Pillole di Riso ep. 2: il Riso in Italia
Introduzione del Riso in Italia - Cenni storici e superficie coltivata
Cenni storici
Il Riso introdotto in Italia è della specie “Oryza Sativa” e della sottospecie “Japonica” che, come abbiamo visto nel precedente articolo, ha una buona adattabilità alle basse temperature, e venne introdotta quello dalla forma a granello tondo.
Pillola di curiosità: in Italia fu affibbiata al Riso l’etichetta di medicinale od in alternativa, di ingrediente per dolci e questa tesi continuò ad essere valida fino all'alto Medioevo.
Si tramanda che il Riso possa essere stato introdotto in Italia dai crociati di ritorno dalle battaglie nella Terra Santa oppure dagli aragonesi a Napoli, o dagli arabi in Sicilia, o dai mercanti di Venezia che avevano rapporti commerciali con l'Oriente, o dai monaci cistercensi provenienti dalla Francia e stabilitisi nella zona di Vercelli, che allestirono importanti orti medici e granai chiamati “grange” in francese ed avviato la bonifica delle zone paludose. Ancora oggi nel vercellese, la strada che parte da Vercelli e porta a Crescentino è chiamata proprio “Strada delle Grange”, dove potete ancora trovare queste “vecchie” cascine ormai riadattate e trasformate in aziende risicole di cui alcune anche note come produttrici di Riso.
Pillola di curiosità: in questo tratto di strada potete incontrate la Tenuta Veneria, luogo in cui fu girato, nel 1949, il film iconico “Riso Amaro”.
Tornando all’introduzione della coltivazione del Riso in Italia, la teoria più accreditata riguarda il Ducato di Milano all'epoca del duca Galeazzo Maria Sforza. Dagli scritti rinvenuti si evince che il Duca avviò la coltivazione già nel 1470 nella sua tenuta di Cassolnovo nei pressi di Vigevano, in provincia di Pavia, e regalò al Duca degli Estensi 12 sacchi di questa sementa, da lui definita portentosa, per seminarla nel suo Ducato di Ferrara.
Il Riso fu oggetto di studio anche da parte di Leonardo da Vinci nel periodo in cui visse alla corte di Ludovico il Moro, che ideò un sistema ingegnoso di macchine in legno, volte a gestire l’irrigazione del Riso, che sono oggi esposte all’Ecomuseo della Roggia Mora presso il Mulino di Mora Bassa a Vigevano (PV).
Oggi, quaranta o cinquanta varietà di cereali ci sembrano un numero normale, ma è opportuno tener presente che per quattrocento anni dal XV secolo a metà del XIX, fu disponibile e coltivata una sola varietà denominata “Nostrale" (sempre a granello tondo) che, durante tutto questo lungo periodo, dovette fare pesantemente i conti col "brusone", ovvero una malattia infestante inquadrata con precisione soltanto nel 1903 e di cui parleremo in maggior dettaglio in uno dei prossimi articoli.
In seguito, e senza dubbio alcuno, il periodo di progresso più spettacolare della risicoltura italiana iniziò a metà del XIX secolo, allorché seguendo i dettami l’impulso del Conte Camillo Benso di Cavour, gli agricoltori del vercellese si organizzarono e, nel 1863, istituirono uno dei più efficienti e grandi sistemi irrigui: il Canale Cavour, che nasce dal Po a Chivasso (TO) e permette il "trasferimento" di risorse idriche dai fiumi Po, Dora Baltea, Sesia, Ticino e dal Lago Maggiore in un comprensorio di circa 400.000 ettari, con un percorso di circa 85 km ed una pendenza di circa 30 mt.
Tale grandiosa opera fu portata a compimento nel 1866 e possiamo tranquillamente affermare che rimane ancora oggi la più grande opera di ingegneria idraulica mai compiuta in Italia ma anche in tutta Europa.
La costruzione del Canale Cavour si rese necessaria in quanto, senza acqua ben distribuita con cui sommergere i campi per proteggere le coltivazioni dalle forti escursioni termiche fra il giorno e la notte, il raccolto non avrebbe potuto, né potrebbe oggi, giungere a maturazione. Il completamento avvenne poi nel 1923 con la costituzione, a Novara, di un organismo di gestione delle acque.
Ma anche per il Canale Cavour avrò modi di raccontarvi più dettagli e caratteristiche prossimamente!
Superficie coltivata in Italia
Nel 2019 (ultimo anno di riferimento statistico accertato) la superficie coltivata a Riso in Italia è stata di circa 220.027 ettari, ripartite come nel grafico qui di seguito
Sono indicate in verde le zone coltivate, mentre con le macchie azzurre anticipo già le aree coltivate con varietà DOP ed IGP che saranno oggetto di un importante prossimo articolo.Il 51% viene coltivato in Piemonte in particolare nelle province di Vercelli e Novara; segue con il 43% la Lombardia, in particolare nelle province di Pavia e Milano.
Con percentuali nettamente inferiori ci sono poi le altre regioni:
- Emilia-Romagna con il 2,8%, nella zona di Ferrara e Delta del Po;
- Sardegna con l'1,6%, nella zona di Oristano;
- Veneto siamo sull'1,5%, nella zona del veronese;
- Calabria con lo 0,3%, nella zona della Piana di Sibari;
- Toscana con lo 0,2%, nella zona della Maremma;
- Sicilia con lo 0,1%, in particolare la zona di Lentini provincia di Siracusa e nella Piana di Catania;
- con lo 0,005% sono presenti altre piccole risaie come la zona di Barge in provincia di Cuneo e Termeno in provincia di Bolzano.
La ripartizione della superficie coltivata per regione
Balza subito all’occhio che il 94% del Riso nazionale viene coltivato in Piemonte e Lombardia, regioni che sono quindi il motore portante non solo della risicoltura italiana ma anche di quella europea, in quanto abbiamo visto prima che oltre la metà della coltivazione del Riso in Europa avviene in Italia.Ulteriore particolare curioso è notare che, mentre la regione con maggiore coltivazione Riso è il Piemonte, la provincia a coltivazione più estesa è Pavia, in Lombardia, con il 35%.Qui di seguito la ripartizione della superficie coltivata per provincia:
Alla prossima "Pillola di Riso"!
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