Vibe: gioventù e passione. A Milano, il nuovo ristorante di Valerio Braschi.
Milano, Valerio Braschi, ex vincitore di Masterchef, ed il suo nuovo ristorante Vibe
via Arcangelo Ghisleri, 1 - 20121 Milano
Tel: +39 328 6115469
E-Mail: [email protected]
Aperto a cena da mercoledì a domenica; anche a pranzo da venerdì a domenica. Chiuso lunedì e martedì.
Menu
Degustazione (disponibile solo a cena): 140 euro
Vibe il nuovo locale del giovanissimo Valerio Braschi ha finalmente aperto a Milano.
Che si intenda il nome come vibrazioni - il sottile tremore, la pelle d'oca, quella che si spera susciti ogni esperienza gastronomica - o nell'anglofono good vibes, il significato non varia molto. Terminati gli ultimi lavori non rimane che assaggiarlo.
Un ristorante giovane, come la brigata, che vuole svecchiare l'idea del fine dining.
Anche l'ambiente lo suggerisce con le sue tinte viola, seppur dai tavoli un po' ravvicinati e così anche gli orari: solo 8 servizi per garantire il giusto riposo e tempo libero allo staff.
Chef già "famoso" per la vittoria a Masterchef nonostante la giovanissima età, si è da poco trasferito a Milano dopo aver gestito per alcuni anni il 1978 a Roma. Una cucina moderna in cui serpeggia l'amore dello chef per l'Oriente tramite brodi e dashi oltre che per l'utilizzo dei suoi agrumi. Una cucina moderna, sì, ma che non fugge dalla tradizione né dai piatti che rievocano i ricordi, come si nota nel cappelletti alla lasagna, molto cari allo chef: un boccone di comfort food rivisitato con molto affetto.
Cappelletti alla lasagna
Ma è negli spigoli e nelle novità che la cucina dà il meglio di sé che sia la ricciola con wasabi e l'intrigante foglia d'ostrica o il "the e biscotti" con anguilla e un dashi profondo ed equilibrato o ancora il glacier 51 e grasso di rubia gallega: marino, grasso, affumicato, quasi acido che dona una nuova prospettiva al piatto.
Ricciola, wasabi e foglia d'ostrica
Dashi e anguilla
Glacier 51 e grasso di rubia gallega
La giovinezza del progetto, tuttavia, traspare anche da altri dettagli
quali i prodotti esauriti, guardaroba scoperto, e da determinate portate buone ma perfettibili o prive della profondità e complessità che ci si aspetterebbe. A ciò si aggiungono una cantina in evoluzione come anche l'accoglienza che, sebbene piacevole e gentile e dallo staff molto affiatato, sembra, a tratti, un po' meccanica e prezzi non certo bassi nonostante la novità della proposta.
La giovinezza, però, dona anche respiro e fa vedere, fortunatamente, un'idea e la passione, oltre alla voglia di crescere, doti sempre più rare in questo mondo che fanno ben sperare.
Al netto delle imprecisioni, forse derivanti anche dalla recente (ri)apertura il 6 settembre, c'è una freschezza che lascia ampie possibilità di crescita e consolidamento per quello che - con studio e costanza - può diventare una meta decisamente intrigante. Anche il servizio necessita solo del tempo di sciogliersi per unire spensieratezza ed eleganza.
Permettetemi un commento personale:
aprire un locale a 22 anni a Roma, dopo essersi arricchito con esperienze all'estero, dimostra un coraggio non da poco; ricominciare a soli 26 anni, in una piazza ancor più difficile come Milano, richiede il giusto mix di ambizione, preparazione e, perché no, un pizzico di incoscienza non comuni.
Quello che sta iniziando a creare lo chef Braschi è un qualcosa di estremamente difficile e coraggioso e - benché alcuni miglioramenti siano necessari - quando si percepisce questa affezione ad un lavoro, la crescita é inevitabile.
Ad maiora.
GALLERIA FOTOGRAFICA
Benvenuto, ottimo il macaron
Lumache, chorizo e crema di ceci
Battuta di gamberi rossi, cardoncelli e cocco
Udon all'italiana con pancia di maiale
Risotto, aneto, aglio nero e pecorino
Errore perfetto: gelato sciolto e uova di salmone
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