Borgo Santandrea ad Amalfi, alla corte dello chef e manager Crescenzo Scotti
Amalfi, Borgo Santandrea con i suoi ristoranti Alici e LA Libreria, lo chef Crescenzo Scotti
Via Giovanni Augustariccio, 33 - 84011 Amalfi - Italy
Tel: +39 089 831148
Email: [email protected]
Prenotazione
The Brekfast - Alici - La Libreria
C’era una volta un mondo in cui, salvo casi eccezionali, la ristorazione era considerata dagli albergatori un servizio accessorio.
In quel mondo i clienti si rassegnavano a consumare il loro pasto in hotel quando erano stanchi del viaggio o non avevano comunque voglia di andare in giro a cercarsi un posto meno anonimo per pranzare o cenare.
In quel mondo neanche gli hotel di pregio facevano eccezione, anche perché la qualità della ristorazione offerta rappresentava raramente per il cliente una priorità nella scelta del luogo in cui soggiornare.
Quel mondo è finito da un pezzo, per effetto di due fattori concomitanti: da una parte, l’esplosione dei B&B, che riescono ad offrire a condizioni competitive e nel posto giusto i servizi essenziali che servono al viaggiatore; dall’altra, il boom generalizzato di interesse verso tutto ciò che oggi ha a che fare con l’enogastronomia.
Gli hotel, e ancora di più i resort, i quali godono del vantaggio competitivo di ospitare i clienti per periodi più lunghi e di trovarsi solitamente in posizione piuttosto decentrata rispetto ai ristoranti di qualità, hanno iniziato così a rivoluzionare il loro approccio e ad investire risorse importanti nelle attività di food and beverage.
Un esempio emblematico di questo fenomeno è nel nuovo Borgo Santandrea sulla Costa d’Amalfi, nato sulle spoglie dello storico Palazzo Saraceno.
Qui una gigantesca, raffinata ristrutturazione ha consentito di dar vita a un resort dove nulla è stato lasciato al caso.
Dal piano stradale della tortuosa e suggestiva S,S.163 Amalfitana, a metà strada fra il centro di Amalfi e Conca dei Marini, al Borgo si va giù per ben 9 piani, dove sono state realizzate una cinquantina di camere e di suite dotate di piscina autonoma, fino ad una deliziosa spiaggia privata, dotata persino di un molo esclusivo, che agevola i trasferimenti degli ospiti.
I lavori sono stati realizzati con un coraggio imprenditoriale non comune durante il periodo della pandemia, proprio mentre molti operatori turistici si chiedevano preoccupati quale destino si prospettasse in futuro per le loro attività.
Tutto questo si traduce oggi in un progetto di grande pregio architettonico, arricchito da uno stile di arredamento che riproduce alla perfezione, anche grazie all’introduzione di pezzi storici provenienti da collezioni di famiglia e a riproduzioni affidate a grandi designer contemporanei, le mitiche atmosfere mediterranee degli anni ’50-’70 del secolo scorso.
Riuscire nell’intento di offrire, in una struttura del genere, servizi di ristorazione di un livello coerente con l’offerta alberghiera propriamente detta non era impresa semplice. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo ci si è affidati a Crescenzo Scotti, executive chef ischitano formatosi alle corti di Nino Di Costanzo e di Massimiliano Alajmo e stella Michelin sin dal 2014, prima alla guida del Therasia Resort di Vulcano e poi a quella de Il Flauto di Pan di Villa Cimbrone a Ravello.
Sotto la sua guida, una brigata di 20 persone lavora con alti standard di qualità e di efficienza per soddisfare durante tutto l’arco della giornata le più disparate esigenze di clienti provenienti da mezzo mondo,
Si parte con il Breakfast, dove una vastissima selezione di dolci, torte, pani e biscotti appena sfornati, ma anche salumi e formaggi, crepes, insalate, frutta fresca e confetture, è a disposizione del singolo ospite, che può comporla a proprio piacimento. E poiché nessun desiderio del cliente qui deve rimanere insoddisfatto c’è persino la possibilità di soddisfare eventualmente, già durante la prima colazione, una voglia improvvisa di un piatto di pasta.
C’è poi l’attività di room service, assicurata ovviamente 24 ore su 24, e c’è il servizio di bar-ristorante del Beach Club, aperto per tutto il tempo in cui vi sono ospiti in spiaggia, che funziona con proposte mirate al contesto, pizza compresa.
Ed eccoci alle punte di diamante della ristorazione del Borgo. La prima, appena più informale dell’altra, consente di cenare alla carta, su una terrazza dal panorama mozzafiato, al Ristorante Alici, lo stesso che al mattino ospita la prima colazione.
