrata una gioia indescrivibile ma palpabile. Così come quando mi fidanzai con la mamma, sono rinato.
La mattina dopo comprai frutti di mare per festeggiare, da solo ma in condivisione col mio pubblico, il momento più bello della mia vita, e da quel momento non riesco a non gridare al mondo quanto sono felice. E quando sono felice io nasce sempre qualcosa di magico. Tra Andrea e i fornelli è rinato Puokemed, quello vero, che si era un po’ perso nei pensieri che ha un imprenditore SEMPRE e soprattutto in questo momento.
Come avete vissuto la gravidanza nell’ultimo periodo in cui l’emergenza avevo preso piede?
Siamo rimasti a casa, ovviamente impauriti. Teresa ha partorito da sola e io sono riuscito a vederli dopo due giorni. Nel rispetto delle regole abbiamo fatto tutto noi due, senza l’aiuto dei suoceri o degli amici. Però è stato comunque bello e tenero, io e Teresa per un po’ fermi, cosa mai vista. Lavoriamo insieme nelle nostre aziende, lei è il pilastro portante, e chissà quante volte siamo tornati a casa stanchi e abbiamo ordinato magari qualcosa su Uber per non perdere tempo, o ci siamo fermati a qualche ristorante nei paraggi. In quarantena abbiamo riscoperto la poesia di una semplice spesa e del cucinare insieme cose umili di tutti i giorni, come la carbonara sbagliata che fa qualsiasi mamma in Italia con la cipolla, la pancetta a cubetti e l’uovo quagliato. È sbagliatissima, non chiamiamola carbonara, ma quanto è casa?
Tra le tante attività da imprenditore, sei un ristoratore. Parliamo di Puok Burger. Come stai affrontando questa emergenza? Che misure hai adottato per i tuoi dipendenti? Co sa ti auguri possa accadere nell'immediato futuro per dare respiro alla ristorazione?
Da Puok tutti i ragazzi hanno un contratto e sono tutti ora in cassa integrazione. È notizia recente che la regione Campania ha dato il via libera al delivery, e noi siamo pronti a riscendere in campo. Io non contesto De Luca, sicuramente “sa a lui” sul perchè solo in Campania il delivery non era consentito, noi lo abbiamo accettato e abbiamo aspettato con fiducia.
È chiaro però che in un contesto in cui lo stato italiano offre gli stessi aiuti in tutte le regioni e la Campania è l’unica in cui il delivery non è consentito, i ristoranti campani sono enormemente svantaggiati e alla fine si ritroveranno a rincorrere. Ora finalmente la regione ha fatto un passo avanti, ma ancora col limiti superiori a quelli previsti nelle altre regioni di Italia. Noi ancora una volta lo accettiamo e proviamo a ripartire anche così, però vi sia parità, che in questo caso vuol dire continuare con le disparità: se le misure sono diverse rispetto al resto d’Italia, gli aiuti non possono essere gli stessi. In Campania vi è bisogno di ulteriori aiuti, aiuti che possano tamponare i tempi di erogazione biblici della cassa integrazione e a livello nazionale bisognerebbe prolungare quest’ultima, condizioni necessarie per tutte le aziende italiane ma soprattutto per i ristoranti campani che negli ultimi mesi sono stati del tutto fermi incassando zero. Qualcuno ha ricordato che la regione ha messo a disposizione 2000 Euro per azienda, ma in realtà è previsto solo per quelle aziende che hanno fatturato 100000 Euro in 1 anno, quindi quelle piccolissime a conduzione familiare. A noi solo i ragazzi costano oltre i 50000 Euro in 1 mese e solo lavorando a pieno regime possiamo sostenere completamente il nostro progetto; per ora possiamo richiamare dalla cassa integrazione solo parte dei nostri ragazzi, progettando il rientro di tutti in equilibrio tra i futuri incassi parziali e la cassa integrazione. È chiaro che se gli incassi non tornano quelli per i quali l’azienda è strutturata e la cassa integrazione non verrà rinnovata, noi come tutti non riusciremo a mantenere a lungo tutto il personale.
Ripartire dal delivery, infatti, non basterà e sicuramente non servirà ad arricchirci o a creare guadagno per noi imprenditori, ma ci permetterà di mettere una piccola toppa alla logorante macchina burocratica e a intraprendere quello che sarà un lungo processo; se tutto andrà bene riusciremo a garantire il lavoro a tutti i nostri ragazzi e piano piano garantire un futuro a tutta l’azienda. Ci proveremo e ci impegneremo a rispettare qualsivoglia regola, anche autoimponendocene di più severe, per la salute di quella parte dei nostri ragazzi che torneranno in campo per primi, per i riders che presteranno servizio e per quella di tutti i nostri clienti che non aspettano altro di riordinare il loro panino preferito in tutta sicurezza.
Con Fatelardo sei entrato anche professionalmente nella comunicazione food. Come pensi cambierà la comunicazione nel post coronavirus? Pensi che oggi ci siano argomenti da attaccare per mantenere vivo l'interesse dei clienti e mettere il turbo alla ripresa?
