I parchi naturali in Cina sono fantastici ma... quando si mangia?
Cosa si mangia nei parchi naturali in Cina: italian culture vs chinese attractions
Cari foodclubbers vi scrivo
e oggi per parlarvi di cibo vi porto nel mondo dei parchi più o meno naturali e dei parchi a tema che ho visitato qui in Cina.
Quando noi italiani pensiamo ad un parco naturale abbiamo in mente una parte di territorio adibito a parco, in cui sia controllato e/o limitato l’accesso dei visitatori, per la salvaguardia della flora e della fauna presenti, che si cerca in tal modo di preservare al meglio. Il rumore della natura, profumi e colori del territorio, sentieri tracciati nel bosco o discrete passerelle accanto ad imponenti dune, ecc.
Bene, il parco cinese che ho visitato io nello Zhejiang rappresenta un concetto diverso di fruizione turistica del territorio.
Il parco del Tongling Mountain National Forest Park
Una volta giunti all’ingresso principale del Tongling Mountain National Forest Park, fatto il biglietto, si sale su dei piccoli bus che, correndo in discesa per una strada panoramica piena di tornanti, portano i turisti alla partenza del percorso a piedi. Esiste infatti un percorso prestabilito che permette di salire fino alla sommità delle colline da cui sgorga la più alta delle due cascate presenti nel parco, alimentata dall’acqua di un lago, la cui chiusa decide l’imponenza della cascata stessa. Per ragioni facilmente intuibili, viene lasciata passare una maggior quantità d’acqua durante i weekend ed i giorni di festa.
Un percorso, caratterizzato da pochi sentieri (lastricati) in piano e tantissimi gradini in salita. La concezione del parco è tipica di chi sa di avere una quantità enorme di visitatori da gestire: solo percorsi obbligati, niente esplorazioni selvagge del territorio, cestini per l’immondizia (raccolta differenziata) disseminati ovunque, qualche distributore automatico di bevande e copriabiti impermeabili (in prossimità dei tratti più vicini alle cascate), un piccolo bazar dove poter acquistare qualche snack, bibite e alcuni souvenir, panchine disposte lungo i tratti piani, nelle piazzole panoramiche o in piccoli spazi coperti. La passeggiata deve essere possibile a chiunque, ad eccezione di chi, per qualche grave handicap, non sia in grado di fare le scale. In realtà ci sarebbe dovuto essere anche un ascensore, ma per varie ragioni al momento non è utilizzabile.
Italians do it better (?)
Se un italiano sceglie di andare a passeggiare in un parco naturale è anche per immergersi nei suoni, colori e odori della natura, in solitudine o con pochi amici con cui condivide la passione per la camminata.
Al contrario un cinese che va in un parco come quello sopracitato, se pure decidesse di entrarci da solo, nel giro di poco si troverà insieme a tante altre persone che faranno il suo stesso percorso, anche a brevissima distanza dai suoi passi.
Quanto al silenzio e alla pace da ricercare in natura per poter raggiungere la propria pace interiore… dimenticatevi i nostri percorsi in alta montagna dove la colonna sonora è data dal verso delle marmotte. Qui, anche se si può godere del concerto di molti uccelli sugli alberi che si incontrano salendo, la colonna sonora vera e propria di questo tipo di esperienza è data dalla musica che esce da innumerevoli altoparlanti disseminati lungo tutto il percorso (così come le telecamere di sorveglianza), ad un volume così alto da coprire a volte persino lo scrosciare dell’acqua. I turisti qui non devono poter riflettere in silenzio, l’immersione nel territorio è totalmente guidata. Persino se si raggiungono i due tempietti a mezza costa si viene accolti al portone d’accesso all’area da una musica diffusa ad altissimo volume. Perciò, anche nell’improbabile ipotesi di percorrere l’intero tragitto del parco in totale solitudine, a meno di non portarsi dei tappi acustici, non si potrà mai evitare di venir accompagnati da dolci quanto invasive “musichette”.
Le attrazioni
Gli scorci sono molto belli, l’intero parco è molto curato e nell’ultimo tratto alcuni alberi sono stati inglobati nella scalinata, che in pratica è stata costruita attorno ad essi, senza doverli abbattere (cosa che ho visto fare spesso anche in altri parchi). Alla base della cascata più imponente il fiume si ingrossa a formare un grazioso laghetto. Su questo punto molto panoramico sorge il piccolo bazar di cui parlavo prima, ma essendo la fine del tratto più leggero da percorrere, poiché il percorso continua con una serie di scalinate più ripide che coprono più rapidamente l’ultimo dislivello, ci sono alcune attrazioni per quei turisti che decidono di fermarsi un po’ di più in questo tratto prima di proseguire o persino di tornare indietro, evitando l’ultima parte più impervia.
