Alici, la trattoria pestana con lo sguardo fuori dal Cilento
Capaccio-Paestum (Sa), Alici - Trattoria di mare: la tipicità cilenatana in forma nuova
Via Magna Grecia, 564 Capaccio-Paestum (Salerno)
Tel: 08281996204
Email: [email protected]
Prenotazioni QUI
Aperto tutti i giorni a pranzo e cena. Chiuso il martedì, tranne in agosto (sempre aperto).
Alici nasce appena un anno fa, ma il concept su cui si fonda è ben più consolidato: doveva essere originariamente un indirizzo soltanto estivo; in altri termini, un locale dall'essenza decisamente "free". Poi, la svolta: la scelta del nome non è casuale, e punta a rappresentare una territorialità, non soltanto pestana, ma più in generale di tutto il salernitano.
Giovanni Prearo, titolare e chef
Il nome prova ad esprimere - come spiega il titolare Giovanni Prearo - anche e soprattutto la semplicità sia dei piatti proposti che del servizio, e più in generale del concept della trattoria. Alici ha risposto bene alla prova di resistenza che ha seguito l'entusiasmo del primo anno, quando ha saputo interpretare quella voglia di vitalità che ha seguito un duro periodo di lockdown. La location lo esprime appieno, con i tavolini apparecchiati in un curato stile minimal all'ombra ideale della Porta Aurea e a due passi dai templi di Paestum.
Come forte è l'impulso a seguire rigidamente la territorialità, lo è altrettanto quello a osare guardando fuori dagli stereotipi sulla tradizione enogastronomica del Cilento: una tendenza, quest'ultima, evidente sperimentando tutti i piatti all'interno del percorso di degustazione proposto.
Si parte con una gustosa ondata di leggeri e fantasiosi appetizers:
- tacos di parmigiano con insalatina all'aceto balsamico,
- gambero rosso di Acciaroli e granita di piselli, pane, burro e alici (cetaresi o di Menaica, specifica il patron del locale, a seconda della disponibilità giornaliera),
- alici marinate con peperoncino calabro ed aneto,
- spigola marinata al limone, peperoncino e menta,
- polpo alla diavola, cotto a bassa temperatura, scottato e successivamente ripassato in olio e paprika dolce, la cui salsa riprende quella classica del pollo alla cacciatora, racchiudendone l'essenza e divenendo una sorta di ketchup casereccio dalle venature mediterranee,
- gambero rosso di Acciaroli in brodo assoluto di cipolla ramata di Montoro, cotta per 24 ore a 100 gradi.
Il primo piatto servito è uno spaghetto tiepido alle Ostriche con clorofilla di prezzemolo e peperoncino piccante, seguito da un assaggio di genovese di tonno che rompe gli equilibri con la sua cipolla rossa di Tropea al posto della ramata.
Ma è il secondo il piatto che più resta impresso, per il suo efficace contrasto di sapori e consistenze: tonno con demi glas di vitello, maionese al cappero e cucunci di Salina.
Si conclude con una rivisitazione home made del cannolo alla siciliana, ma anche in questo caso senza "scomodare" il suo rivale cilentano, e , last but not least, una coppa al limone, con base di mascarpone e savoiardo bagnato con sciroppo al limone candito e polvere di limone.
In abbinamento, un buon bianco: il Mará, Vermentino di Sardegna Doc di Costadoria.
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