Penso sia già cambiata. E siamo arrivati finalmente a quello che avevo predetto qualche anno fa quando muovevo i primi passi nel mondo della comunicazione. Predicavo maggior umanità, meno grafiche, meno bacheche e più piazza, interazione vera, partecipativa, coordinata si da professionisti ma vissuta in prima persona. Oggi il Coronavirus ha accelerato tutto, ed è bellissimo riscoprire l’umanità di alcuni chef stellati fin ora nascosta dietro una patina, vederli finalmente interagire con le persone vere e non il solito show cooking per gli addetti di settore. Io personalmente in questa quarantena mi sono appassionato alle dirette di Francesco Sposito, orgoglio campano con 2 stelle Michelin, che da qualche settimana sta trasmettendo con sincerità l’amore per il cibo di una volta, quello che abbiamo dentro, che lui ha dentro e gli permette di rendere grandissima la sua cucina. Vedere le persone avvicinarsi finalmente a questi chef è stato meraviglioso, e nel mio piccolo (indirettamente proporzionale al numero di followers) cerco di trasmettere le stesse cose sul mio account IG.
Per quanto riguarda Fatelardo, è chiaro che forse in tutto il mercato ristorativo, le società di comunicazione e servizi di immagine sono quelle che non possono fermarsi totalmente e saranno le ultime a riprendersi, dato che i nostri clienti sono tutti fermi e la prima cosa a cui spero penseranno sono i loro dipendenti. Il nostro piano è puntare su quei clienti virtuosi che credono innanzitutto nel valore aggiunto che portiamo alle loro aziende e che ci sostengono anche in un momento del genere, e ne approfitto per ringraziare quelli che lo hanno fatto. Dopodichè è chiaro che proveremo a reinventarci e creare nuovi progetti con nuovi modelli di business.
La testa non ci manca, e fortunatamente ancora dobbiamo perderla. Forse dopo questa quarantena ne usciremo con un nuovo progetto di ricette. Vedremo.
Hai un pubblico affezionato su Instagram che ti segue con continuità, in questo periodo di stop forzato hai cambiato qualcosa nel tuo modo di rapportarti a loro?
No, io sono sempre lo stesso. Anzi, forse le mie idee e i miei valori attecchiscono ancora di più in questo periodo. Giorno dopo giorno riesco a entrare sempre più in contatto con loro, raccontando la mia vita e i miei progetti più importanti: Puok, Fatelardo, Italy Food Porn e Foodclub.it. Ne approfitto per una domanda: come ci si sente a intervistare il proprio capo?
(Rido) Ci si sente bene sempre se un'intervista è così "piena" a prescindere dal ruolo dell'intelocutore e poi mi piace troppo questo nuovo BabboEgidio.
Mettiamo che Andrea potesse farti una domanda ora e ti chiedesse “perché dovrei continuare la tua strada?”, cosa avresti da dirgli?
Non glielo chiederei mai. Io sono uno di quelli che ha rischiato di dare un dispiacere ai propri genitori perchè a un certo punto, laureato con 110 e lode e menzione accademica, ha deciso di lasciare la carriera di ricercatore in biologia per costruire qualcosa di bello attorno a quello che lo rendeva felice. Sono sicuro che se mio padre mi avesse imposto una via, ora che mi leggerà sarà felice di non averlo fatto e io lo ringrazio. E così farò con mio figlio. Poi se Andrea vorrà portare avanti, magari meglio di me, i progetti che abbiamo costruito io e la sua mamma, saremo felici di sostenerlo. Dico sempre che il logo di Puok rappresenterà sempre Egidio a 28 anni, e mi emoziono pensando a mio figlio magari anziano che taglia il nastro di un nuovo Puok nel 2090 e guarda contento il faccione del suo babbo ancora, e per sempre, ventottenne.
Il Futuro. Alla luce di quanto sta accadendo nel mondo come pensi cambierà la ristorazione? Credi che i gusti dei clienti cambieranno o sarà l'offerta a gestire il cambiamento?
Io non credo nel futuro cupo e apocalittico che in tanti prevedono, io sono sicuro che col lavoro, il buon senso e la testa troveremo nuove strade e che le persone vogliono tornare presto a vivere e rivivere le esperienze che hanno tanto amato. Essendo anche un personaggio molto seguito sui social leggo ogni giorno i messaggi di tantissime persone che vanno in questa direzione. La vita e la voglia di viverla sono come l’acqua, rotta la diga costruita da questo Coronavirus, l’acqua tornerà a fluire come prima o meglio ancora.
Del personaggio Puokemed, da influencer del food a ristoratore di successo, conosciamo tutto o quasi. La domanda che mi piacerebbe farti e a cui mi piacerebbe ricevere una risposta che non hai mai dato prima è "Chi è Egidio Cerrone?"
Un bambino che ha avuto una infanzia felice e che da qualche anno non fa altro che provare a ritornare nelle sua stanzetta, dalla sua mamma e dalle sue nonne, col potere dell’immaginazione e del ricordo, col potere magico dell’evocazione. Quella infanzia rivive attraverso i miei progetti, ognuno di loro ne è pervaso, e farò di tutto nella mia vita per morire da bambino, vicchiariell ma con gli occhi pieni di incanto.
Egidio è l'esempio di quanto a volte l'apparente somiglianza tra i concetti, ci porti a trascurarne i dettagli che li differenziano ed a immaginarli come una unica cosa mentre sono fortemente distinti.
Puokemed, Puok, Egidio sembrano la stessa persona ma sono varie facce della stessa passione nonchè la passione di più facce: di Teresa, instancabile direttrice e insostituibile compagna, dei colleghi che sono prima di tutto la sua famiglia, dei followers che lo seguono fedelmente perchè il rispetto e la fiducia parte da lui in primis , dei clienti che si sentono coccolati e letti come blog aperti.
Oggi Puokemed, Puok, Egidio sono ancora più uniti ed ancora più diversi perchè Puokemed e Puok provano a riprendere da dove avevano lasciato, per Egidio non c'è ieri che tenga rispetto ad un domani con Andrea!