Racket: Lo schema è quello di sempre. Si avvicina l'imprenditore, il ristoratore, il commerciante, e gli si offre liquidità immediata
Cronaca di un evento annunciato, lo scrivevamo poche settimane fa quando i primi dati sulla criminalità organizzata mostravano un deciso trend al ribasso e mentre alcuni gridavano al miracolo era evidente che si trattava di quiete prima della tempesta. Come si suol dire "La fame fa uscire il lupo dal bosco", e ora che la chiusura forzata di molte attività comincia a farsi sentire, prosciugate per molti le ultime riserve di liquidità, le mafie cominciano ad attivarsi per "sostenere" gli imprenditori.
L'appello del presidente Fai antiracket Ferruccio: Il Governo deve inserire misure ad hoc
Le mafie approfittano dell'emergenza coronavirus e offrono soldi subito a chi è in difficoltà, salvo poi pretendere tutto con interessi altissimi tra qualche mese o si prendono le attività
Lo schema è quello già collaudato in anni di carriera criminale. Si avvicina l'imprenditore, il ristoratore, il commerciante, e gli si offre liquidità immediata: in questo momento la liquidità è ossigeno per le imprese. La trappola si chiude quando, tra qualche mese, finita l'emergenza sanitaria da coronavirus, gli interessi sul “prestito” diventeranno insostenibili e “loro” si prenderanno tutto.
La criminalità organizzata non va in quarantena, non soffre la crisi economica. La camorra sguazza in questo inferno. Sa come agire, sa esattamente a chi rivolgersi per ottenere quello che vuole. E oggi la domanda di aiuto è pressocché totale. Ancor di più per quelle piccole imprese, le pizzerie, gli artigiani, che già versavano in gravi difficoltà economiche. I soldi della camorra rischiano di arrivare prima dello Stato, sostenere le imprese a rischio anche attraverso adeguate immissioni di liquidità e alleggerimenti tributari. È indispensabile in questa fase aiutare le imprese sane a non finire nella rete della criminalità che è già pronta a investire.
L'allarme è stato lanciato a livello nazionale dalle associazioni e in particolare dalla Fai, la federazione antiracket italiana presieduta dal campano Luigi Ferruccio.
“ Il rischio è concreto. Chi ha disponibilità di soldi in grande quantità in questo momento si sta già facendo avanti immettendo nel mercato ingenti disponibilità finanziarie per controllare tramite l’usura" dice Luigi Ferruccio e a chi si domanda come faranno le mafie a riscuotere il pizzo ora che le attività sono serrate risponde: “Di solito sappiamo che alle tre scadenze di Natale, Pasqua e Ferragosto le mafie vanno a bussare alle porte dei commercianti. Questa Pasqua troveranno le porte chiuse e quindi niente pizzo. Non chiederanno soldi, li offriranno”.
Tutto ampiamente prevedibile, il tempo stringe e ogni giorno che passa prima che le misure governative a sostegno delle imprese siano applicate, si rischia che una serie di imprenditori possano finire nella rete delle mafie.