I cuochi -e non- che ci hanno fatto riamare la cucina in quarantena.
Cosa abbiamo scoperto durante la quarantena? Il mondo del food si è unito in una comunità
Era il 10 di marzo su per giù, e fino a qualche giorno prima il mondo era convinto che in casa non si potesse più cucinare. Era un mondo in cui la comunicazione della ristorazione e la vita sempre più frenetica suggerivano agli avventori che un buon primo, una buona pizza e un buon panino fossero diventati prodotti impossibili da trovare senza mettersi in fila o prenotare nel proprio ristorante, pizzeria e pub preferito.
Illustrazioni di The Animismus.
Venne poi la quarantena, il “restate a casa” e quell’iconico “ce la faremo”. A sconfiggere definitivamente il coronavirus? Quello ancora no. A ritrovare lo spirito in cucina? Si, cazzo. A cucinare da soli tutte quelle cose buone per le quali non ci sentivamo degni di smanettare? Si. A ritrovare quella voglia di condivisione e di fare comunità? Si. Forse tutto è partito per necessità, sopravvivenza, per non scomparire una volta che la componente tangibile della ristorazione - i “piatti” serviti - sono stati mandati in letargo dal valzer delle ordinanze. In quel momento la comunicazione è cambiata, bypassando gli ultimi anni di un sistema in saturazione, freddo, distante, post-star system, e catapultandosi in una nuova era a passo d’uomo, un ritorno alla gente, un ritorno alla condivisione, un ritorno alla comunità. Perchè come diceva il mio caro amico Daniele De Michele, in arte Donpasta, “le comunità nascono passandosi le ricette: MA TU QUESTO COME LO FAI?”.
Ed è proprio quello che è successo, dallo chef stellato al foodlover influencer su Instagram. La necessità di non scomparire ha aperto a tanti le porte di casa di cuochi fantastici e fantastici dilettanti discretamente capaci. E io, che ho vissuto questa quarantena da entrambe le parti, ho il piacere di segnalare la mia LISTA DI CUOCHI VERI E NON CHE CI HANNO FATTO RIAMARE LA CUCINA IN QUARANTENA. Che non è ancora finita, siamo ancora in tempo per conoscerli e seguirli prima che le vecchie vite prendano il sopravvento.
PEPPE GUIDA: lo chef 1 stella Michelin di Antica Osteria Nonna Rosa di Vico Equense. Per lui nessuna novità, in tante forme lo ha sempre fatto, questa volta in maniera irresistibile, portando finalmente nelle case di tante persone la filosofia del suo b&b incantato, dove in estate accoglie gli ospiti con banchetti incredibili preparati con le materie prime dell’orto: frittate di cipolle, spaghetti coi cucuzzielli, pasta e fagioli del giorno prima (VIDEO). Nelle sue dirette abbiamo ritrovato tutto: semplicità, simpatia innata e ritrovata dopo la perdita della indimenticabile moglie che governava la sala del ristorante, e tanta cucina di recupero. Se vi avanza qualcosa non buttate niente, Peppe ci ha insegnato che tutto può diventare altro, senza rinunciare mai al gusto.
FRANCESCO SPOSITO: l’orgoglio campano 2 stelle Michelin con Taverna Estìa, è forse la vera rivelazione di questa quarantena. Eravamo abituati a una immagine serissima e seriosa, concentrato nel cubo a vista del suo ristorante. E forse inizialmente così lo abbiamo ritrovato, ancora con la giubba di “resistenza”, timido e concentrato tra le riprese e le giuste dritte. Memorabile una delle prime ricette, lo gnocchetto di farina cotta: tecnica, ordine, niente fronzoli e memoria, quest’ultima condensata nella crema cacio e uova, una dritta preziosa per tantissime ricette, un trucchetto che conosce chi è cresciuto nella buona tavola e nella cucina di qualche generazione fa (VIDEO). Super lo spaghetto coi lupini, che con le dritte giuste diventa un piatto di mare incredibilmente buono e incredibilmente economico. Dissacrante l’evoluzione del personaggio diretta dopo diretta, via la giubba, via la timidezza, via ogni rigidità e spazio alla spensieratezza totale in un crescendo di interazioni fino a diventare qualcosa che amo definire Radio Sposito Deejay!