Qui il menù, molto vasto e articolato, è alla carta. Progettato per spaziare nei diversi ambiti della tradizione regionale, esso consente allo chef di rappresentare perfettamente, con eleganza e fantasia, il grande patrimonio di ingredienti e ricette del territorio, così da regalare, soprattutto al turista straniero, un percorso esperienziale autentico sui valori gastronomici della cucina campana.
Per gli amanti dell’alta cucina di stampo più internazionale c’è poi la chicca gourmet di Borgo Sant’Andrea, rappresentata dal Ristorante La Libreria, collocato in una sala con vista panoramica, dove tanti volumi antichi fanno bella mostra di sé e dove, su una delle pareti di legno, può aprirsi a richiesta uno squarcio che consente agli ospiti di osservare da vicino il lavoro dei cuochi.
I percorsi gastronomici proposti alla Libreria sono ben 5, per ognun dei quali è possibile richiedere uno specifico abbinamento dei vini provenienti dalla sterminata cantina del resort.
Le degustazioni meno impegnative, da 5 portate ciascuna, si chiamano “Il timido approccio” e “Le radici dell’orto”. Le alternative intermedie, da 6 piatti, sono rappresentate da “6 espressioni, 6 ragioni” e da “Ispirato da una storia di acqua e sale”, per arrivare infine al percorso più lungo e articolato, La brezza che sfiora lo scoglio”, dove sono ben 8 le portate previste.
Non è impresa semplice estrapolare da una offerta così ampia i piatti da raccontare. Noi abbiamo iniziato con la Polpetta di pesce azzurro con zucchine alla scapece, antipasto cult di Alici, e con il Pane e ragù, in menu alla Libreria: due proposte in cui la ricchezza del gusto e la riconoscibilità degli ingredienti fanno da contrappunto alla semplicità della preparazione.
Abbiamo poi assaggiato un delicatissimo Risotto carnaroli al limone nelle sue declinazioni (di Alici), accompagnato da un Fiano Pietramara Etichetta Nera 2019 de I Favati, ed un mirabile Bottone di semola “senatore cappelli” alla genovese di vitello (dal menu della Libreria), un concentrato di sapore in grado di sorprendere anche i palati più difficili, specie se abbinato, come nel nostro caso, con lo straordinario Furore rosso 2021 di Marisa Cuomo.
È stata poi la volta di una esemplare, super-mediterranea Palamita scottata con pomodorini, capperi, acciughe e scarola riccia (Alici)
A questa hanno fatto seguito uno scioglievolissimo Maialino nero in bassa cottura e la sua pancetta, fave e pecorino (Libreria) e, tanto per dare una dimostrazione della capacità dello chef di assicurare anche agli ospiti vegani la stessa dose di gusto e di eleganza che caratterizza la sua cucina, un Medaglione di sedanorapa con riduzione di verdure al pepe verde, piatto simbolo del menu Le Radici dell’Orto della Libreria.
La conclusione è stata affidata alla Ricotta & pera di Alici ed ai Ciocco-lati con il lampone della Libreria, dessert esaltati da un calice di Moscato d’Asti La Galesia 2021 dell’Azienda La Caudrina, dotati entrambi di gradevoli consistenze e del giusto equilibrio fra dolcezza e acidità che ci si attende al termine di un percorso come questo.
Oltre ad essere una meta esclusiva dove trascorrere una vacanza memorabile, Borgo Santandrea rappresenta dunque a tutti gli effetti anche una destinazione prestigiosa dal punto di vista gastronomico.
Qui lo chef Scotti riesce a compiere tutti i giorni, con la sua brigata, lo straordinario prodigio di riuscire ad erogare servizi di ristorazione di eccellenza senza soluzione di continuità e con assoluta costanza qualitativa. E non a 15-20 persone, come avviene normalmente nei ristoranti di questo livello, ma a una moltitudine di ospiti internazionali alto-spendenti, le cui aspettative non sono certo banali.
Il segreto? Si chiama managerialità e consiste nella capacità di pianificare le attività e di delegare i compiti alla perfezione, per garantire sempre e comunque l’efficienza necessaria: una caratteristica che molti pensano sia inconciliabile con la competenza tecnica e con la creatività di uno chef, e che invece Crescenzo Scotti dimostra di padroneggiare alla grande.
Seguici su facebook foodclub.it
Entra nel vivo della discussione sul nostro gruppo, un luogo libero dove professionisti della ristorazione, clienti e #foodlovers si confrontano sui temi del giorno: Join the #foodclubbers Be #foodclubber