“Non c’è due senza tre... ed il quattro vien da sè!” Mandrarossa in scena a l'Osteria Partenope.

TheAnimismusmar 21 lug 2020

“Non c’è due senza tre...ed il quattro vien da sè!”

Tra i proverbi della nostra vasta cultura popolare, questo è uno dei più diffusi e conosciuti.

L'unica spiegazione che si può dare è che un evento positivo o negativo, che si ripete almeno due volte, non può considerarsi un caso unico ed isolato, ragion per cui, è destinato a ripetersi una terza volta. Se una cosa si è già verificata due volte è più facile che si verifichi anche una terza piuttosto che non si verifichi più. Quindi il tre in questo caso sarebbe una conferma del due. Naturalmente è chiaro che ciò non accade sempre. Seppur nothing really happens, questo proverbio invece pare asserire l'inevitabilità del tre in presenza di un due.. ed in questo caso è così.

Dopo la gran riuscita del secondo appuntamento, “The Secret Ingredient is Love” ribatte col terzo...e che gran spettacolo!

Fabio Messina continua come un razzo lungo la sua linea, dimostrando e riconfermando che l’amore è il fattore K per la riuscita di qualunque cosa. Far avvicinare le persone al mondo del vino mettendole in interconnessione con i produttori e dunque trasferire ad ogni sorso la loro passione, il loro sacrifico e la loro filosofia è possibile..emozionarli ad ogni boccone pure...se c’è amore.

E amore non è mancato lo scorso giovedì a l’Osteria Partenope, ove la Sicilia si è ricongiunta a Napoli per un attimo, facendo rivivere a tutti lo splendore di quel regno Borbonico ormai scomparso.

L’attività vulcanica è simile ad un grande aratro che rivolge gli strati della terra, riportando in superficie sostanze organiche che influenzano le coltivazioni, e dove le viti hanno radici profonde e un rapporto unico con la storia. E come se il magma risalisse dal vulcano ed esplodendo nel calice, i vini esprimono mineralità, armonia, energia e longevità.

Mandrarossa ripercorre lo stivale approdando in quell’isola felice del Vomero, spiegando alto il suo stendardo e riconfermando l’amore e lo splendore di quella fantastica interconnessione tra popoli e cultura.

I vini de la cooperativa Settesoli incontrano i sapori ed i profumi del golfo, esaltandone ad ogni sorso la bellezza e le qualità.

Erutta l’ Urra di Mare su un cruditè eccezionale. Il tonno ed il baccalà sormontati dall’oro verde di Sicilia, regalano un connubio perfetto al palato ove zampilli di mineralità prendono il sopravvento sulle carni.

L’impepata che si sente un sautè mette avanti la signor cozza ad accogliere l’Etna Bianco. Il Sentriero delle Gerle non è semplice né banale, prende il sopravvento il Carricante che dell’isola si fa rappresentante. Dopo esser diraspate, queste uve son pigiate e poi pressate con presse soffici e solo la prima fazione delle tante che crean mosto vengon recuperate per la fermentazione. Il mosto così ottenuto viene addizionato di lieviti selezionati e riposto poi con garbo ad una lunga fermentazione. Terminata poi questa fase, il nettare vien privato delle fecce  e vien posto ad affinare in grandi silos di acciaio.

Il risultato è così divino e rende unico questo vino, che ha giusto il tempo di salire in gloria ed è riposto dal Santannella.

A Nerano avviene il “fatto” dove la zucchina incontra il monaco e con la vongola accolgono con eleganza ed intensità gli aromi di questo blend incredibile. L’Italia incontra la Francia ed i rancori “giocondiani” sembran essere solo un vecchio ricordo del passato. Il matrimonio è un successo e la Nerano è la "location" perfetta per il sodalizio.

Inaspettatamente poi il cielo si colora ed i riflessi dorati, di quel giallo paglierino che luccica nel refrigero dei calici, si incammina verso un tramonto romantico ove, calando il sole, il bicchiere prende i colori granata del Timperosse.

Il sodalizio italo francese sembra funzionare: il Petit Verdot trova la propria dimensione, regalando delle intense e lunghe emozioni su un bel letto di frittura di paranza.

Chiude e conclude il racconto l’ultimo arrivato Calamossa, profumato e minerale, espressione autentica del territorio d’origine del quale reca la freschezza delle brezze marine, la sapidità del mare e l’energia del suolo. L’habitat marino, la luce intensa e le escursioni termiche gli donano freschezza, leggerezza e piacevolezza. Nel perlage brioso i vitigni autoctoni a bacca bianca si fondono armonicamente svelando i loro sentori più intensi, mentre il gusto è armonico e persistente e con la delizia a limone inebria gli animi ed i palati, accompagnando i commensali dolcemente verso casa.

“Non c’è due senza tre...ed il quattro vien da sè!”

Non ci resta che aspettare il prossimo giovedì per un nuovo appuntamento, per un nuovo incontro, per un nuovo vino…una nuova storia d’amore.

A giovedì prossimo!

TheAnimismus

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