Paris Nous Appartient IV - Maison Sota
Restaurant Maison Sota Atsuni : Parigi e la cucina francese raccontata da Gae Saccoccio Natura delle cose
3 rue Saint-Hubert - 75011 Paris
Tel: +33 (0)1 43 38 61 95
Email: [email protected]
Aperto a pranzo dal giovedì alla domenica ed a cena dal mercoledì al sabato. Chiuso lunedì e martedì.
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"Spazio, luce e ordine. Queste sono le cose di cui gli uomini hanno bisogno tanto quanto hanno bisogno del pane o di un posto dove dormire."
Le Corbusier (1887-1965)
Maison La Roche-Jeanneret /Fondation Le Corbusier è una tappa obbligata per chi voglia afferrare dall’interno il senso dell’abitare, la concezione mediterranea della luce naturale nella visione avveniristica del design in Le Corbusier.
Ora, sullo stesso ordine d’idee e suggestioni relative alla luminosità degli ambienti abitativi, non si può andare a Parigi senza pranzare chez Maison Sota Atsumi .
Il lucernario irraggia il cielo dal tetto sul tavolo sociale davanti alla cucina tutta aperta allo sguardo, polarizzata sui fuochi, in un abbraccio solare tra chi cuoce, chi serve ai tavoli, chi mangia e beve.
Già solo l’habitat predispone a pensieri pacificati col prossimo. Stimola a una digestione mansueta. Invoglia a meditazioni brahaminiche sulla sacra bellezza del mondo e sul miracolo d’esserci in qualche modo piuttosto che di non essere affatto.
A partire da Les amuses bouches, Luce Calore Levità Sapore dal sincretismo direi levantino-nipponico, risplendono nelle pietanze. Scintillano dall’accostamento degli ingredienti, pochi ma risoluti: chips di cavolo e foie gras; paninetti, pesto di topinambur e ricci di mare. Magari ad avercerlo un posto così vicino casa, da consacrare tutte le domeniche a pranzo, pioggia neve vento o sole che sia.
Maison Sota - dettagli sala
Maison Sota - dettagli piatti
L’anguilla grigliata con le spugnole in salsa di tuorli offuscava la vista tanto era buona, egregiamente cotta, mirabile nella fusione in bocca dei tre elementi sul piatto: mare-funghi-uova.
Capasanta in salsa vierge, spinacini pochés e mela cotogna strizzata al tavolo;
Sedano rapa arrosto e aceto di prugne fatto in casa;
Rombo affumicato e ostriche Utah Beach (Normandia);
Torta alle pere gelato alla vaniglia e salsa alla maggiorana.
La carta dei vini realizzata con solida competenza da Takashi Takebayashi è una vera gemma
che rifulge per le etichette meno velleitarie del girone dantesco dei vini e vignaioli naturali che sempre più spesso purtroppo sembrano futili bevande mordi e fuggi.
Takashi-san ha fatto una lunga esperienza in Piemonte, parla molto bene l’italiano e i vignaioli, non solo francesi, selezionati nella lista da lui curata, illustrano una conoscenza cartesiana - chiara e distinta - del fluttuante microcosmo della viticoltura europea più intransigente, affidabile, visionaria.
Takashi Takebayashi-san
Una viticoltura contadina cioè ben radicata ad un’agricoltura di spessore e non fantasticata senza freni dalle chiacchiere melliflue dei troppi mercanti in fiera a cui ci stiamo un po’ tutti pian piano assuefacendo.
- Puligny-Montrachet “Les Reuchaux” 2019 di Renaud Boyer.
Vino vivo che zampillava energia da tutti i pori. Succulento senza orpelli enologici, un bianco che riconcilia l’anima dopo tanta, troppa Borgogna legnosona imbottita di solforosa.
E poi ancora:
- Leynes à la recherche du Tannin perdu… 2019 di Catherine & Philippe Jambon imbottigliato ad aprile del 2022.
Beaujolais di sostanza da vecchie vigne, perfetto sull’agnello da latte dei Pirenei. Vin Pur Jus (vino di succo puro). E a proposito di Le Corbusier e dell’architettura, nell’etichetta Catherine & Philippe Jambon riportano una frase di Marc-André Selosse: “I tannini costituiscono l’architettura nascosta del mondo”.
Agnello da latte dei Pirenei;
- Weingut Wertlitsch, Ex Vero III 2019, Brigitte & Ewald Tscheppe, vignaioli della Stiria/Steiermark.
Chardonnay e Sauvignon Blanc a fermentazione spontanea e affinamento per due anni e mezzo in botti di rovere neutre.
- Lys-Rød N. 30, 2019 Franz & Christine Strohmeier, altri bravissimi vignaioli austriaci sempre della Stiria/Steiermark.
Versione rosata della loro uva Blauer Wildbacher parente stretto del Blaufränkisch, uva tardiva a bacca rossa aromatica al palato, speziata, acidula simile al Poulsard (Ploussard) del Jura.
- Case Corini, Barla 2016, Barbera Metodo Corino, a Mongardino d'Asti (230 m slm).
Vigna piantata intorno al 1928 con biotipi di Barbera diversi. Un grande rosso astigiano (Costigliole d'Asti) che avevo già bevuto tempo fa da Enoteca/Naturale a Milano grazie a Rocco e che soltanto un Sensei del vino con precedenti in Piemonte quale Take-san poteva farmi riassaggiare a Parigi.
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