“Un’esplorazione del gusto nell’ottica di creare nuove esperienze sensoriali legate a Kbirr”. A Torre del Greco riapre Casa Kbirr di Fabio Ditto.

TheAnimismusgio 25 giu 2020
Casa Kbirr
Corso Vittorio Emanuele, 53, 80059 Torre del Greco NA
Sempre aperto a cena, la domenica anche a pranzo.
081 1836 1861
Prenotazioni: thefork.it
Ordina: ubereats.com

Casa Kbirr riapre i battenti post Covid-19. La casa della prima birra artigianale realizzata interamente nel napoletano, che vanta di best seller come la Cuore di Napoli o la Natavot, porta in tavola il meglio della tradizione gastronomica partenopea ed accoglie i commensali con un tour nella street art dei vicoli di Napoli.

“Un’esplorazione del gusto nell’ottica di creare nuove esperienze sensoriali legate a Kbirr” dichiara Fabio Ditto ideatore e responsabile commerciale di Kbirr.

Abbiamo provato in anteprima il nuovo menu.

Ecco come è andata!

A pochi passi dalla storica Villa Campolieto di Torre del Greco, si nasconde da scale e pergolato e subito quel giallo delle pareti esterne, dopo il bugnato iniziale, inizia a stimolar l’occhio. Quel tono di dimora Novecentesca viene subito rotto dal rumore armonico degli interni: qui seppur si è da poco abbandonato il ciglio della strada è la street art che ne fa da padrona!

La luce non manca ad illuminar quei pezzi d’arte che collezionano le pareti, donando un tono grungeall’ambiente. Dimenticate i pantaloni rotti ed i maglioni infeltriti di Kurt, perché qui quest’arte tanto dibattuta e combattuta trova la propria elegante dimensione catapultando l’ospite in un folklore napoletano di degna eleganza.

Tra le innumerevoli statue e quadri di San Gennaro, curnicelli ed un Dalì che g­uarda con occhio sospetto Wonder Woman, i pavimenti riflettono la vera anima con panconi e maioliche.

Tra legno e luce, sacro e profano, irrompono le birre di Kbirr, in linea dietro al banco spillatori pronti ad assolvere al loro compito: compiacere e dissetare il commensale.

La luce è filtrata da finestroni, irradia gli ambienti donando ad ogni singolo oggetto (mai casuale!) la giusta esposizione.

A prender le redini del tutto è Fabio che con maestria e con estrema passione vi porterà alla scoperta del suo mondo e vi guiderà, portandovi per mano, in Casa Kbirr.

La passione di quest’uomo è tale da farvi cancellare completamente ogni stupida associazione legata alla birra e facendovi scoprir il suo valore, i suoi profumi, gli aromi..e che seppur abbia schiuma, essa veste i piatti alla perfezione proprio come un buon vino.

Il menu si ispira alla vera, pura e sacrosanta cucina…GIAPPONESE!!!

Hahah ma vi pare?!

Vi pare che San Gennaro dall’olimpo del bancone vi permetta di mangiar sushi o sashimi?!

Assolutamente no.

Scherzi a parte, torniamo seri: il menu è semplice chiaro e deciso. Napoli predomina, la storia e la tradizione campana vien riletta nella sua essenza attraverso l’utilizzo di prodotti di prima scelta e grazie alla maestria del nuovo chef Antonio Alberti.

Ad aprir le danze è à merenna: pane caldo ripemno di ricotta di fuscella! Vecchia 'mpustarella che i nostri genitori ricorderanno sicuramente!

Alicella ndurat e fritt con mayo di birra, ‘o ciurillo ‘mbuttunato, la braciulella torrese, a purpetta della nonna sono solo alcuni degli antipasti in carta.

Il meglio deve ancora arrivare.

“San Gennà aiutami tu!”

Arrivano delle grattacase di alluminio come quelle delle nostre nonne e allora le candele alla genovese oppure la pasta e patate con provola o ancora lo spaghettone aglio, olio e tarallo è servito!

Particolare attenzione è rivolta al Ragù Napoletano, frutto di un’ardua scelta e di un lungo test condotto da 5 chef differenti per raggiungere all’unanimità quello perfetto!

L’antico pomodoro di Napoli si irrompe al palato, zampillando e mandando in tilt le papille gustative. E la carne poi, sfumata alla birra, si sfalda già soltanto osservandola.

'O rraù ca me piace a me
m' 'o faceva sulo mamma.
A che m'aggio spusato a te,
ne parlammo pè ne parlà.
Io nun songo difficultuso;
ma luvà mmel' 'a miezo st'uso.
Sì, ba vuono: cumme vuò tu.
Mò ce avéssem' appiccecà?
Tu che dice? Chist' 'e rraù?
E io m' 'o mmagno pe' m' 'o mangià...
M' 'a faje dicere na parola?...
Chesta è carne c' 'a pummarola.

Il segreto?!

A morte aglio e cipolla, fan***o i disciplinari o le vecchie ricette: a Casa Kbirr ‘o rraù si fa accussì!!

Parmigiana, Purpitiello alla Jattura, Bacallà arrosto con puparuncielli do ciumme e scorza di pane cafone, pesce bandiera ndurat e fritt, purpo arrosto e baccalà pastellato Natavot..insomma i secondi son tutto “chello che mugliereta nun te fa”!

La linea di Kbirr sposa ogni singolo piatto!

L’equilibrio raggiunge livelli di perfezione incredibili. Non c’è un predominio di birra e/o di cibo al palato, ma un armonia ed un umami.

Ragion per cui si parte con una Natavot una Lager non filtrata e non pastorizzata. L’etichetta rappresenta l’immagine stilizzata di San Gennaro e nel nome rimanda al miracolo che si rinnova ogni anno, un’altra volta (natavot). Poi si passa a la Jattura, Scotch Ale che riporta sull’etichetta il simbolo di un corno stilizzato, portafortuna contro la Jattura (sfortuna), archetipo della scaramanzia. Si continua con una delle mie preferite, ovvero la Cuore di Napoli, American Pale Ale in edizione limitata che porta in etichetta il cuore pixellato, simbolo dell’omonima installazione luminosa realizzata dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Culmina e raggiunge l’apice il tutto con una bella Paliat, una Imperial Stout dall’elevata gradazione alcolica di oltre 9° che scuote piacevolmente, ma intensamente, chi la degusta. Nell’etichetta è raffigurato un mastino napoletano lo stesso presente anche in sala.

Vi spiego cosa significa Paliat?!? Naaaaaaa!

Se spazio ancor rimane, notevole curiosità suscita la proposta dei dessert.

L’ultimo richiamo a Napoli, gioca d’effetto (e gola). È la cheesecake, che con la sua colata purpurea di pomodoro dolce e basilico, ricorda il Vesuvio e sembra mandar un saluto nostalgico ai clienti invogliandoli a ritornare al più presto.

Il Vesuvio e Santa Lucia
dimmi dove trovi tu.
Non è sogno né fantasia
questo eterno mare blu.

Senza Napoli
non c’è cuore che sospiri,
non c’è sogno che innamori.
Vedi Napoli e poi muori!

Na' tazzulella e' cafè acconcia a vocca a chi nun po' sapè!

Ps:

D’accordo, vi spiego cosa significa Paliat!

Paliat è quella che vi meritereste se doveste trovarvi a Torre del Greco e non fermarvi.

Ciao!

TheAnimismus

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