Etna Rosso tra versanti e contrade.
Etna DOC: contrade, versanti, consorzio tutela vini dell'Etna: il vitigno più diffuso Nerello Mascalese
Esiste un mal d’Etna che ti rimane dentro in eterno dopo avere visitato questo territorio di grande fascino. La bellezza sta ovunque, nella sua natura, come nelle persone e nei vini che risultano essere tra i più apprezzati d’Italia.
L’Etna è il vulcano più imponente del Mediterraneo con i suoi 3.300 metri di altitudine e i 45 km di diametro del cono, ma anche il più studiato e monitorato per la frequente attività vulcanica. Condizione che fa mutare di continuo il territorio e che caratterizza in maniera differente i suoli, i versanti e le singole contrade. Il giovane Consorzio di Tutela Vini dell’Etna ha così deciso di avviare un progetto di studio e valorizzazione delle contrade, una scelta di notevole importanza essendo questo aspetto fortemente caratterizzante sui vini. Ha dedicato una masterclass in modalità webinar a questo argomento, guidata dal bravissimo Filippo Bartolotta, alla quale ha partecipato il direttore Maurizio Lunetta, mentre i vini sono stati degustati alla cieca.
La denominazione Etna Doc nasce nel 1968, abbraccia a semicerchio il vulcano ed è tra le prime d’Italia. Il numero dei viticoltori aderenti alla denominazione è di 383 su 1.100 ettari vitati, 16mila gli ettolitri prodotti di Etna Rosso, 9mila di Etna Bianco e 1.400 di Etna Spumante, 4 milioni le bottiglie.
Il Disciplinare di Produzione elenca 133 contrade che dal 2011 sono menzioni geografiche aggiuntive in etichetta: 46 nel comune di Castiglione di Sicilia, 10 nel comune di Linguaglossa, 8 nel comune di Milo, 25 a Randazzo, 1 a Santa Maria di Licodia, 9 a Trecastagni, 9 a Viagrande, 5 a Biancavilla, 20 a Zafferana.
Un territorio del vino estremo e molto vario, posto a 1000 metri sul livello del mare, dal quale in lontananza si vede l’Africa mentre sulle vette più alte ammiriamo i ghiacciai perenni. Le sabbie vulcaniche e le altitudini spinte concedono al vigneto etneo di generare vini longevi e di grande finezza, poi la mano dell’uomo fa a sua volta la differenza, come ben sappiamo.
Il vitigno più diffuso è il nerello mascalese, protagonista dei vini rossi, spesso gli fa da spalla in piccola percentuale il nerello cappuccio. Sono vitigni tornasole, capaci di riportare con grande trasparenza la vigna e il terroir, di frequente allevati ad alberello, il re dell’Etna, validissimo ancora oggi nonostante le sue antichissime origine. Prende luce in uguale misura da tutti i lati, un vantaggio notevole per la qualità dell’uva, si difende bene dal vento e preserva l’umidità del suolo mantenendosi basso.
Come abbiamo detto, i versanti, insieme alle contrade, sono i fattori di discontinuità sull’unico comune denominatore rappresentato dal vulcano.
VERSANTE NORD
È il territorio che ospita il maggior numero di produttori della DOC, grazie alla sua vasta area vitabile o già vitata, alla sua conformazione caratterizzata anche da pendenze più docili ed alla sua spiccata vocazione. Caratterizzato da un clima relativamente più rigido, mitigato in parte dalla protezione assicurata dalle catene montuose dei Peloritani e dei Nebrodi, è il versante con il limite massimo di altitudine più basso (800 m s.l.m.). Notevole l’escursione termica. Vi si coltiva prevalentemente il Nerello Mascalese ma nell’ultimo decennio si è molto diffuso il Carricante, entrambi allevati sia ad alberello che a spalliera.
