Borgia Restaurant è l’esperienza meneghina a misura di cliente
Milano, Recensione Borgia Restaurant di Edoardo Borgia, chef Giacomo Lovato
Via Washington, 56 - Milano
Tel: 0248021442
Mail: [email protected]
Prezzo: 95 euro degustazione Psiche
Chiuso la domenica
Tutti conosciamo il nome di Lucrezia Borgia e i miti che ruotano intorno a una delle donne più potenti del rinascimento italiano. Un nome forte e affascinante. Perfetto quindi per risaltare anche in una città frenetica come Milano.
Borgia é infatti la nuova apertura di Edoardo Borgia. Aperto a singhiozzo nel 2020 e definitivamente riaperto solo a giugno 2021, il locale pone al centro di tutto il cliente grazie al servizio sartoriale ed al menù degustazione da 8 portate, Psiche: "Creato da voi e scritto da noi" o almeno così recita il sito. Lo chef Giacomo Lovato, che può vantare esperienze sia da Sadler che da Cracco, è da poco tornato a Milano dopo una lunga esperienza in montagna, di cui sono evidenti le tracce nel menù.
In un panorama vivace, quasi saturo, come quello milanese dove numerose insegne si susseguo nell'intento di proporre una cucina di livello a un prezzo ragionevole, almeno per gli standard meneghini, per riuscire ad emergere bisogna sapersi distinguere e donare un'esperienza che possa differenziarsi dalle altre numerosissime proposte del territorio.
Il Borgia ci prova tendendo fede alle sue promesse: un servizio estremamente attento, veloce, di grande professionalità e disponibilità sia nella gestione della sala che della cantina, oltre che attraverso un menu realmente pensato e calibrato su ogni singolo cliente grazie a una cucina che non si fa problemi a variare la degustazione sulla base delle sole preferenze di ogni commensale. Il tutto in un ambiente moderno e curato. La cucina invece classica con influenze internazionali, ruota attorno a un'ottima materia prima. Molto ben maneggiata la carne: notevole la tartare di cervo affumicata al timo come anche il piccione in 3 cotture, tanto saporito quanto millimetrico nella cottura.
Tartare di cervo affumicata al timo con lampone, nasturzio e sale al ginepro
Però oltre a qualche limatura sulla sapidità di alcuni piatti, in particolare nella lingua di vitello, dove il fondo, molto tirato, copre un po' il sapore della carne e nei tagliolini in cui il parmigiano risulta preponderante, e una minor ripetizione di ingredienti, quello che più manca sono le note di contrasto del piatto per variare un po'i gusti del percorso. I sapori, principalmente sapidi e dolci mancano del contrasto con l'acido e l'amaro sempre utile per divertire il palato. Quel guizzo identitario, che come sempre sboccia con il tempo.
Ineccepibile il pane, fatto dal panificio Longoni, proposto come portata della degustazione. Scelta però consigliabile solo se di produzione propria.
Qualche sbavatura a parte, le cotture precise e gli impiattamenti curati fanno intravvedere le capacità dello chef, che ben utilizza anche l'elemento vegetale, sebbene ancora un po' secondario.
Interessanti i dolci, ben pensati ed eseguiti, che abbandonano l'eccessiva dolcezza a favore di note terrose - come il gelato di porcini, o salate grazie all'utilizzo di formaggi e bottarga, così da non risultare troppo pesanti al termine di una lunga degustazione.
Psiche, la degustazione
Amuse bouche:
- cacio e pepe,
- meringa con peperone,
- funghi e riduzione di limone,
- barbabietola robiola e mirtilli
Lampone, acqua di pomodoro e aneto
Lingua di vitello, il suo ristretto e salsa di peperone
Tagliolini, uova di trota il suo ristretto cipolla e parmigiano
Sedano rapa cipolla croccante quenelle di caprino
Anguilla, lamponi e patate
Robiola e bottarga greca
Gelato al porcino con topinambur
Conclusioni
Una realtà da tenere d'occhio perché, benché aperta da pochi mesi, offre un servizio molto ben rodato e una cantina interessante. Solo il tempo di dare modo allo chef di sentirsi a suo agio nel nuovo locale per poter esprimere al meglio la sua idea di cucina.
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