Armonì – i piatti da opulenta rivisitazione, della trattoria gourmet sul lungomare di Pozzuoli
Corso Umberto I n. 177 - Pozzuoli
Tel: 081 866 4759
Email: info@armonitrattoriagourmet.it
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Chiuso martedì. Aperto lunedì e mercoledì a cena; da giovedì a domenica pranzo e cena.
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Ha inaugurato da qualche mese, nella prestigiosa cittadina flegrea, il nuovo locale dello chef Mariano Armonia, gestito con l’amico imprenditore Giovanni Russo
IL CONCEPT DELLA TRATTORIA GOURMET
Ha risvolti paradossali la considerazione che, nel composito panorama gastronomico attuale, risulti difficile reperire, nel capoluogo partenopeo, un locale che offra dei piatti che assecondino le ricette della tradizione, in un’accezione quasi filologica.
Da questo punto di vista, un locale come Armonì – aperto neanche sei mesi fa, nel nuovo asset, sullo splendido lungomare di Pozzuoli, mai come in questi giorni luogo di ataviche paure mai elaborate – si carica di una valenza quasi eversiva agli occhi di noi napoletani, finendo per concretizzare un paradigma di cucina relegata nel dimenticatoio.
Saranno i trascorsi dello chef Mariano Armonia, appena trentacinquenne, che annovera esperienze nella cucina del Capri Palace, del Riccio, del Quisisana, ma anche dell’Altro CocoLoco e frequenti incursioni televisive, o dei precipitati e delle esperienze imprenditoriali del socio Giovanni Russo, ma la “rivisitazione codificata” delle ricette delle nostre nonne, sembra essere non solamente operazione nostalgica.
Quarantacinque coperti distribuiti fra sala interna e luminoso dehor originariamente dal 2017, tra modernità d’arredamento e dettagli omaggio alle icone della napoletanità, fra teatro, cinema e costume: l’idea dei proprietari è quello di definire un concept, che esporti anche all’estero un’idea di cucina e di accoglienza, lontano da oleografie e speculazioni consumistiche.
Grande cura viene riservata anche ai piatti senza glutine, ed è quantomai concreta l’idea di estendere ed ampliare il ristorante al locale contiguo, creando un collegamento tra le sale, con annesso ampliamento della cantina sottoposta, che oggi conta circa cinquanta etichette, fra referenze nazionali e estere, prettamente bollicine francesi.
LA DEGUSTAZIONE ED I PAIRING
Passando alla degustazione, da menzionare anzitutto la possibilità offerta di un menù degustazione con cinque portate – rappresentate dai signature dishes dello chef Armonia – con possibilità di pairing al calice, e utilizzo del coravin per le bottiglie più prestigiose, tra cui verticali per annate di Sassicaia, Biondi Santi, Gaja, tanto per citare alcune referenze.
Fra gli appetizer proposti spiccano, per capacità di rielaborazione e sagacia nell’equilibrio fra consistenze, il “lingotto verde – parmigiana di zucchine indorate e fritte, prosciutto cotto e provola di agerola, chips di zucchine” e il “pane cafone fritto su base di peperoncini verdi, pane indorato ripieno di provola di Agerola e pomodoro cuore di bue” seguite dal “tris d’autore di polpette con creme di verdure di stagione”.
Materie prime prevalentemente dalle inesauribili risorse flegree, dunque, ma anche un’attenzione rivolta agli ingredienti “poveri” e di reimpiego degli apparenti “residuali” delle preparazioni, come cifra stilistica unitaria dello chef.
Spazio al tris di primi “il ricordo di una genovese, cappelletto ripieno di genovese alla cipolla di Montoro” e “era il ragù di mammà, piramidi ripiene di braciola su ragù napoletano cotto dodici ore”, eterodosso l’impiattamento con il lacerto di carne del medesimo fondo, collocato in una terrina al centro, con la pasta home-made ai lati.
Una menzione a parte merita la rivisitazione del “puveriell”, una ricetta semi-dimenticata della tradizione campana, spaghettoni con uova in tegame, sugna, pecorino romano, pepe e bottarga di tuorlo d’uovo solidificato, come dire una carbonara, ma con maggiore levità e raffinatezza gustativa.
Chiude la degustazione una deliziosa t-bone di pezzata rossa, simmenthal del Trentino Alto Adige, servita su pietra ollare, con il carciofo arrostito – altro must della nostra gastronomia regionale – guarnizione di patate aromatizzate all’aglio nero.
Colpisce la totale assenza, fra i secondi, di piatti di pescato locale, ad ulteriore riprova dell'impostazione tradizionale conferita dallo chef, mentre il dessert è rappresentato dallo “steccarmonì”, ovverosia gelato home-made al cioccolato bianco e mandorle.
Sotto il versante enologico, sovviene il “Bruciato – Bolgheri Rosso D.O.C. 2022” della Tenuta Guado al Tasso della Famiglia Antinori, ed un amaro Jefferson dell’azienda calabrese Vecchio Magazzino Doganale, per una carta dei vini e distillati con ampi margini di miglioramento rapportata allo spessore della cucina, come dicevamo in ampliamento.
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