Dpcm, Conte, ponte e “scordatevi il classico Natale”.
I governatori puntano ad un graduale allentamento delle misure in vista del Natale. Possibilmente già dopo il 4 dicembre, data in cui cessa l’efficacia dell’ultimo Dpcm, se verrà confermata la discesa della curva epidemiologica. Lo stesso Comitato tecnico scientifico si è dichiarato a favore e Agostino Miozzo, coordinatore del comitato tecnico scientifico ha detto: “i negozi e i ristoranti potranno probabilmente ritornare ad una seminormalità se rispetteranno quelle regole. Sarà una quasi normalità, non un liberi tutti. Un Natale tradizionale ce lo dobbiamo scordare!”
“DPCM ponte” di Natale.
Per il periodo natalizio si pensa ad un 'Dpcm ponte' che abbia come primo scopo la sospensione dell'automatismo delle fasce, che allenti il coprifuoco nazionale, che consenta l'apertura serale di bar e ristoranti e lo spostamento anche tra le regioni 'rosse' e 'arancioni' per raggiungere i parenti più stretti, che allunghi l'orario dei negozi, che preveda un nuovo protocollo per le messe e le cerimonie religiose, che indichi i divieti per la notte di capodanno -compreso lo stop a qualsiasi assembramento nelle piazze.
L’idea è quella di un “Natale soft”, con divieto di cenoni e veglioni allargati, magari riproponendo il limite di sei persone per gli incontri a casa; ma anche lasciando i negozi aperti nelle aree arancioni (non solo in quelle gialle) seppur con un controllo degli accessi nelle vie dello shopping. Il tutto per evitare una terza ondata di contagi a gennaio.
Le zone.
I criteri che determinano la classificazione in zone rosse, arancioni o gialle, non verranno ridotti (come avevano chiesto le Regioni) ed i parametri non cambieranno fino alla scadenza del Dpcm attualmente in vigore.
Le Regioni, l'Istituto superiore di Sanità e il ministero della Salute si incontreranno ad un tavolo tecnico per valutare eventuali modifiche da inserire nel nuovo provvedimento, quindi il monitoraggio delle prossime ore seguirà lo schema utilizzato finora con conseguente passaggio alla zona rossa di altre Regioni. Il tavolo tecnico entro fine novembre dovrà individuare una soluzione che non metta in discussione la scelta dei parametri e allo stesso tempo semplifichi il processo. Resta quindi che per i prossimi 15 giorni il sistema di classificazione sarà quello attuale anche se il governo 'concede' due aperture ai governatori: un “coordinamento politico” per il prossimo Dpcm - che in sostanza significa andiamo avanti così fino all'inizio di dicembre e poi decidiamo insieme le regole per Natale - e, soprattutto, la possibilità di chiedere i ristori per le categorie colpite dai provvedimenti anche se sono i presidenti e non il governo, d'intesa con il ministro della Salute, a decidere le misure restrittive.
Tra le richieste delle Regioni c'è l’accelerazione dei tempi sulla revisione dell’assegnazione delle zone meno restrittive (attualmente non prima di due settimane) e l'allentamento delle misure in quelle province dei territori della 'red zone' che hanno però dati più confortanti.
Intanto il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato il 20 novembre un'ordinanza (valida fino al 3 dicembre) per confermare la classificazione in fascia rossa di Calabria, Lombardia, Piemonte, e Valle d’Aosta.; mentre restano in zona arancione Puglia e Sicilia.