Non sarà più possibile chiamare Hamburger prodotti di origine vegetale. L'Europa è chiamata a rispondere
“Questa non è una bistecca” è la campagna che le principali Organizzazioni agricole europee hanno lanciato per contrastare le lobbies delle multinazionali che investono sui prodotti vegani. Eh sì perché l'industria della carne e gli allevatori hanno dato vita ad un vero e proprio movimento in difesa del nome e del consumo dei veri hamburger, contro gli hamburger e le salsicce vegane in attesa della decisione del Parlamento europeo sull’abolizione del divieto di definire “carne” ciò che non lo è.
Infatti si parlerebbe di definizioni ingannevoli in quanto non è corretto usare il termine “carne” per definire ciò che non arriva dal mondo animale.
A causa del Covid-19 il consumo della carne è calato del 3% mentre quello di prodotti per vegetariani e vegani è cresciuto del 264%.
Da uno studio di Coldiretti emerge che gli hamburger di non-carne sarebbero ingannevoli per il 93% degli italiani, ragion per cui allevatori e produttori chiedono la massima chiarezza sulle etichette e sono quindi in attesa del responso della commissione del parlamento Europeo.
Ovviamente parliamo di enormi interessi economici in ballo, basti pensare che Nestlè e Unilever si sono già schierate in difesa delle carni alternative -e dei loro investimenti in questo ambito che pare essere il futuro di Wall Street. E con loro i salutisti che non mancano di sottolineare le conseguenze benefiche di tali prodotti sulla persona e sull’ambiente.
Già nel 2018 la Francia aveva bandito l'utilizzo di definizioni come bistecca, polpette, scaloppine o cotolette per pezzi di carne a base di vegetali. Invece nel 2017 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea aveva eliminato “latte di soia” e “formaggio verde”.
Sono battaglie dovute in primis alla necessità di corretta informazione a tutela del consumatore e contro il marketing delle imitazioni, ma mai esclusivamente contro i prodotti vegetali o lo stile vegano.