Tali attrazioni sono caratterizzate dalla presenza, in acqua, di donne vestite con abiti tradizionali, in bilico su pertiche su cui scivolano tra i flutti, tenendosi in equilibrio con un’altra pertica più sottile tra le mani. Una volta terminato il loro spettacolo in acqua compiono evoluzioni a terra su uno strano attrezzo a base tondeggiante, fissato al terreno, che permette loro di effettuare aggraziati movimenti nell’aria. L’ultima e forse la più significativa attrazione di questa zona del parco è caratterizzata dalla presenza di una carrucola che permette il passaggio aereo di un turista alla volta, da una collina all’altra. Si "sorvola" un tratto di fiume da cui si gode la vista della cascata, assicurati con un’imbragatura e, con la scelta di alcuni abiti in stile antico messi a disposizione, ci si può divertire a fare un “volo” sullo stile dei personaggi dei moderni film di arti marziali con effetti speciali di combattimenti in aria.
Come potevo perdere una simile occasione? Tra lo sguardo incredulo dei presenti (insieme alla mia famiglia e alla guida italiana che ci ha accompagnato lungo il percorso ero l’unica straniera presente quel giorno e credo che in questo periodo non ne abbiano visti molti altri) ho effettuato il mio “volo”, godendomi il paesaggio da un diverso punto d’osservazione, con la perenne presenza della musichetta cinese, che tuttavia in questo caso era forse l’unica volta in cui poteva avere un senso che ci fosse.
Sì, interessante, ma… quando si mangia?
Per poter vedere qualcosa di più di uno snack bisogna finire tutto il percorso. Al termine della lunga scalinata, infatti, oltre al punto ristoro interno al parco, varcando la soglia del parco stesso ci si trova nella zona turistica di recente ristrutturazione (o sarebbe più corretto dire creazione, essendo alcuni edifici totalmente nuovi). Una serie di ristoranti e trattorie offrono pietanze locali, caffè all’italiana (non dimentichiamoci che la maggioranza dei cinesi presenti in Italia arriva da questa provincia) e ciascuno si gloria di possedere il miglior baijiou della zona.
Se pensate che il baijiou (il liquore cinese ricavato dalla fermentazione del riso) si beva a fine pasto come faremmo noi con la grappa, siete totalmente in errore, perché qui lo bevono pasteggiando! Immaginate la gioia ai pranzi di lavoro quando l’etichetta richiede un gambei (bere il contenuto presente nel bicchiere tutto d’un fiato) con questo alcolico. Io, che ero reduce da una cena della sera prima -devastante in questo senso, dopo il percorso disintossicante tra il verde del parco ho apprezzato in particolare il brodo con l’anatra nera, che qui allevano permettendo agli animali di scorrazzare nel bosco. Devo dire che era particolarmente gustoso e ristoratore. Molto più gustosa del solito era anche la testa di pesce in brodo piccante, piatto tipico di tutto il wenzhouese, qui servita in questo grande contenitore circolare, posto al centro della tavolata. Nonostante il gestore volesse farmi assaggiare il suo baijiou, che a suo dire mi avrebbe definitivamente rimessa in sesto dopo la devastazione della sera prima, ammetto di essermi solo bagnata le labbra per cortesia nei suoi confronti e di aver poi continuato a bere solo tè caldo, per amore del mio fegato.
La "nuova" Cina
Per noi italiani è difficile concepire una gita nel verde, all’aria aperta, in cui ci sia così stretto contatto con le altre persone. Questi sono scenari da parco dei divertimenti per i bambini, ad esempio i nostri cosiddetti “parchi a tema”. Un parco naturale per noi rappresenta un’esperienza immersiva nella natura. La combinazione dei due elementi a me risulta inconcepibile, preferisco i sentieri alle scale e amo la solitudine e il silenzio come cura e crescita interiore.
Questo fa parte della nuova Cina, della riscoperta e rivalutazione delle zone rurali, con i pro e i contro che caratterizza questa nazione. C’è da dire che i cinesi sono oggettivamente tanti e la gestione di un numero così rilevante di persone che si spostano e fruiscono di servizi e svaghi è inevitabilmente complessa. Ci sono tuttavia anche realtà particolari a noi più affini come le città slow, ma questo è un altro racconto ancora…
Parchi a tema... foto!
