Il gusto d’estremo oriente su un cono in Puglia: il cono gelato da 70 euro di Mokambo.
Mokambo Gelateria, a Ruvo di Puglia (Bari), lo "Scettro del Re".
Mokambo Gelateria
Via Nello Rosselli, 29 - Ruvo di Puglia (Bari)
Tel: +39 3456040984
email: [email protected]
Orari di apertura
10:30 - 13:30 / 16:30 - 23:30
Chiusi il lunedì mattina
Un post di Pietro Armenti ha attirato la nostra attenzione. Ed anche la vostra! Ci sono venute un po’ di curiosità e sicuramente anche a voi, a sentir parlare di un cono gelato venduto a 70 Euro. Così abbiamo deciso di rispondere ad alcune domande e di farvi conoscere qualche dettaglio in più della gelateria pugliese che produce il cono chiamato “scettro del re”.
Cos’è lo “Scettro del Re”?
È un cono gelato fatto con gelato allo zafferano iraniano, panna e oro alimentare, e possiamo dire che non è quest’ultimo ingrediente quello costoso.
Chi lo produce?
La gelateria che produce questo affascinante e curioso cono è Mokambo, a Ruvo di Puglia, in provincia di Bari.
Mokambo, gelateria da 4 generazioni.
Il Bar Mokambo viene aperto nel 1967 da Vincenzo Paparella senior, ma per conoscerne le origini bisogna risalire al 1910, quando Luigi Marsiglia (capo di pasticceria del Caffè Gambrinus di Napoli) si trasferisce a Ruvo e apre il suo Gambrinus, arruolando subito Paparella che poi decide di fare il grande passo con il Bar Mokambo. Nel bar lavoravano Franco e Antonio, figli di Vincenzo, che alla morte del padre separano le loro strade: Franco inizia una avventura nel mondo della ristorazione e Antonio resta al bar Mokambo.
Negli anni 90 il bar chiude ma il ricordo di quel gelato ormai ha marchiato a fuoco i clienti. Proprio in seguito ad un post facebook di una affezionata cliente, Giuliana Paparella e Vincenzo Paparella junior (figli di Antonio) decidono di riportare in vita il gelato del Mokambo ma non prima di aver riportato zio Franco - il maestro gelatiere- in laboratorio.
È stato così che nel 2016 la gelateria della famiglia Paparella ha ripreso a regalare emozioni e brividi. Vincenzo junior si occupa del marketing mentre Giuliana apprende ogni giorno di più l’arte dallo zio Franco.
Vincenzo e Giuliana Paparella.
La Gelateria Mokambo oggi.
Ad oggi vengono prodotti solo 8 gusti di gelato in questa storica gelateria. Nei pozzetti infatti c’è: Crema del Re 1840 (la ricetta del 1840 tramandata da Luigi Marseglia e premiata dal Re Ferdinando II di Borbone), Torrone croccante di mandorle (con frutti locali, in quanto Ruvo è da sempre un territorio vocato per la coltivazione delle mandorle), Pistacchio di Bronte DOP, Nocciola delle Langhe IGP, Gianduia IGP, Cioccolato Puro (ottenuto da venti fave di cacao differenti, selezionate in giro per il mondo; viene proposto il gusto monorigine o creato con un blend di fave), Tartufo (cioè la variante speziata del cioccolato).
Alcuni gusti ruotano durante l’anno: c’è il Caffè superior, la Granita di Limoni di Sorrento IGP (disponibile da maggio a settembre), il Gelato di Gelsi rossi, quello alla Mela cotogna, e il Nonna Lena (fatto con fichi secchi, scaglie di mandorle e pepite di cioccolato puro 100 per cento). Ogni cono viene guarnito con panna («rigorosamente fresca, di origine animale»), granella di mandorle, granella di Pistacchio di Bronte DOP, di Meringhe homemade e di Fave di cacao in abbinamento a quelle usate per il gusto al cioccolato disponibile nel pozzetto in quel momento.
LO SCETTRO DEL RE: Gli ingredienti.
Per fare lo Scettro del Re servono latte appena munto (proveniente dalla zona di Altamura, più precisamente dall’Azienda Agricola Santa Maria dell’Assunta, nel Parco nazionale dell’Alta Murgia), uova, zucchero e, naturalmente, lo zafferano rigorosamente iraniano.
Lo zafferano iraniano, perchè?
Giuliana Paparella ha spinto moltissimo perché lo zafferano del Mokambo fosse quello iraniano piuttosto che quello italiano e le motivazioni sono semplici: colore e profumo più intensi e gusto caratterizzato da una nota più marcata. Infatti Giuliana dichiara “il primo assaggio del nostro gelato allo zafferano è, sì, leggermente metallico, ma poi inizia subito a liberare note agrumate e floreali. Se lo zafferano italiano costa un terzo rispetto a quello iraniano, un motivo c’è!”.
Il prezzo della spezia italiana si attesta attorno ai 20 euro al grammo, contro i 60-70 euro di quello proveniente dall’Iran.
Come e quando poterlo mangiare.
Per assaggiare Lo Scettro del Re, bisogna prenotare il gusto con tre giorni di anticipo, necessari per organizzare la lavorazione. La sola infusione dello zafferano si aggira attorno alle quattro ore. Viene usata la parte alta, più nobile del pistillo più alto (ogni croco ne ha tre, ndr.), il sargol. Inoltre, lo zafferano deve essere utilizzato a una temperatura non troppo alta. Dopo una mantecazione di 15 minuti nella storica Carpigiani SED L20c del 1972, il gelato allo zafferano è pronto per essere montato sul cono. Dopo aver farcito il fondo della cialda con panna e tre Pistacchi di Bronte DOP, si aggiunge il gelato e un velo di panna fresca. Non sarebbe un vero scettro regale senza un po’ di metallo prezioso: infatti, chiude la composizione un foglio di oro alimentare e qualche scaglia di zucchero caramellato.
Lo Scettro del Re costa 70 euro a cono. Lo si può acquistare solo su ordinazione e per un minimo di due coni. Un’intera vaschetta da mezzo chilo costa tra i 450 e i 500 euro. Come per tutti gli altri gusti si può ricevere a domicilio.
Insomma, abbiamo sempre saputo che lo scettro fosse simbolo di potere e facoltà decisionale, ma non pensavamo che un cono gelato potesse farci cadere la corona.