WINE DISASTER No.1 - Tutto quello che un Sommelier non dice: La sciabolata
Wine Disaster: Una raccolta di 10 casi eclatanti che dividono il mondo del vino.
Non tutti sanno che, prima dell’avvento dei social, l’unica “sciabolata” conosciuta dal popolo italiano era quella delle telecronache di Sandro Piccinini.
Eppure è un gesto che risale a qualche secolo fa e già allora faceva discutere di sé, diventando popolare durante le celebrazioni napoleoniche quando l’esercito, sguainata l’arma bianca (in questo caso la sciabola o sabre in francese), apriva con questo scatto di “orgoglio e pregiudizio” le bottiglie di Champagne.
Un gesto che, caduto in disuso nei decenni per varie ragioni, non ultima l’impossibilità di brandire quest’arnese con nonchalance in un luogo pubblico, ha di recente trovato negli algoritmi dilaganti delle piattaforme social la sua rinascita.
Ma cosa si cela dietro l’aura invincibile dello sciabolatore e perché mai si dovrebbe aprire una bottiglia così?
Il motivo è semplice. Basta affrontare la didattica del Sommelier convenzionale per rendersi immediatamente conto che non possiamo inneggiare ai festeggiamenti, così come descritto, in maniera così mansueta e fredda. L’operazione così com’è spiegata sui manuali, infatti, deve svolgersi nel massimo rispetto della quiete, accompagnando lentamente la rotazione della bottiglia alla progressiva estrazione del tappo che, bloccato da un’eventuale fuoriuscita col pollice, si ritroverà ancorato tra le dita a seguito dell’apertura.
Ma se principalmente si stappa per celebrare alle nostre gioie, che noia sarebbe non infrangere questa regola?!
Ecco perché è tornata di moda la sciabolata, o sabrage. In primis, perché l’evoluzione della specie è oggi sempre più alla ricerca di quel che appare emulando i nuovi modelli della società, ben lontani dai canoni degli intellettuali dell’era napoleonica, facendo bella mostra dell’ostentazione a suon di Champagne decapitati, locali alla moda e lifestyle da pasha.
In secondo luogo, non c’è da sottovalutare l’epicità del gesto che, dividendo il pubblico in “odi et amo”, celebra in trionfo “chi riesce alla prima” o deride compulsivamente il malcapitato che fallendo si ritrova con i frammenti di vetro in mano.
Infine, è scattata anche qui la macchina del marketing. Quella che vede le prestigiose Maison offrire la propria sciabola con iniziali e cofanetto, le card metallizzate per “sbocciare” in sicurezza all’interno dei locali ed addirittura l’istituzione della prima Sabrage Academy in Italia. Non un semplice fenomeno da baraccone insomma!
Ed ora che abbiamo snocciolato passato, presente e futuro, bottiglie alla mano, finalmente si sciabola!
Piccola precisazione agli avventori: alcune regole vanno rispettate sempre in caso di bolle, come la giusta temperatura di servizio (che non significa ibernare la bottiglia in abbattitore, bensì estrarla a temperatura tra i 6 – 8° ) e l’opportuno utilizzo dei calici a tulipano alto o flûte. Attenzione: In caso di bicchieri di plastica o bottiglie a temperatura ambiente la sciabolata non riuscirà per un evidente segnale del Dio Bacco.
Detto ciò, nessuna linea, nessun trucco e nessuna spiegazione, solo la vostra adrenalina ed il rischio di poter sbagliare.
Concentrazione. Incanalate la vostra emozione in questo gesto. Impugnate l’arma decisi e sfiorate il vetro. Pronti per la rincorsa, 3- 2 -1 e fate partire un colpo deciso che impatti sul collo! Il tappo volerà alle stelle e a voi sarà concesso il meritato bagno di folla.
Quindi sciabolata sì o sciabolata no? Dipende da chi, ma ricordate a chi vi criticherà il gesto che sciabolare è un po’ come il primo bacio, non si scorda mai!