Francesco Guarino sulla fase 2: "Quel ritorno alla normalità dal sapore di mediocrità"

Foodclub.Itgio 23 apr 2020

di Francesco Guarino, ristoratore.

QUEL RITORNO ALLA NORMALITA’ DAL SAPORE DI MEDIOCRIOTA’

L'hanno chiamata "fase 2" o ritorno alla normalità. Graduale ritorno alla normalità. Chiudere tutto è stato semplice. Adesso bisogna andare oltre e mostrare capacità e conoscenza dei temi. E qui la normalità ci fa ripiombare in quella mediocrità che caratterizza chi governa la Regione Campania.

LA DECISIONE
Bar e pasticcerie possono stare aperti dalle 7 alle 14; ristoranti, pizzerie, pub e grastronomie dalle 18 alle 22.
Solo consegne a domicilio.

Sono stato contattato, dopo le disposizioni, da diversi amici nonché operatori del settore, che mi spiegavano la loro situazione: molti non apriranno perché le regole sono sbagliate. O, di sicuro, elaborate da chi nella sua vita non ha fatto un solo giorno di lavoro e non conosce nemmeno le esigenze elementari delle attività commerciali che pretende di regolare.

BAR
Parliamo deI bar: orario ristretto, negozi chiusi, impossibilità di consumare al banco. Tutto questo fino alle 14. Non è conveniente; significa riaprire un'attività con la consapevolezza di lavorare per rimetterci denaro a fine giornata, senza poter recuperare nemmeno i costi. Negozi chiusi, uffici pubblici in smart working, ma quante colazioni a domicilio possono vendere? E soprattutto, tolto lo sfizio dei primi giorni, in questa fase di crisi economica, chi può permettersi tutti i giorni una colazione a domicilio? Con il commercio paralizzato e l'impossibilità di consumare un caffè caldo al banco, a chi si dovrebbero vendere quei caffè? E quanti se ne dovrebbero vendere in poche ore di lavoro, a domicilio, per tentare di pareggiare i costi della giornata di lavoro tra materie prime, consumo delle utenze e costi dei dipendenti? Perché i bar dovrebbero chiudere alle 14 e non più tardi? Perché nel rispetto delle distanze sociali, non è possibile consumare al banco? Con le regole attuali, costa meno, per i titolari, restare chiusi..

PIZZERIE E RISTORANTI
Per quanto riguarda pizzerie e ristoranti la riflessione è ancora più semplice: con un orario di apertura così ristretto, dalle 18 alle 22, è evidente che la fascia utile di lavoro si riduce ad un'ora, al massimo un'ora e mezza, perché quante famiglie cenano prima delle 19 e 30? Nessuna. Ciò significa che le consegne vanno dalle 20 alle 22 e le prenotazioni si fermano ancora prima. In due ore di lavoro, quante consegne può fare un'attività con un paio di dipendenti addetti dedicati? Pochissime. E allora si dovrebbe investire in "riders" aumentando i costi di gestione del circa 30 per cento con la conseguenza di registrare a fine giornata il bilancio in rosso. Anche in questo caso sarà difficile resistere. Regole sbagliate.

TAKE AWAY
La ciliegina sulla torta arriva per il "take away". Un'attività che lavora normalmente da asporto e funziona soprattutto per il pranzo. Un'attività che si svolge di mattina in cucina per le consegne dalle 12 alle 13 e 30. Ebbene, il ritorno alla normalità per questa tipologia di gastronomia prevede la possibilità di lavorare dalle 18 alle 22. Inutili ulteriori commenti.

La pandemia ha messo in ginocchio l'economia. Il colpo finale arriva dall'incapacità della Regione di gestire il ritorno alla normalità. Ho la certezza che stia disciplinando i vari settori produttivi senza conoscerne nemmeno uno...

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