Programma WeSea: Mare Aperto trasforma scarti del tonno in cosmetici

Francesca Brunzogio 7 gen 2021

L'azienda genovese Mare Aperto fa capo al gruppo spagnolo Jealsa, tra i principali produttori di conserve ittiche con un fatturato annuo (dati del 2019) di 667 milioni di euro.

L’azienda ha a che fare con tonnellate e tonnellate di tonno e ne riconosce l’importanza e le proprietà, così ha sviluppato un sistema di valorizzazione totale della materia prima utilizzata nei suoi siti produttivi.

Già da tempo Jealsa ha creato “We Sea”, un sistema di economia circolare in cui Mare Aperto fa da perno: si tratta infatti di un sistema in grado di sfruttare la materia prima al 100% grazie a tecnologie di biovalorizzazione marina e di estrazione selettiva.

Infatti mentre la metà della materia viene utilizzata per dare prodotti di alimentazione umana ed il 2,5% per dare petfood, c’è una parte (un terzo del totale) che viene trasformata in farina e olio di pesce che viene riutilizzata nel settore dell'acquacoltura e industrie affini; infine il restante 20% viene utilizzato dal settore farmaceutico e cosmetico.

Gli scarti del tonno sono ricchi di molecole attive come Omega 3 e collagene che trovano largo impiego nella industrie di cosmetici, farmaceutiche e di integratori. Così facendo è un corso un uso meditato e completo delle risorse marine.

Tenendo presente che gli scarti di lavorazione dell'industria conserviera del tonno superano le 450mila tonnellate all'anno, non si può che intuire il rientro economico e soprattutto l’impatto sulla sostenibilità.

“Rendere il settore più sostenibile significa andare oltre il concetto di sottoprodotto” ha sottolineato Carlos Blanco, amministratore delegato di Mare Aperto. Perché fare valore ad una materia prima vuol dire trasformarne ogni parte in un prodotto di alta qualità e la biovalorizzazione ce lo permette attraverso la tecnologia, reazioni biochimiche, processi termici ed essiccazione: il tutto permette dunque agli scarti di tonno di diventare prodotti cosmetici o nutraceutici.

La sostenibilità, quella ragionata, porta all’apertura di nuovi mercati con prodotti diversi ma tutti con applicazione specifica.

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