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Roberto Di Pinto: la gastrocrazia “Sine” maschera

Milano, Sine Ristorante Gastrocratico di Roberto Di Pinto

Roberto Di Pinto: la gastrocrazia “Sine” maschera

Sine Ristorante Gastrocratico

Viale Umbria 126, 20135, Milano
Parcheggio convenzionato: Viale Piceno, 11, 20129, Milano
Email: [email protected]
Tel: +39 02 3659 4613
Aperti a cena da lunedì a venerdì, il sabato pranzo e cena.
Prenotazioni // Menu // Vini
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In via Umbria, nella zona est di Milano, sorge il Sine, il locale di Roberto Di Pinto creato all'insegna della gastrocrazia, con l'intento di avvicinare anche i più giovani alla gastronomia.

Roberto Di Pinto: la gastrocrazia “Sine” maschera

E, anche se dalla sua apertura i prezzi sono inevitabilmente aumentati, il rapporto qualità prezzo rimane decisamente competitivo. Infatti lo chef non ha mai smesso di studiare per proporre una degustazione sempre più precisa.

I risultati sono evidenti, nonostante i continui lavori davanti al ristorante, il locale è sempre pieno e, soprattutto, con un'identità chiara e immutata: un lunghissimo ponte che vuole unire Milano a Napoli.

La proposta del Sine fa venire in mente il motto di Colin Chapman: "To add speed add lightness".

Sembra essere un po' il leit motive di tutta la ristorazione ultimamente, ma la differenza fra leggerezza e minimalismo è tanta. Al Sine ci si limita a eliminare il superfluo. Nomen omen si potrebbe dire.

E anche se i piatti perdono l'abbondanza campana, terra dello chef, e abbracciano la modernità milanese non ne abbandonano il gusto e l'unicità.

Una degustazione che gioca con note salate e dolci sempre in perfetto equilibrio. 

Ottimo esempio di ciò sono le due portate iniziali: una pizza fritta con caviale, creme fraiche e erba cipollina e una tartare di ricciola con mais e fico d'india. Un primo abbinamento che sembra essere agli antipodi del piatto popolare per via degli ingredienti pregiati e inusuali, ma che ritrova la sua veracità nell'ottimo impasto e nei sapori pieni ed accoglienti che ne ricordano la versione più classica. Sentori che si ritrovano nella contrapposizione fra il pesce e il cereale e che perdureranno per gran parte della cena ad esempio con il classicissimo, ma moderno, risotto ai porcini, garum, fave di cacao e ostriche di pollo, perennemente in bilico fra umami e comfort food.

Roberto Di Pinto: la gastrocrazia “Sine” maschera
Pizza fritta ripiena con creme fraiche. caviale e erba cipollina
Roberto Di Pinto: la gastrocrazia “Sine” maschera
Tartare di ricciola su letto di mais
Roberto Di Pinto: la gastrocrazia “Sine” maschera
Risotto ai funghi con ostrica di pollo e cacao

Una cucina tendenzialmente rotonda e gustosa,

ma mai priva di tecnica e che si lascia anche andare a circoscritte, ma interessantissime, stoccate di acidità e amarezza che hanno tutto il sapore di un inesplorato dalle grandissime potenzialità che andrebbero approfondite. Fulgido esempio ne è la capasanta con limone, salame Napoli e peperone, che, seppur necessita di qualche ritocco, libera aromi decisi e avvolgenti, ma anche il pomodoro fermentato, eccellente, che accompagna gli spaghetti alle vongole, tipico piatto campano, normalmente servito in bianco.

Cordiale e rapido il servizio e ben strutturata la cantina che, come il menu, è in costante divenire. 

Una cucina definibile in un apparente ossimoro come classica contemporanea che, nonostante il profumo di stella, può crescere ancora.

Roberto Di Pinto: la gastrocrazia “Sine” maschera
Benvenuto
Roberto Di Pinto: la gastrocrazia “Sine” maschera
Animella. friggitello ananas e cocco
Roberto Di Pinto: la gastrocrazia “Sine” maschera
Spaghetti alle vongole con pomodoro fermentato
Roberto Di Pinto: la gastrocrazia “Sine” maschera
Capasanta, salame Napoli, limone e peperone
Roberto Di Pinto: la gastrocrazia “Sine” maschera
Capitone con foie gras, sorbetto alla mela, aria di nocciola e salsa bbq

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