WineClub - 6 vini per la pasta alla genovese
WineClub di Marina Alaimo - 6 Vini da bere sulla Pasta alla Genovese
La pasta alla genovese è un piatto cult della cucina napoletana che si prepara per riunire golosamente la famiglia la domenica a pranzo, oppure in altre occasioni speciali. La preparazione è piuttosto lunga per i tempi necessari a rendere i tagli poveri di carne scioglievoli come burro, e fino a quando la salsa di cipolle raggiunge il mitico colore manto di monaco. Intorno all’origine del nome di questa preparazione succulenta c’è ancora mistero. Probabilmente è da fare risalire alla presenza della colonia di genovesi a Napoli, formatasi già nel periodo angioino. Era d’uso nelle loro cucine preparare una sorta di spezzatino alle cipolle che, in qualche modo, si è contaminato poi con la grande passione dei napoletani per la pasta.
Cosa ci stappiamo su questo piatto così saporito, ricco, e dalla tendenza dolce?
Cerchiamo innanzitutto di giocare in casa rimanendo legati alla tradizione e al territorio:
Partiamo con il Greco di Tufo Vigna Cicogna di Benito Ferrara. Già da diversi anni è sua figlia Gabriella ad occuparsi dell’azienda a Santa Paolina e proprio lei ha dato una svolta decisiva a tutto il territorio di produzione, puntando ad un Greco di altissima qualità. Il cru Vigna Cicogna è un bianco di grande struttura e persistenza, caratterizzato da una acidità vibrante, come ci aspettiamo da un Greco di Tufo.
Fiano di Avellino Empatia di Donnachiara, dalle vigne in Montefalcione dove la cantina di Ilaria Petitto ha sede. Produttrice bravissima nella comunicazione sui social, arma strategica che ha saputo direzionare l’attenzione sul grande lavoro volto alla valorizzazione delle vigne di famiglia. Il fiano è profumato, deciso nella freschezza e nella vena sapida, proprio quello che ci serve per sostenere la nostra genovese.
Grecomusc di Cantine Lonardo, un vino oggi molto ricercato per il suo carattere unico e per il coraggio avere spiccato il volo nel territorio rossista del Taurasi. La cantina e le vigne si trovano proprio nel centro di Taurasi e la lunga ricerca, unita ad una profonda passione, ha reso possibile il recupero di questo vitigno quasi scomparso, regalando agli appassionati una bevuta esclusiva.
Coda di Volpe Di Prisco, un altro bianco dell’Irpinia molto interessante. Proprio Pasqualino Di Prisco ha acceso l’attenzione su questo vitigno abituato fino ad allora a stare nell’ombra, essendo dominato dal regno dell’aglianico. L’azienda Di Prisco è a Fontanarosa, piccolo paese vicino il borgo di Taurasi, e con pochissimi mezzi a disposizione riesce a dare forma a questo piccolo grande vino, piccolissimo nel prezzo e nelle bottiglie prodotte, caratterizzato da corpo ricco e acidità decisa, elementi in sintonia con il nostro piatto.
Non solo bianco, anche il piedirosso sa valorizzare il piacere voluttuoso della genovese. Spostandoci nel beneventano troviamo il Piedirosso delle cantine Mustilli, crudo, croccante, fruttato, succoso e fresco. La bellissima cantina storica si trova nel cuore di Sant’Agata dei Goti, uno dei borghi più belli d’Italia, dove Annachiara e sua sorella Paola con una certa intelligenza colta sanno divertire gli ospiti parlando dei loro vini.
Riccio Nero è il pallagrello nero di Paola Riccio, un vino che mi è sempre piaciuto. Siamo a Caiazzo, nell’alto casertano dove Paola, nella sua casa cantina Alepa, si è data un gran da fare per trovare la giusta dimensione. L’ha raggiunta mettendosi in piena sintonia con la bellezza del paesaggio e con la natura, puntando ad una agricoltura sostenibile e a vini così detti naturali. Profumato e lungo nella persistenza, poco tannico, fresco come ci necessita, si farà bere anche quando avremo ripulito il nostro piatto di ziti alla genuvesa.