Restando ancora un attimo in tema di parchi, di recente sono stata invece proprio in quello che viene definito un “parco a tema”, che si presenta come una sorta di parco giochi per bambini “buttato” su una collinetta da cui poter godere un bel panorama. Questa seconda versione di parco cinese ha caratteristiche simili alla prima sopra descritta, ma è generalmente più piccolo di dimensioni ed è improntato ad una fruizione famigliare più semplice. Mi spiego meglio… per arrivarci come sempre bisogna salire una certa quantità di scalini, però una volta raggiunto un punto panoramico, da cui poter scattare innumerevoli foto e selfie da postare sui momenti di WeChat o di un altro social cinese, ci si può rilassare in uno spazio attrezzato a parco giochi- luna park- set cinematografico con strutture che richiamano villaggi occidentali più o meno realistici, una via di mezzo tra Disneyland e la mini Italia ma estesa all’Europa, per capirci, utile a realizzare meravigliosi servizi fotografici per i piccoli di casa o per languide pose naif di affascinanti fanciulle, spesso pesantemente ritoccate con innumerevoli filtri.
"Tu non hai fame?"
E qui torna ad esserci una grande differenza con le nostre abitudini, perché se i nostri villeggianti della domenica, in Italia, sulle nostre montagne, al mare o in campagna parcheggiano l’auto a pochi metri da un’area picnic e fanno pranzo al sole, la differenza è forte con i cinesi.
Ebbene i “merenderi” cinesi (che nei parchi cittadini si attrezzano con tende da campeggio e tutto il necessario per un barbecue all’aperto) nei parchi pseudo naturali o a tema fuori città ci vanno principalmente per godersi il panorama, fare del movimento (vi assicuro che gli innumerevoli scalini bassi presenti sono maledettamente più scomodi dei nostri sentieri, ma in effetti chiunque, con i propri tempi, può in questo modo fare un po’ di movimento in natura e raggiungere anche zone impervie), farsi tanti selfie in zone panoramiche e poi - a parte qualche snack o bevanda consumati al volo camminando o guardando i bambini giocare - il pranzo vero e proprio difficilmente lo consumano in stile picnic.
Per prima cosa, se proprio devono spizzicare qualcosa, scelgono un’area con una copertura dal sole (sia mai che si abbronzino!), dopodichè il pranzo tendono a consumarlo all’interno del ristorante che solitamente è presente nel parco; al massimo escono a cercare una trattoria o un ristorante della zona.
Ma torniamo per un attimo agli snack smorza fame… che cosa mangiano e dove prendono i loro stuzzichini?
Se non si sono attrezzati portandosi qualcosa da casa o dal più vicino fast food, all’ingresso del parco possono trovare una limitata scelta di cibo da strada, come ad esempio gli immancabili salsicciotti dolciastri infilzati in lunghi spiedini, da rosicchiare passeggiando; qualche filoncino di pane fritto, qualche spiedino di polpo; zucchero filato; frutti canditi infilzati anch’essi in lunghi spiedini (sempre per la comodità di mangiare camminando); a volte dei gelati pseudo artigianali (l’immancabile gelato al latte che non ha praticamente gusto, quello al tè, alcuni più simili a dei sorbetti alla frutta, ecc.), raramente gelati confezionati (di cui mi riservo di parlarvi un’altra volta) e poco altro.
All’interno, invece, anche in questo caso, come per il parco naturale di cui parlavo prima, nessun venditore ambulante, solo un’area ristoro che in alcuni casi può essere un ristorante vero e proprio ed in altri può comprendere anche un bar-caffetteria e/o un fast food.
Curiosità
Una curiosità riguardo il cibo da trattoria presente nelle campagne attorno alla città di Ruian, sempre nello Zhejiang, dove sorgono i parchi sopra descritti, è questo particolare tipo di radici: l'aspetto può vagamente ricordare quello di alcune larve commestibili, che ho trovato particolarmente interessante; il gusto, sebbene più delicato, ricorda quello dei nostri carciofi, o meglio del cuore dei carciofini.
Nonostante la grande affluenza di persone (i cinesi sono tanti e quando si muovono per turismo bisogna tenerne conto) le condizioni di pulizia sono eccellenti. Difficilmente troverete cartacce in giro, merito dei cestini presenti ovunque, che il personale addetto provvede a svuotare e alle immancabili onnipresenti telecamere di sorveglianza.
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