VERSANTE EST
Versante estremamente ripido, degradante verso il mar Ionio, elemento che rende unico questo territorio nel panorama della DOC etnea e ne condiziona paesaggio e clima. Questo fianco dell’Etna, incastonato tra mare e vulcano, è caratterizzato da maggiore piovosità ma anche da notevolissima ventilazione. Sono quasi assenti le grandi estensioni e prevalgono quindi piccoli e medi terrazzamenti e vigneti allevati ad alberello, che arrivano a sfiorare i 900 metri s.l.m. che rappresentano il limite massimo di altitudine. È l’unico versante in cui la presenza del Carricante è notevolmente superiore a quella del Nerello Mascalese. Eleganza, freschezza, sapidità, finezza e longevità caratterizzano i vini prodotti qui.
VERSANTE SUD-EST
Caratterizzato dalla presenza di numerosissimi coni eruttivi spenti, che ospitano i vigneti più ad alta quota, questo versante beneficia sia dell’influenza del mare che di una eccellente luminosità. Per via della sua conformazione, è molto diffuso il sistema di allevamento ad alberello. Sia il Nerello Mascalese che il Carricante trovano condizioni ideali, raggiungendo una maturazione ideale con grande regolarità. I vini sono caratterizzati da grande equilibrio e sapidità.
VERSANTE SUD-OVEST
Versante con notevolissima escursione termica, vista la distanza dal mare, specialmente alle quote più alte, che qui possono superare i 1.000 metri. Meno piovoso di altri territori dell’Etna DOC e battuto da venti più caldi, questo territorio gode di grande intensità di luce e di una esposizione ai raggi solari molto lunga. Eccellenti le condizioni pedoclimatiche per la coltivazione del Nerello Cappuccio e del Carricante, qui molto diffuso così come il Nerello Mascalese, che qui dà origine a vini con colori meno scarichi, profumi pungenti e spiccati ed un profilo più rustico, con tannini ben presenti.
Sei assaggi alla cieca dedicati all’Etna rosso
1 – Dal versante sud est a Trecastagni, in contrada Monte Ilice, su sabbie nere prende vita l’Etna Rosso DOC 2018 Santa Maria La Nave.
La scelta è 85% di nerello mascalese e restante nerello cappuccio per questo vino notevole, che ha spiccato indubbiamente. Fa emergere con trasparenza il terroir, punta all’eleganza nella trama sottile, elegante nei profumi quanto all’assaggio. Cristallino, riporta sentori chiari di grafite, mirtillo scuro, scorza di arancia, pepe; il sorso è agile, scattante e succoso, con tannini gentili, sapido in chiusura.
2 – Versante nord contrada Castiglione di Sicilia per l’Etna Rosso Doc 2018 Cottanera: 100% nerello mascalese, pieno, maturo, scuro sui toni della ciliegia, del mirto e carrubo, spicca la vena sapida all’assaggio, di bella freschezza.
3 – Versante sud est, a Trecastagni contrada Ronzini, Etna Rosso Cisterna Fuori 2018 Ciro Biondi: 80% nerello mascalese, torna a spiccare il territorio di Trecastagni, il vino è profondo, particolarmente espressivo e ampio. In apertura riporta la cenere e un soffio di erbe officinali, lentamente risalgono i toni della viola, del mirtillo e una delicata nota amaricante. Si fa apprezzare soprattutto all’assaggio, elegante e leggiadro, fresco e lunghissimo.
4 - Versante sud est Contrada Monte Ilice Etna Rosso 2017 Cantine di Nessuno Trecastagni, le vigne sono su sabbie nere: ha carattere, al naso sfodera un timbro scuro, legnoso a tratti, mora e pepe nero, bocca carnosa, piena e di buona freschezza.
5 – Versante nord Castiglione, Santo Spirito e Passopisciaro, Etna Rosso 2018 Irene Badalà: molto diverso, ha una personalità tutta sua e intrigante. Sottile nei sentori di incenso e canfora misti al mandarino. In bocca ha scatto, ritmo spinto dalla freschezza vivace e dai tannini compatti, lungo sui toni sapidi.
6 – Versante sud ovest, a Belpasso, Etna Rosso Lysios 2018 Tenuta Papale. Tende alla morbidezza con profili appena dolci, senza sminuire la piacevolezza che è notevole. Intrigante al naso con i suoi profumi di cola, chinotto, rabarbaro, chiodi di garofano, il sorso avvolge, tende alla morbidezza mantenendo un buon carattere fresco e agile.
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