Una "Line" tra territorio, estro e ricordi di casa all'ombra del Vesuvio
Ercolano: Ristorante Line con lo chef Eduardo Giglio a due passi dal Miglio d'Oro
c/o il San Cristoforo
Via Sacerdote Benedetto Cozzolino, 29. Ercolano (NA)
Tel. 081 771 2292
E-mail: [email protected]
Aperto a cena. Chiuso: mercoledì.
Facebook // Instagram
Ci si sente un po' viaggiatori del Grand Tour a due passi dal Miglio d'Oro con la distesa azzurra del Golfo di Napoli di fronte, un po' nascosta dalla vegetazione.
E, alle spalle, il Gran Cono del Vesuvio che tutto sovrasta, con il suo animo da placido sterminatore, per parafrasare Leopardi che proprio qui concepì la Ginestra, ultima tra le sue più note composizioni.
Da un locus amoenus è nata qualche anno fa una grande struttura per eventi: Il San Cristoforo di Ercolano nel quale, da qualche anno, si incunea letteralmente il "Line", che esprime la proposta fine-dining del grande hub di Via Cozzolino.
Interni moderni e una discreta veranda con cucina a vista, quasi un giardino d'inverno, sono da due anni il regno di Eduardo Giglio,
napoletano, che, in silenzio e operosamente, ha messo su e coordinato una brigata - insieme al sous chef Gianluigi Esposito - che porta in tavola una proposta di territorio ma, al tempo stesso, molto personale e creativa.
Giovanni Nocerino, che guida la sala, Vittorio e Francesco Masullo a raccontare il percorso.
Un inno alla napoletanità, quella domestica, delle tradizioni e.. delle radici è la sintesi del percorso degustazione "Fuori Territorio", che si affianca ad altre due proposte "a mano libera", "Intrecci dal Mondo" e "A tutto vegetale".
Si entra ancor prima del calar del sole, rigorosamente a cena - del resto, nel clou dell'anticiclone africano quasi non si potrebbe diversamente - quando le sfumature del tramonto sicuramente danno al contesto grande fascino. E quasi entrano in tono con un'amuse-bouche che riflette la storia personale di Eduardo.
Ed ecco, in sequenza, il cannolo di peperone ripieno di pane, olio e cappero, a rievocare il peperone imbottito; il ricordo del papà, ancora oggi pizzaiolo, nella "meringa come una marinara". Un tuffo nell'estate con un carpaccio di anguria aromatizzato alla soia, scaglie di parmigiano e rucola. E, infine, la bevanda fredda: zuppa di fagioli. Anche questo un omaggio all'essenza di casa.
Si fanno spazio, nel frattempo, i panificati: essenziali e senza troppi fronzoli, ma di spessore: grissini al rosmarino si accompagnano alla pagnotta al lievito madre e al latte cotto di bufala, che sa essere un piacevole confort food e stemperare l'ingresso netto e dirompente nel percorso degustato.
In abbinamento: champagne Lallier R020, da uve 51% Chardonnday e 49% Pinot Noir.
Ecco che si staglia, infatti, l' Ostrica come una braciola, che sembra essere il vero e proprio piatto segnature.
Il cuore pulsante del percorso emerge in apertura: una carnosa Gillardeau numero 2 si fa spazio tra perle di tapioca reidratate e miscelate con il concentrato di pomodoro a dare l'effetto ragù, il fondo di manzo, la colatura di alici e la soia. Ma spicca in una consistenza cremosa, tra aglio arrosto passato al forno, crema di pinoli - in parte tostati - aria al pecorino e prezzemolo fresco.
Un chiasmo di equilibri, quello tra terra e mare,
che continua a parti invertite con la pancia di maiale, mostarda di prugne e caramello al miso in contrapposizione alla salinità conferita dalla salicornia. Più un secondo piatto, come concept, che un antipasto, ma capace di personificare anche questo ruolo.
Sipario aperto sui primi:
ecco la linguina con ricci di mare, zafferano e yoghurt, acetosella ed erba cipollina.
In abbinamento: Calafuria Salento Igt 2023 Rose Tormaresca
Virata verso il vegetale e ritorno all'essenza con Carote, carote, carote:
tortello homemade, ripieno di carote e con la loro centrifuga. Anche qui, è chiara l'evocazione di un piatto domestico per eccellenza: le carote all'insalata. Una rassicurante tappa tra le mura domestiche che non è un tirare i remi in barca, ma fermarsi prima di compiere un salto più deciso.
Non troppo distante, sempre nella Campania Felix è nel Salernitano che idealmente approda il percorso, a riassumerne due delle sue anime più rilevanti.
Ed ecco il bufalo e il totano, la Piana del Sele e la Costiera Amalfitana. Non prima di fermarsi per un attimo a Capri, con un raviolo caprese che lo fa pregustare.
Il totano in assoluto e la carne di bufalo si incontrano con il suo jus aromatizzato alla vaniglia, la misticanza aromatica condita con olio, sale ed aceto.
Finocchietto selvatico, mela, cetriolo e lime a fare da ponte verso un altro ritorno alla classicità. Il cerchio si chiude, ancora una volta, con i ricordi d'infanzia: il formaggio con le pere. In questo caso il provolone del Monaco con la pera sferificata ed il suo sorbetto: tocco croccante affidato alle nocciole di Giffoni.
Seguici su facebook foodclub.it
Entra nel vivo della discussione sul nostro gruppo, un luogo libero dove professionisti della ristorazione, clienti e #foodlovers si confrontano sui temi del giorno: Join the #foodclubbers Be#foodclubber