H2O, in AVERSA - La prima enoteca ristorante con carta delle acque e idrosommelier

Carlo Strafacelun 3 apr 2023

H2O - Ristorante e Vineria

Via S. Nicola, 102, 81031 Aversa CE
Tel: +39 081 393 6446
aperto tutti i giorni pranzo e cena tranne il Martedì
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Interessante la proposta di H2O, dei soci Salvatore Di Micco, Alfredo Manfredonia e Gaetano Murolo, oltre trecento referenze enologiche disponibili e piatti “tailor made” di temperata creatività.

Il nome, “H2O”, rimanda alla molecola costitutiva dell’acqua

- omaggiata da una estesa carta degustazione, con oltre venti referenze disponibili, assoluta novità per un'enoteca – ma nell’economia del locale a scorrere preponderante è la bevanda derivante dalla fermentazione alcolica per eccellenza, il vino.

Non potrebbe essere altrimenti sotto l’egida di Salvatore Di Micco, (idro)sommelier,

con Salvatore Di Micco

owner, selezionatore e consulente, che riversa - nell’approvvigionamento del proprio locale - passioni personali inveterate, un’incessante ricerca di vignerons marginali e poco conosciuti, tuttavia portatori di una salda identità produttiva.

IL CONCEPT

H2O è contemporaneamente ristorante e bistrot, vineria e bar-a-vin, grazie ad una formula improntata all’accoglienza, e molteplici influenze riversate dalle esperienze dei proprietari nella gestione condivisa, rifuggendo tuttavia da emulazioni ed accomodamenti didascalici di maniera, spesso dalla cucina spagnola e fusion.

Estesa e funzionale la carta dei vini, dunque, con una selezione di bollicine, sia nazionali che d’Oltralpe, funzionali – nei pairing - margini conferiti a denominazioni spesso misconosciute dalla massa eppure dalla storia significativa, notabile il risalto dato ad eventi, sia privati che di settore, con frequenti incursioni negli aspetti divulgativi dell’enologia ed ospiti prestigiosi.

SALVATORE DI MICCO, (idro)sommelier

Di Micco proviene da una famiglia di produttori di vino della zona del Falerno – segnatamente Cellole – trascorsi importanti, nel proprio cursus honorem, da cameriere, direttore di sala, sommelier ed infine restaurant manager, prossima tappa sarà il centro di Frattamaggiore, con un progetto in itinere, ancora da rifinire.

IL LOCALE

Locale superiore propriamente concepito come sala principale, mentre la zona inferiore è prettamente riservata ad eventi privati; con cucina a vista prospiciente l’ingresso, arredi ricercati all’insegna di uno stile eco-friendly ed essenziale, luminosità e comodità le coordinate per gli ospiti.

DEGUSTAZIONE ED ACCOGLIENZA

Passando agli assaggi...

Elegante l’impiattamento degli appetizer, in evidenza la misurata sapidità della “polpettina di puattanesca di gamberi”, seguita dal “pan-brioche burro acciughe e finocchietto selvatico” e “tacos di grana con scarola alla monachina e pomodoro confit”, in abbinamento l’acqua Sassovivo umbra di bevagna, con tappo in sughero e basso residuo fisso, tale da classificarla come acqua oligo-minerale.

Ed è il turno “dell’anatra vercellese cotta a bassa temperatura con salsa ajo-blanco ed insalatina in agrodolce di prugne”, ben contrasta, in pairing, la temperata aggressività della bolla Revì Cavaliere Nero Rosè Riserva TrentoDoc Extra Brut, vendemmia 2014 e sboccatura 2021, con il lungo affinamento a conferire spessore e mineralità.

Scarna l’essenzialità della successivacernia in oliocottura con salsa alla senape ed erbe aromatiche", forse il piatto che convince di meno per l’effetto coprente della salsa impiegata, di pregevole fattura il Borgougne Aligotè 2020 di Domaine Castagnier, servito da Di Micco in binomio.

Ben altro tenore invece per il “pacchero con riccio e lime”, sapiente la cottura della pasta dell’azienda Rosema, trafilata al bronzo da grani antichi in Castel Campagnano, in abbinamento calibrato il Riesling Alsaziano Domaine Albert Mann del 2021 dal catalogo LeClos, nitore di idrocarburi appena accennato, acidità fresca che ne fa un prodotto davvero versatile.

con gli chef Alfredo Manfredonia e Gaetano Murolo

Giunge la volta di un signature dish degli chef Manfredonia e Murolo, “la guancia di maiale cotta a bassa temperatura con la sua jus, fungo pleos scottato”, fa il paio forse uno dei migliori Pinot Noir mai degustati in ambito nazionale da agricoltura biologica negli ultimi anni, il Toscana I.G.T. 2020 Macea, dell’omonima azienda agricola sita in Borgo a Mozzano nei pressi di Lucca, note di frutti di bosco, spezie, con sfumature tostate e delicate chiusure balsamiche.

Nessun cedimento sul dessert – forse rivedibile unicamente nelle dimensioni un tantino eccessive sebbene l’ampiezza della degustazione – "(finto) plumcake al miele con crema pasticciera e frutti di bosco", sulla liquoristica rimaniamo ancora confinati in quel di Lucca, con l’amaro Velvet, intrigante blend con aromi orientali e spezie esotiche, dalle marcate venature gustative primigenie, mai dolciastre come oggi tanto in voga.

Tanti i progetti in itinere,

tra cui una carta dei migliori cioccolato artigianali ed una dei caffè acidi e da infusione, la possibilità di aprire al calice qualsiasi vino in carta, il tutto sorretto dalla sinergia, competenza e cordialità dei proprietari, amici anche nella vita.

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