Il "Piccolo Noma" chiude: Kristian Baumann lascia. Redzepi e Kreiner pensano a nuovo format

Antonio Luciferomar 1 set 2020

Kristian Baumann lascia il Restaurant 108, il ristorante che si era collocato al posto del vecchio Noma annuncia la chiusura per causa pandemia.

“È con grande tristezza che annunciamo la chiusura del Ristorante 108. Le conseguenze negative della pandemia globale e in particolare della drastica riduzione del numero di turisti internazionali in visita a Copenaghen, abbiamo concluso che non è più economicamente sostenibile operare 108 nella posizione corrente. "

“Desidero ringraziare tutti i membri - passati e presenti - del nostro incredibile team, per aver contribuito a rendere 108 un posto davvero speciale. Non sarei arrivato così lontano né avrei ottenuto così tanto senza di loro. Desidero inoltre ringraziare i nostri ospiti e i nostri amici all'interno dei media alimentari locali e internazionali, così come quelli della White Guide, Michelin e dei 50 World's Best Restaurant, per i loro supporto: sono per sempre grato a tutti voi ", ha detto Kristian Baumann, chef e co-proprietario del ristorante 108.

"Nonostante l'annuncio di oggi e la chiusura di questo capitolo, siamo estremamente orgogliosi di tutto ciò che abbiamo raggiunto e restiamo fiduciosi per un futuro in cui il ristorante 108 tornerà a Copenaghen in un'altra posizione".

Il progetto 108 verrà chiuso definitivamente il prossimo 30 settembre con il suo ultimo servizio. La società le cui quote sono detenute dall'oramai ex socio Kristian Baumann, René Redzepi e Peter Kreiner, promette di aprire un nuovo ristorante entro la fine dell'anno che risponda alle nuove regole di mercato.

Mi dispiace per il 108 ma sono più che certo che Baumann e i suoi uomini riusciranno a collocarsi rapidamente in nuovi progetti, sono un team capace e fantastico. La triste verità è che questo luogo con un Noma a pieno ritmo, capace di attirare ogni giorno centinaia di turisti gastronomici da tutto il mondo, veniva acquistato dalla clientela come side dish dalle agenzie di PR o anche, visitato da quelli che non riuscivano ad accaparrarsi una seduta al Noma.

A questo punto ripropongo la mia riflessione, un quesito tanto scomodo quanto scontato che non piace a nessuno :

"Ha senso vendere sostenibilità ambientale a una clientela che necessita di un volo per avere un pasto?"

Per quanto mi riguarda si potrà parlare di ristoranti eco-sostenibili solo quando gli stessi oltre l'orto, il km.0, valorizzazione del territorio, pratiche per il risparmio energetico e rispetto ambientale saranno luoghi destinati ad una clientela, quasi esclusivamente locale. Il resto è marketing.

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