L' "espressione" di Marco Laudato sulla terrazza del Miramalfi
Hotel Miramalfi
Via Quasimodo 3 - 84011 Amalfi (SA)
Tel. 089 871588
Aperto da aprile ad inizio novembre
Giorno di chiusura: mai
Le luci di Amalfi si accendono come in un quadro impressionista,
a fare pendant con le candele che puntellano le sue terrazze fiorite, a illuminare un tramonto che sembra più lungo che mai. La magia della Divina fa sempre il suo effetto, specie se vista dall'alto, lontano dalla folla e dal caos che la contraddistingue, soprattutto in alta stagione e soprattutto in quest'anno, il 2023, in cui sono stati battuti tutti i record di presenze.
Il troppo che storpia - spesso - anche nel food,
dove si rincorrono troppi indirizzi in cui si avvicendano piatti senz'anima e privi, purtroppo, di ogni logica.
Quando questa manca, allora si cerca qualcosa di autentico, si punta a individuare, tra (auto)esaltazioni ed appiattimento generale, storie che possano esprimere qualcosa, lasciare una traccia autentica di sé. Queste storie, anche se spesso poco attenzionate dal mainstream ma anche dalla stessa critica, esistono anche nella più elitaria Costiera Amalfitana, riuscendo anche, gradualmente e silenziosamente, senza effetti speciali, ad accompagnarsi alla tradizione, senza ostentarla né tantomeno riprodurla in modo stantio o fine a sé stesso.
Espressione è, non a caso, il termine del percorso degustativo signature proposto qui dallo chef Marco Laudato, promettente risorsa - forse ancora poco mediaticamente valorizzata, al "Donna Emma" dell'Hotel Miramalfi.
Schivo, poco incline ai riflettori, alle telecamere e forse anche alle penne blasonate, nonostante la miniera d'oro paesaggistica (ed enogastronomica) in cui opera, ha una buona esperienza alle spalle, proprio come anche lo stesso Alberto Amatruda, oggi guida stabile del Blu Stone di Castellammare, che diede inizio alla stagione di riscatto culinario di uno storico albergo amalfitano la cui proposta gastronomica era rimasta fino a qualche anno fa completamente nell'anonimato. La prima esperienza importante, come racconta, fu al Faro di Capo d’Orso della “vecchia guardia”, che nel 2007 conseguì la sua prima stella con Pierfranco Ferrara, poi a Palazzo Avino da sous chef di Michele De Leo, e ancora sous chef di Michelino Gioia al Pellicano di Porto Ercole, e, poi nelle parentesi invernali dal bistellato Casa Perbellini a Verona. Poi, un anno prima dell'uragano Covid, la scelta di aprire un locale tutto suo a Cava de'Tirreni, Borgo Evo, due salette raccolte e nascoste in cui sviluppare senza alcuna remora le sue "espressioni", spostandosi a Castellabate nel periodo estivo, prima di farsi rapire dalle sirene della Divina e di approdare nella struttura della famiglia Mansi, fresca di un ulteriore e doveroso restyling.
La degustazione ad Donna Emma
"Espressione" inizia in modo pacato e discreto con le capesante glassate, mela verde, yogurt e caviale oscietra.
La Costiera non sa solo essere Divina ma anche davvero egregiamente terrena, con l'uovo pochè con caciocavallo dei Monti Lattari e zuppetta di fiori di zucchine, il piatto migliore della degustazione.In abbinamento, il maitre Francesco Proto ha proposto un Fiorduva di Marisa Cuomo, annata 2021. Del resto, Furore è a due passi.
Il primo, anche questo cuore pulsante della degustazione, si fa notare, invece, per essere l'espressione piena del fil rouge culinario dello chef, che nota subito chi ha avuto modo di conoscerlo nelle sue precedenti esperienze: così discreto ed essenziale quanto godurioso il tortello di gambero rosso, ricotta e limone.
Giro di boa della cena in semplicità ma con più prudenza,
proprio in modo simile rispetto alla partenza, a cui la accomunano anche alcune sapidità, con un semplice ma ben eseguito e rappresentativo dell'anima marinara della Costiera, il dentice alla plancia con verdure mediterranee, ben accompagnato, a mio parere senza alcuna forzatura, da un Pinot Nero Alto Adige di Anna Waltz annata 2021.
Chiusura in dolcezza con un Limone, Limone, Limone, opera di Aniello Noto: termine che si ripete quasi fosse un mantra ma, in realtà, si scopre un gioco di tre consistenze dell'oro giallo della Divina che riassume senza imitare, e affianca - ma senza sfidare troppo - la tradizione dolciaria locale: caprese al limone, sorbetto al limone e chips al limone ed essenza di timo limonato, abbinate ad un classico Muffato Della Sala Antinori.
Il conto viaggia tra i 90 ed i 110 euro a persona a seconda del percorso degustativo scelto. Ad accompagnare "Espressione", ricorda il maitre d'hotel Francesco Proto, c'è anche il suo viaggio gemello, "Tradizione", che torna protagonista, nei suoi piatti più noti, al Sautè, il ristorante in giardino della struttura, aperto solo a pranzo, e in cui va di scena una cucina di matrice decisamente più classica.
Seguici su facebook foodclub.it
Entra nel vivo della discussione sul nostro gruppo, un luogo libero dove professionisti della ristorazione, clienti e #foodlovers si confrontano sui temi del giorno: Join the #foodclubbers Be #foodclubber