Paestum: la "Brezza marina" tra la rete e l'orto

Andrea Bignardimer 24 lug 2024

Brezza Marina

Via Francesco Gregorio, 42 - 84047 Capaccio Paestum SA
Tel. +39 346 6696564
Email: ristorantebrezzamarina@virgilio.it
Aperto a cena. Chiuso il mercoledì e la domenica sera.
Facebook

A volte bisogna far parlare il mare, più che provare a sormontarlo.

Un' impresa che riesce meglio a chi non ha la tensione a stare sulla cresta delle onde che si susseguono, ma vuole semplicemente accarezzarle respirandone la brezza.

È la riflessione che si fa spazio nella mente al termine dell'esperienza da "Brezza Marina" in uno dei primi giorni di un'estate avviatasi, ma ancora non pienamente matura, tanto nel clima quanto - forse per fortuna - nei numeri, forse meno straripanti che negli anni scorsi.

Ha compiuto da poco quindici anni il locale guidato da Rico Vignola, che ne è chef e patron: imperturbabile e vulcanico, sufficientemente conoscitore del mondo della ristorazione da tenersi alla larga dalla smania di essere sotto i riflettori.

E mentre Paestum corre, lui procede convintamente a passo da maratoneta. Assecondando i ritmi della natura in una carta non solo estremamente aderente al pescato ma anche alla stagionalità.

Un tuffo nel presente, al passo con i tempi, ma con lo sguardo rivolto consapevolmente al passato e volutamente, leggermente vintage. Un'atmosfera da fine anni '90 che non può non far appassionare chi ha vissuto la sua infanzia in quei magici anni.

Il filo conduttore è duplice: convivono la rete e l'orto. Si parte su questa lunghezza d'onda già gli antipasti, in cui si susseguono confort food come una davvero piacevole insalata di mare, ai salumi di pesce homemade, ai gamberi Japan style, a piatti decisamente più creativi - ma sempre rispettosi del territorio - come il brodetto orto, nduja e mazzancolle.

Il vero appetizer signature che sintetizza la visione di fondo del locale pestano, con le verdure avvampate nel wook con lo strutto, eppure senza effetti collaterali. La mazzancolla dà consistenza al piatto, la 'nduja ne lega gli elementi. Insieme concettualizzano il piatto - di ispirazione thai - in chiave mediterranea.

E questo, perchè, spiega "non si può essere talebani del territorio, altrimenti da risorsa diventa limite".

La tradizione, dunque, è vista come un trampolino per volare più alto: la voglia di passare ad un primo che è, per antonomasia, il cuore pulsante di molti percorsi, è tanta, ma si può optare per virare sulla ceviche di spigola e gamberi rossi. Anche qui, c'è tanta essenza di mare.

L'incontro con l'orto si concretizza invece nelle tagliatelle all'uovo cozze e friggitelli: un piatto semplice, espressione per eccellenza di un'estate ormai giunta nel suo cuore pulsante. Il gusto amarognolo di quelli che nel salernitano sono definiti friarielli - e guai a farlo da Nocera in su - è il quid in più che va ad impreziosire la vaga dolcezza del tagliolino. Una spolverata di Pirano del Caseificio Barlotti, che è a due passi, a dare un'ulteriore e casareccia sapidità.

In carta, a testimoniare come l'impronta del locale è essenzialmente semplice e territoriale, tornano protagonisti anche tra i primi comfort food di mare come i paccheri all'astice, spaghettini ai ricci ed alle vongole veraci, ed anche le linguine agli scampi. C'è anche la genovese di baccalà.

Non c'è spazio per i secondi, che variano quasi tutti giornalmente sulla base del pescato del giorno: pochi e di impronta casalinga i dolci. Appaga e rinfresca la mousse all'amarena homemade.

Conto nella media pestana, ma decisamente competitivo in rapporto all'esperienza.

Seguici su facebook foodclub.it

Entra nel vivo della discussione sul nostro gruppo, un luogo libero dove professionisti della ristorazione, clienti e #foodlovers si confrontano sui temi del giorno: Join the #foodclubbers Be#foodclubber

Altri articoli