19 dicembre: pesce d’aprile per la ristorazione
De Luca, oltre il danno anche la beffa per la ristorazione in Campania
“Digita: ristorante aperto in Campania domani a pranzo”
“Eh mi dice che il luogo selezionato è inesistente per il servizio richiesto.”
Così finiremo!
Dopo giorni di incertezza e malessere dovuti alla mancata ottemperanza dei tempi necessari per la comunicazione delle disposizioni governative che potessero mettere in condizione l’intera ristorazione di svolgere i propri servizi, la Campania si ritrova quasi a sentirsi urlare “sei su scherzi a parte!”
«La Campania non cambia colore, rimane come è adesso: arancione. Fino al 24, poi si adottano le misure anti-Covid nazionali»: è questo il commento di De Luca, in riferimento al passaggio della regione, a partire da domani, in fascia gialla.
La situazione è vergognosa!
La Campania più di ogni altra regione si è trovata a vivere, in questo lungo periodo già fin troppo altalenante, in balia di colpi di testa del suo presidente di regione. Nonostante l’assidua reazione del mondo della ristorazione che con continui colpi di reni cercava di risollevarsi, riadattarsi e trovare una strada per poter affrontare l’emergenza, la Campania si ritrova ad affrontare l’ennesimo blocco e l’ulteriore trattamento di sfavore con il mantenimento di stato di zona arancione mentre poche ore prima il governo centrale aveva optato per tre giorni di zona gialla, anche per dare respiro ad un settore già fortemente colpito.
Qualcuno diceva “se non uccide, fortifica” ma a furia di fare forza li state ammmazzando.
Già durante il primo lockdown la Campania si era ritrovata ad essere l’unica regione con l’impossibilità dell’asporto e del delivery.
Ad oggi la situazione è diversa: ci si sarebbe aspettati attenzione, sicurezza ma soprattutto organizzazione. Invece di nuovo un intero settore viene catapultato nel caos a poche ore dall’eventuale apertura.
In tanti stavano già organizzando la linea per il pranzo, per non parlare della fornitura di prodotti che ha il costo della speranza e il peso della sofferenza.
Il Presidente De Luca ha fatto il grande annuncio attraverso la sua pagina facebook in cui si legge: “Vi rinnovo il mio appello ad essere responsabili nelle prossime due settimane. La Campania rimarrà com’è adesso: non facciamoci confondere dai colori (giallo, rosso, arancione). Non cambia nulla fino al 24 dicembre, quando avremo la zona rossa decisa dal governo nazionale. Nel frattempo, la Regione Campania prenderà misure restrittive per questo fine settimana: evitiamo brindisi, assembramenti, aperitivi. Stiamo uscendo prima e meglio degli altri da questa seconda ondata, ma non ci vuole nulla per rovinarci”
Vi invito a leggere con attenzione queste parole perché sono l’ennesima prova di quanto troppo ripetutamente in questo scenario siano stati forse anche giusti i contenuti ma non i toni nè i tempi.
I ristoratori sono sfiniti da questo costante cambio di fronte in cui la mancanza più grave è rappresentata dal rispetto nei confronti di una intera filiera e migliaia di famiglie.
Di seguito il testo della bozza dell’ordinanza regionale:
“Con efficacia dal 20 dicembre 2020 e fino al 23 dicembre 2020 vengono:
1. Confermate tutte le misure vigenti alla data odierna per effetto di disposizioni statali – ivi comprese quelle di cui all’art.2 del DPCM 3 dicembre 2020 (cd. “zona arancione”) – nonché regionali (Ordinanza n. 96 del 10 dicembre 2020 su controlli degli arrivi e limitazioni alla mobilità sul territorio regionale) ;
2. Divieto per i bar e gli altri esercizi di ristorazione, dalle ore 11,00 del mattino, di vendita con asporto di bevande alcoliche e non alcoliche.
3. Per tutto l’arco della giornata, divieto di consumo di cibi e bibite, anche non alcoliche, nelle aree pubbliche ed aperte al pubblico, ivi comprese le ville e i parchi comunali;
4. Per tutti gli esercizi commerciali, obbligo di misurazione della temperatura corporea agli avventori all’ingresso dei propri locali e di inibire l’ingresso laddove la temperatura risulti superiore a 37,5 ° CC.
5. Raccomandazione ai Comuni e alle altre Autorità competenti di intensificare la vigilanza e i controlli sul rispetto delle disposizioni vigenti, in particolare nelle zone della cd. “movida”
6. Raccomandazione ai Comuni ai fini dell’adozione, laddove necessario, di provvedimenti di chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, ai sensi delle disposizioni vigenti, nonché delle disposizioni di cui al precedente punto 3.”