FRANCESCO FRANZESE: il timidissimo chef 1 stella Michelin con Casa del nonno 13, ed ex Roji, si è lasciato andare senza preoccuparsi dei mezzi audiovisivi e dei lustrini, in pratica col cellulare messo chi sa dove e spesso quasi al buio. Bellissimo, come vedere Blacked Raw al posto di Blacked. Super lo spaghettone aglio, olio, colatura di alici e noci, cremoso e abbondante, come dice lui “a cazzimma”, gli spaghetti cacio e pepe e la calamarata coi peperoncini verdi. (VIDEO). Ancora più bello vederlo sul trattore in campagna, a zappare la terra e ora in pizzeria a fare il fornaio prima di tornare finalmente in campo. Io lo adoro!
SIMONE TESTA: chef di Punto Nave, il famosissimo ristorante di pesce a Monterusciello di cui è il patron col fratello Daniele. Bravo, semplice, pulito, organizzato, ci ha regalato video leggerissimi ricchi di mare e trucchetti del mestiere. Come fare una bisque a volo, vermicelli vongole e carciofi, un calamaro farcito, una linguina con l’astice, una zuppetta di mare (VIDEO) , un bel pacchero col tonno e i peperoncini verdi. Organizzati anche nella diffusione: Instagram, Facebook e anche Whatsapp, i fratelli Testa sono sempre sul pezzo, ma forse è proprio Daniele ad aver “messo acopp” col video tutorial più utile di sempre: come aprire un’ostrica, senza rovinarla e senza farsi male. Grandi!
LA PARANZA DEI VECCHI BAMBINI, e qui gioco in casa, perchè parlo della mia famiglia di ragazzacci cresciuti nella “scuola Puokemed”. Cuochi? No. Appassionati apostoli? Si, cazzo. Vi dicevo che ho vissuto la quarantena da entrambe le parti, da spettatore e da creatore di contenuti. È stato bellissimo cucinare ogni giorno “insieme” ai miei followers su Instagram, in un crescendo di condivisioni e ricette che hanno fatto nascere nel mio cuore la voglia di creare un nuovo progetto tutto ricette e soprattutto fatto rinascere il vecchio Puokemed che avevo parcheggiato tra una azienda e l’altra. Ma torniamo dalla parte dello spettatore perchè vi segnalo qualcuno di quei super ragazzacci che ogni giorno “parlano” con la gente vera.
GIOVANNI MELE, ricette spiegate alla perfezione con tanto di inserimenti scientifici imperdibili per una community che lo adora e che lui sa coccolare come pochi.
ALESSANDRO TIPALDI INGORDO, forse nel suo momento migliore, ormai mezzo uomo mezzo planetaria.
Infine forse il migliore della cucciolata, a sto giro, GIAN ANDREA SQUADRILLI, il più semplice e generoso di tutti, senza fronzoli e solo ricette cult, basta guardare le sue storie in evidenza per rendersi conto che il ragazzino del foodporn è un pozzo di energia e dritte utilissime: pizza in teglia, brioche col tuppo, torta giapponese, ciabatte perfette, graffe calde, tutto replicato in casa alla grande e un irresistibile spaghetto alla Nerano con tanto di miti sfatati.
Qualche giorno fa ho partecipato a un talk su Garage Pizza in cui si evidenziava che molti di quei contatti food Instagram di ultima generazione si sono fermati in questa quarantena perchè non potendo più girare nei locali non avevano più contenuti. La “mia famiglia” mai come stavolta invece si è ritrovata e ha intrattenuto migliaia e migliaia di persone al giorno. Basta vedere i piatti replicati dai followers, ci vorrebbero giorni per guardarli tutti. Respect!
Illustrazioni di The Animismus.
Era il 10 di marzo su per giù, e fino a qualche giorno prima il mondo era convinto che in casa non si potesse più cucinare. E che gli chef fossero delle figurine e che tutti i foodlover su Instagram fossero ragazzini senza contenuti. Il mondo è cambiato, e qualcuno lo ha già capito. È il momento di fare comunità, “tu lo spaghetto coi lupini come lo fai?”.