Signora Bettola – al Vomero il nuovo locale, paradigma dell’evoluzione commerciale del brand
Visita e dgustazione alla nuova sede di Signora Bettola, nel quartiere Vomero di Napoli
Signora Bettola - Vomero
Via Massimo Stanzione, 27 . 80129 Napoli
Aperto tutti i giorni pranzo e cena
Tel: 0817619125
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Apertura nel quartiere collinare per il concept di ristorazione autentica napoletana, che vira verso suggestioni d’accoglienza retrò e post-moderne
IL BRAND SIGNORA BETTOLA
Un famoso brocardo della modernità, valido in tutto gli ambiti, reca che la “forma è funzione”: ironicamente, gli avventori del post-modernismo sostenevamo che la forma fosse anche “finzione”, per la capacità che deve avere un progetto di evocare suggestioni “altre”, in termini di retaggio antropologico, di rimandi culturali, e anche, perché no, di genuino citazionismo.
Questa la doverosa premessa per comprendere la genesi imprenditoriale di “Signora Bettola”, marchio guidato dai soci fondatori Diego Borrelli, insieme ai fratelli Carmine e Mena Di Lorenzo: alla Via Massimo Stanzione, nel cuore del Vomero, non lontano dal polmone verde Villa Floridiana, apre la quarta sede del concept, dopo i due locali di Chiaia e centro storico, e quello di Aversa, inaugurato agli inizi dello scorso anno.
Anche la ristrutturazione di questi spazi recano l’imprimatur dello scenografo e designer Massimo Comune, che dalle origini segue il brand: l’ispirazione principale è rappresentata dalle case patrizie degli anni trenta, la Napoli di De Filippo e del principe della risata Antonio De Curtis, con vetrate stile liberty a delimitare gli ambienti, boiserie e suppellettili art-decò a rifinire gli allestimenti.
Nessun cedimento a suggestioni oleografiche, dunque, che pure hanno segnato i primordi degli sviluppi commerciali del brand: resta il presepe a fare mostra di sè all’ingresso, ma in questi sette anni di vita le parole d’ordine sono divenute accoglienza conviviale e sinestesia, verso un connubio ideale che fonda memoria ed emozione, gusto ed immaginazione.
Per ciò che concerne gli aspetti segnatamente eno-gastronomici, grande risalto ovviamente conferito ai classici regionali, con la riscoperta di ricette come le polpette della nonna - nomen omen, cariche di valenze nostalgiche per una figura paradigmatica del nucleo familiare – gli ziti alla genovese, il polpo verace alla Luciana e il ragù cotto secondo tradizione, senza dimenticare gli gnocchi ai cinque pomodori con cozze, ed un’ampia selezione di pescato.
LE PORTATE IN DEGUSTAZIONE
Passando agli assaggi, da menzionare anzitutto i gustosi ed opulenti appetizer, come da rigorosa tradizione partenopea: la parmigiana di melenzane servita nel ruoto di terracotta con provola di Agerola e ragù, le polpette di manzo e suino, deliziosamente riempite con uva passa e pinoli, con guarnizione di melenzane fritte aromatizzate con basilico, ed il delizioso “peperone ripieno della signora Bettola” con carne macinata, mollica di pane e formaggio, salsa di peperone, fonduta di pecorino e tarallo sbriciolato.
Prima di passare ai primi, è il turno della frittatina alla Nerano, con crema di provolone del Monaco e topping di zucchine fritte, dalla panatura croccante e non untuosa, rimando ineccepibile ad un signature dish regionale.
La genovese risulta forse non eccessivamente “tirata” in termini di densità data dalla cottura – nonostante la qualità eccellente della carne.
I “tubettoni Gerardo di Nola con piselli freschi extrafini e pancetta tesa croccante, fonduta di parmigiano” sono forse il migliore assaggio della degustazione, in cui la croccantezza della pancetta ben si amalgama con la dolcezza del vegetale.
Il secondo è rappresentato dal maialino nero cotto alla griglia con contorno di vegetali, mentre la gran chiusura è riservata, come dessert, al tiramisù – eterodossa la presentazione, servito nella parte inferiore della moka, il rimando è offerto dai savoiardi imbevuti nel caffè – e dalla crostata al limone della babbaiola, guscio di pasta frolla con crema al limone.
Fuoriuscendo dall’ambito regionale, in pairing enologico – carta dei vini con ampi margini di miglioramento, ma in sagace ed interessante divenire – il Primitivo del Salento IGP Trullo di Noha 2022, dell’azienda Cantina Fiorentino di Galatina, ed il Jefferson Amaro Importante del Vecchio Magazzino Doganale a corredo dei dessert.
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