Maiori ed il "suo" Masaniello, lo chef Pasquale Cerchia
Maiori, ristorante Masaniello in costiera amalfitana con lo chef Pasquale Cerchia
Piazza Raffaele D'Amato, 2 - Maiori (SA)
Tel. 089877671
Email: [email protected]
Chiuso il lunedì (periodo invernale)
Masaniello, secondo la tradizione popolare, aveva origini amalfitane:
proprio in quel '600 fatto di rivolte popolari infruttuose, visto che Napoli era oppressa letteralmente dal vicereame spagnolo - e, poi, da quello austriaco - affonda le proprie radici storiche la cucina partenopea.
Una cucina che sapeva guardare, inconsapevolmente, tanto al mare quanto alla terra, esaltandone le eccellenze senza la necessità di far leva sullo storytelling.
Una missione abbastanza complessa, oggi divenuta un discorso di nicchia, che proprio in terra amalfitana - e, nello specifico, a Maiori, fu interpretata dai fratelli Pasquale e Vincenzo Cerchia poco più di dieci anni fa.
Diedero vita a due locali fratelli più che gemelli, siccome in uno, Masaniello, Pasquale sperimentava notte e giorno, mentre nell'altro, Totò e Peppino, si dava ampio spazio a una cucina esclusivamente tradizionale.
Oggi, dei due indirizzi, è rimasto il "Masaniello", che, però, è cambiato notevolmente rispetto a qualche anno fa.
Una nuova location più ariosa, a ridosso della strada principale di Maiori, in uno di quei tanti caratteristici slarghi che caratterizzano la Costiera Amalfitana e che le conferiscono un fascino inconfondibile ma discreto.
Espressione, quest'ultima, anche della maturazione che ha segnato Pasquale Cerchia in questi anni:
rivedendolo all'opera dopo qualche anno il suo talento emerge in modo meno pomposo, ancora più attento alla materia prima, spesso valorizzata nella sua essenza.
LA DEGUSTAZIONE
Si parte con un' ostrica in tempura con macedonia di bosco e salsa pontzu: la carnosità dell'ostrica e la sapidità decisa della tempura ben si coniuga con la piacevole acidità della macedonia di bosco.
Si segue con un fresco assaggio di insalatina di farro, seppia e arancia
Note messicane in "Come un tacos": un altro appetizer essenziale ma tutto sommato centrato, che vede un ripieno di lamine di patate con sgombro e finocchio.
Si alza decisamente il livello con il baccalà fritto con carciofo alla giudia e fonduta di provolone del Monaco: un piacevole incontro tra territori e tradizioni, con il carciofo a dare un deciso colpo di stagionalità al piatto.
Leggero ma centrato nella sua essenzialità, invece, il Ti presento l'orto di papà: filetto di dentice al vapore in foglia di bieta, con gli ultimi raccolti invernali. Cavoli, broccoletti, cavolfiore, carotine, maionese all'aglio e pomodorino del piennolo acido affumicato si incontrano, a impreziosire la bieta, in una coloratissima e ben bilanciata composizione.
Segue, a suggellare l'ingresso in primavera e, soprattutto, l'avvicinarsi della Pasqua, uno zito spezzato con fave, rana pescatrice e tartufo. Un ingrediente, quest'ultimo, che letto in carta appare quasi superfluo, ma va, invece, quasi a rievocare, in maniera molto discreta, quell'inverno che ancora non ci ha completamente abbandonato: nota positiva anche per la cremosità complessiva del piatto, legata alla cottura della rana, che lo rende discretamente bilanciato.
Segue, poi, il Risolio aglio e peperoncino, con colatura di alici e limone, dal forte richiamo all'amalfitanità, con la colatura e lo sfusato a fare da comprimari.
Si ritorna al mare con una piacevole zuppa di pesce, rappresentativa, lineare e senza troppi fronzoli.
E si chiude in dolcezza con un retaggio invernale: bavarese al cioccolato con biscotto alla nocciola, arancia e topping ai funghi porcini.
Seguici su facebook foodclub.it
Entra nel vivo della discussione sul nostro gruppo, un luogo libero dove professionisti della ristorazione, clienti e #foodlovers si confrontano sui temi del giorno: Join the #foodclubbers Be#foodclubber