Covid, i ristoranti italiani vogliono fare causa alla Cina
I ristoratori dell'associazione M.I.O. italia vorrebbero far causa alla Cina
Mentre non è stato ancora dimostrato nulla sulle cause che hanno portato all'esplosione della pandemia da Covid-19, un gruppo di ristoratori italiani (MIO - Movimento Imprese Ospitalità) vorrebbero far causa alla Cina
Covid, perché i ristoranti italiani vogliono portare in tribunale il ministero della Sanità della Repubblica cinese?
Lo annunciano gli associati al gruppo MIO – Movimento imprese ospitalità – confermando l’intenzione di portare il Governo della Repubblica Popolare Cinese in tribunale (o per lo meno un suo rappresentante) con una prima udienza fissata il primo dicembre presso il tribunale di Viterbo.
Un risarcimento danni dalla Cina: cosa chiedono i ristoratori italiani
“La nostra associazione di categoria nazionale, in rappresentanza del comparto dell’ospitalità a tavola (horeca) del nostro Paese, ha intrapreso un’azione giudiziaria, presso il tribunale di Viterbo, nei confronti del ministro della Sanità della Repubblica Popolare Cinese, in merito alla diffusione della pandemia da Covid-19 e ai relativi ritardi nella segnalazione dell’emergenza e nell’attivazione delle misure di prevenzione e controllo e lo abbiamo comunicato ieri a Roma in conferenza stampa, nei pressi di Montecitorio”, si legge in una nota dell’Associazione.
Quello che chiedono i ristoratori – tramite l’associazione, il presidente Paolo Bianchini e l’Avvocato Marco Vignola che li rappresenta – è un risarcimento dei danni subiti a causa del Covid. MIO ha stimato perdite di circa 200 milioni di euro e ai giudici di Viterbo ha chiesto “l’accertamento delle responsabilità del ministero della Sanità cinese nel non aver tempestivamente segnalato all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il diffondersi del virus e dei suoi gravi effetti letali fra novembre e dicembre 2019, e nel non aver assunto i necessari provvedimenti di controllo sugli scali aeroportuali in partenza dalla Cina”.
“Tali gravi omissioni – si legge a conclusione della nota – hanno impedito allo Stato italiano una rapida assunzione di provvedimenti di ordine pubblico e sanitario che sicuramente avrebbero ridotto al minimo il disagio e le conseguenze derivanti dal Covid-19″.
L’epidemia della Cina, evolvendosi in pandemia globale, ha causato enormi danni, sia a livello sociale che economico, in termini di morti e perdite finanziarie, è questo è un dato di fatto più che riscontrabile. Per questo motivo, a fronte delle perdite registrate, i ristoratori hanno deciso di far causa al ministro della salute cinese, per i danni causati dal ritardato allarme al mondo dell’epidemia esplosa, o magari scoperta, a Wuhan.
Motivazioni deboli, per quanto possa essere dimostrato che l'origine della pandemia sia stato in Cina, nessuno poteva prevedere nelle prime fasi in cosa si sarebbe evoluta, quali sarebbero state le misure da adottare, e soprattutto ricordo ancora la carrellata di virologi, rappresentanti istituzionali e politici italiani che si affannavano nel ridimensionare il problema e giurare che in Italia non sarebbe mai successo nulla in quanto preparati ad affrontare una semplice influenza. Non è forse verso quest'ultimi che dovreste rivalervi? Lasciate perdere la Cina, non vi risponderà nemmeno.
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